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"Elisa?" Mi chiede il moro mentre guidava con un braccio fuori al finestrino per la sigaretta che non aveva ancora finito di fumare, "tornerà domattina, ma a te che te ne frega? E poi dove è finito il suo autista?" Lui ride, fa un ultimo tiro e poi getta la sigaretta per poi alzare gli occhi sullo specchietto, dove io lo stavo fulminando con gli occhi, "senti ragazzina per prima cosa te calmi, seconda cosa è stata la tua amichetta del cuore a chiedermi di passá a prendervi per non scomodare nessuno, se non te va bene puoi scendere", decido di non rispondere e sbuffo sonoramente, questo ragazzo non mi piace.

Arrivata a casa non gli rivolgo neanche un saluto, sperando di non vederlo più, e soprattutto voglio proprio farmi spiegare dalla mia amica dove l'ha trovato sto scappato di casa. Quando entro in casa vedi Anna in cucina, non perde mai tempo, a volte mi dispiace vederla anche di notte a cucinare così da far trovare sempre tutti i pasti pronti il giorno dopo. "Anna ancora qua? Dovresti andare a casa a riposare" lei mi guarda con una faccia stravolta, "Signorina chi ha tempo non aspetti tempo, ha fatto conquiste alla festa? Ho visto una macchina insolita qua fuori, per un attimo ho pensato fosse venuto mio figlio a cercarmi data la stessa macchina che ha lui, "lunga storia Anna, comunque no, nessuna conquista e puoi starne certa che non vedrai più quella macchina portarmi a casa, è stato solo un caso".

Dopo essermi spogliata e struccata ami infilo sotto le coperte finalmente, domani è sabato e quindi posso svegliarmi un po' più tardi, anche se poi dovrò trovare l'ennesimo vestito per una cena importante con i miei genitori e qualche altra famiglia importante. Passano infiniti minuti prima che riesca a dormire, mi frulla in testa il pensiero di dove possa essere ora Elisa e di quello scorbutico che non può essere definito autista che è venuto a prendermi.

Dormire tanto la mattina non mi è mai piaciuto, mi piace alzarmi presto, fare colazione con i miei tempi mentre guardo i social, lavarmi e poi sistemare la camera prima di fare un giro. Oggi dopo aver fatto tutte queste cose mi sono preparata per andare a cercare un vestito per stasera con mia madre, "Ambra sei pronta? Sandro aspetta da 20 minuti" mi urla mia madre dal piano di sotto, afferrò la borsa e scendo raggiungendo l'auto.

"Mamma ma è così importante la mia presenza?" Dico all'ennesimo vestito che mi fa provare, "favolosa, lo prendiamo" comunica alla commessa, "comunque si, devi venire per forza, non vorrai mica farci passare per una famiglia non unita" tutto girava attorno all'apparenza e a ciò che pensasse il resto della gente del nostro quartiere. Dopo un intenso shopping arriviamo a casa giusto in tempo per il pranzo, un bel piatto di carbonara fatta da Anna era proprio ciò che ci voleva ora.

Appena finito di mangiare mi scrive Eli per vederci, così ne approfitto per prendere una boccata d'aria da tutto questo. "Io vado con Elisa a prendere un caffè"
Mia madre mi fulmina subito con lo sguardo, "non fare ritardo Ambra, abbiamo la cena, Sandro verrà a prenderti alle 18:30 in centro" annuisco stampandomi un finto sorriso sul viso, prendo le mie cose e poi esco per raggiungere la mia amica.

"Mi fa strano, Niccolò di solito è molto gentile", dice la mia amica dopo il mio sfogo riguardo al ragazzo di ieri, "ti dico che è stato davvero scorbutico, non gli ho neanche detto niente" dico sorseggiando il mio caffè. Elisa aveva conosciuto Niccolò un giorno per caso in discoteca, lei era ubriaca e si era avvicinata ad un suo amico e poi ha portato a casa entrambi. "Si ma tu sai essere antipatica a volte cara Ambrina, ammettilo" mi stuzzica ridendo, si riferisce a tutte le volte in cui là me viziata esce fuori, giuro che è davvero rara come cosa, "che stronza!" rido con lei.

Come stabilito alle 18:30 trovo Sandro ad aspettarmi in centro per tornare a casa, dove ad aspettarmi c'era una preparazione più lunga di quella di una modella. Dopo essermi truccata mi sono fatta una cosa tirata e ho indossato il vestito nuovo, lungo blu scuro, tacchi argento e borsa argento, tutto perfetto come amavo e amava mia madre, l'essere una perfetta a l'avevo preso da lei.

La cena scorreva tranquillamente, le solite domande sul futuro, le conversazioni sulle altre famiglie e i loro figli, le relazioni e i poteri i eventi. "Noi vorremo che nostra figlia trovasse un ragazzo come Riccardo" dice mio padre ai genitori del ragazzo in questione, io e lui ci guardiamo imbarazzati ma senza fiatare. "L'importante è che non se ne arrivi a casa con un delinquente o uno di San Basilio, sappiamo che gente c'è", stacco il cervello per non sentire più nulla di questa conversazione che ormai sapevo a memoria.

Grazie a Dio finisce questa tortura e facciamo ritorno nella nostra dimora, ovviamente mia madre ha avuto da ridire sui miei comportamenti a cena ma a questo punto ho imparato a ignorarla, la faccio parlare e poi mi allontano evitando litigi.

Tu mi hai salvato da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora