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Niccolò

Apro gli occhi a causa della luce del sole che entra in camera mia, ieri sera non ho abbassato le tapparelle, mi rigiro nel letto e mi trovo accanto Ambra, è rannicchiata sul fianco e coperta fino al collo dandomi le spalle, mi avvicino a lei e la avvolgo con un braccio lasciandole un bacio sulla mascella; vedo che non ci pensa proprio a svegliarsi e quindi deduco che non devo accompagnarla a scuola. Decido di alzarmi, cercare i miei boxer che non so dove siano finiti ieri sera e poi prendo un pantaloncino della tutta, esco dalla camera socchiudendo la porta e vado nella stanza del pianoforte.

Qua dentro non ci entra praticamente nessuno oltre a me, è una stanza quadrata con una scrivania e il piano, c'è anche una finestra difronte che spesso è il punto dove il mio sguardo si fissa mentre le mie dita schiacciamo tasti casuali creano però una melodia piacevole. Qua ci sono i fogli su cui scrivo i miei pensieri, e ogni giorno che passa non faccio che leggerli e rileggerli e penso sempre di più che forse potrebbero essere vere e proprie canzoni. Ho iniziato ad abbinarci melodie diverse e quando sono da solo spesso le provo a cantare e suonare.

Mentre suono senza pensieri canticchio qualcosa di nuovo, ma mentre sono immerso in tutto ciò vedo la porta aprirsi e mostrare la sua figura, era spettinata, con una maglia più grande di lei e gli occhi assonnati, "buongiorno pariolì" le dico dolcemente bloccando le mie dita sui tasti, probabilmente se fosse stato qualcun altro l'avrei cacciato da questa stanza chiudendola a chiave, eppure non so perché ma lei non mi infastidisce se entra, mi sembra invece che aumenti la magia. "Buongiorno" sussurra lei avvicinandosi a me fino ad arrivare esattamente difronte, io indietreggio con lo sgabello del piano e lei si mette seduta sulle mie gambe, "e questa maglia?" le chiedo consapevole che diventerà rossa in pochi secondi, "scusa è che non mi sembrava il caso di mettermi il vestito di ieri sera..." risponde la bionda abbassando lo sguardo in ansia, "sto a scherzà, puoi anche tenerla".

È così strano averla qua, in casa mia. I gatti girano per la casa e la seguono in ogni suo spostamento, Pisolo invece continua a chiederle coccole; preparo il caffè e tiro fuori i biscotti, tra l'altro avevi ancora un petto della torta di mamma, quindi metto anche quella sul tavolo. "Non sarà la tua solita colazione piena de cibo ma spero che ti piaccia qualcosa, devo fà la spesa" dico grattandomi la nuca, sono forse imbarazzato? Lei sorride timidamente e si accomoda, si avvicina la tazza di caffè, aggiunge un goccio di latte e poi prende dei biscotti da inzuppare. Parliamo un po', senza no,i are ciò che è successo stanotte in quel letto...nel mio letto, non so se siamo pronti ad affrontare il discorso, in fin dei conti fino a ieri sera eravamo "amici".

Ad interrompere la conversazione è il mio telefono che squilla e a chiamarmi è mia madre, il panico si fa strada dentro di me ma cerco di stare calmo e rispondo mettendo in viva voce così che anche Ambra possa sentire, "ciao mà, che è?", "ciao Nicco, sei a casa?" domanda lei curiosa, "si mà, ndo voi che sia?", "chiedevo, hai già portato Ambra a scuola?" mi chiede, lei non essendo qua non sa neanche che aveva avvisato a casa dicendo di dormire fuori da Elisa, "no in realtà stanotte la pariolina ha dormito dalla sua amica e mi ha risparmiato la sveglia presto" rispondo mentre lei mi guarda trattenendo una risata, "Nicco si chiama Ambra, lo sai che non voglio che la chiami così! Ieri sera è andata bene?" chiede riferendosi alla festa nel locale di ieri, "si sì, nulla de che, sono tornato presto", "tu che torni presto? che cosa mi nascondi?" capisco che la telefonata sta prendendo una piega sbagliata e quindi mi affretto a salutarla e metto giù.

"Cosa diranno i tuoi dell'assenza di oggi a scuola?" Chiedo alla bionda buttandomi sul divano affianco a lei che accarezzava il cane, "ho tutto sotto controllo Niccolò" risponde tranquilla, i suoi capelli sono legati un po' a caso e lasciano il collo scoperto, l'istinto mi porta ad avvicinarmi a lei e mettere la testa nell'incavo  del suo collo, lei inizialmente infila la mano tra i miei capelli come per spostarmi, ma quando inizio a lasciarle dei baci umidi sulla pelle molla la presa e lascia la mano lì, facendomi quasi un massaggio. Sento il suo respiro quasi affaticato, è ricoperta di brividi che le causano la pelle d'oca ed emette dei sospiri che cerca di trattenere il più possibile, quando mi sposto per guardarla negli occhi noto i segni rossi che le ho lasciato mentre le mie labbra succhiavano leggermente la sua pelle dolce.

Tu mi hai salvato da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora