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Con il passare dei giorni diciamo che il e Niccolò ci stiamo sopportando, lui ha finalmente imparato a salutare e io sto cercando di non avere un atteggiamento fastidioso, per il bene della comunità. L'altro giorno sua madre mi ha fermata un cucina chiedendomi se ci fosse qualche problema con lui dato che non ci parlavamo nemmeno e quindi dato che nè io nè lui vogliamo farla stare in pensiero, ci stiamo sforzando. Oggi sono uscita presto da scuola perché mancavano dei professori e ho una voglia incredibile di fare shopping, quindi ora il moro dovrà subirsi qualche ora in tutti i miei negozi preferiti di Roma.

"Pariolì c'hai un armadio che dentro c'avrà il doppio di tutti i vestiti de sto negozio, vuoi dirmi che te ne servono altri?" si lamenta il moro mentre continuo a buttare indumenti nella shopping bag che l'ho obbligato a tenere, ci vuole forza per reggere tutti i vestiti, "non si sa mai che devo uscire e non ho niente di adatto", "ma se non esci mai, giusto pe le tue feste da ricchi", "non hai tutti i torti, infatti voglio iniziare ad uscire di più" dico per poi guardare Niccolò già esausto da questo shopping.

"2 ore, ti rendi conto?" mi dice il ragazzo riferendosi al tempo passato da quando siamo usciti di casa, "beh per rendere questo shopping di 2 ore utile potresti farmi uscire con te stasera, almeno indosso qualcosa di nuovo" lui mi guarda con gli occhi spalancati e scoppia a ridere, io lo guardo seria non capendo perché sia così divertente ciò che ho appena detto. "Stai diventando simpatica pariolì, la prossima volta però avvisame quando fai ste battute che mo me stavo per piscià sotto" dice continuando a ridere, viene interrotto però dalla chiamata del suo amico Adriano al qua,e risponde subito, "Adrià dimmi", "ciao Nic, stasera devi lavorà?" dalla voce mi ritorna in mente la scena di lui ubriaco in macchina, "no, che voi fà?" risponde il moro, "giretto a Trastevere coi miserabili?", "va bene ci sono, ti scrivo dopo". Chiude la chiamata e io mi giro alla mia sinistra per guardarlo negli occhi, si ormai mi siedo davanti sul sedile del passeggero, lui mi guarda non capendo e io cerco di fare un mezzo broncio e gli occhi dolci, "Non se ne parla pariolì" dice secco, "Eddai, sono una ragazza tranquilla fuori", "si t'ho vista quando ci siamo conosciuti, parevi na' iena" pronuncia facendomi ridere, "dammi una chance, sono pure a casa da sola" dopo qualche minuto in cui Niccolò ha riflettuto su questa cosa arriviamo davanti a casa mia, prendo i sacchetti e scendo, mentre mi avvicino al cancello della villa lo sento dirmi "alle 21 sto qua, non un minuto dopo" mi giro e annuisco, poi entro a casa e inizio subito a prepararmi, sarebbe stato un processo lungo.

Sfortunatamente Elisa questa sera aveva un impegno famigliare e quindi non ci sarà, ma forse sarà la volta buona per cercare di non odiare e farmi odiare da Niccolò. Anche oggi sono vestita in modo semplice, anche perché non sto uscendo con gente dei Parioli fortunatamente, e quindi posso evitare tacchi, vestiti sfarzosi e gioielli appariscenti. Per fare più veloce ho mangiato una barretta, in realtà ho guadagnato tempo e gonfiore, infatti entro perfettamente nei jeans a vita alta che ho scelto di mettere. "Eccomi in perfetto orario" dico dopo essere salita in macchina e mostrando al moro l'ora sul mio telefono, "e menomale pariolì, nun m'andava di entrare in casa tua per trascinarti in macchina", "mica mi lasciavi qua?" dico ridendo, lui sorride e poi punta lo sguardo sulla strada, accende la macchina e ci dirigiamo a Trastevere dove i suoi amici ci stavano già aspettando.

Eccoli, sono un bel gruppo numeroso, stanno ridendo tutti insieme fuori dal bar ma non appena Adriano si gira e ci vede tira una gomitata al ragazzo affianco a lui e tutti gli altri spostano lo sguardo nella nostra direzione. "Regà lei è Ambra, pariolì loro sono i miserabili", non riesco subito a decifrare le loro espressioni ma dopo qualche secondo si fanno tutti avanti porgendomi la mano e presentandosi, quando finiscono tutti entriamo dentro e ci sediamo al tavolo. Ero l'unica ragazza e forse ad averlo saputo non avrei insistito per venire, ma ormai è troppo tardi, "come l'hai convinto a questo? di solito non apprezza le new entry" mi chiede Adriano facendomi ridere, "in realtà penso di avergli fatto pena" rispondo facendo ridere anche il resto dei suoi amici, lui invece era seduto di fronte a me e mi osservava con un semplice sorriso quasi impercettibile, come se volesse nasconderlo.

Spazio autrice
Ciao!
Mi farebbe piacere se lasciaste una stellina se il capitolo vi è piaciuto💕

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