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Niccolò

Ride, ride con i miei amici, è quasi strano vedere questa scena dato che come ha detto poco fa Adriano io non amo le new entry tra i miserabili, fatta eccezione delle fidanzate, eppure in questo momento vorrei sorridere, ma qualcosa mi porta a nascondere questa mia reazione spontanea; se soltanto i suoi sapessero che è in un bar a Trastevere a bere con degli scappati di casa di San Basilio non so come reagirebbero. Dopo un po' ci spostiamo fuori con le birre così da poter fumare, camminiamo un po' e raggiungiamo un parcheggio, un po' come il nostro solito, mi accendo una sigaretta e nel frattempo continuiamo a parlare.

"Regà nun ce sto a capì niente" dico tra le risate di tutti, forse abbiamo alzato un po' troppo il gomito e adesso stiamo un po' tutti brilli, tutti compresa lei. "Mi dai una sigaretta?" Mi chiede la bionda tutta d'un tratto, "ma che stai a dì pariolì?", lei si avvicina ancora di più a me mentre i miei amici continuano a parlare tra loro, "eddai Niccolò, almeno un tiro" so che non dovrei e che me ne pentirò, ma in fin dei conti a me che me frega? . Prende la sigaretta dalle mie labbra e se l'avvicina poggiando le sue di labbra, un gesto così normale ma che mi fa quasi sentire caldo, i miei occhi seguono ogni singolo movimento e si incantano per qualche secondo. "Non hai tossito quindi deduco che non sia la prima volta", "esatto, ora lo dirai a mia madre?" me la trovo a pochi centimetri da me e con quel lieve effetto dell'alcol nel mio corpo non riesco a fare nulla, sono immobile, lei fissa le mie labbra e poi ci ripone nel mezzo la mia sigaretta che aveva appena preso per fare un tiro.

Non si sa come siamo finiti a cantare a squarciagola qualsiasi canzone, probabilmente la gente che passava ci avrà preso per pazzi, eppure io con loro mi sento del tutto normale sempre, "regà ma ve ricordate quando il nostro caro Niccolò Moriconi ci ha detto che doveva andà a prendere na' pariolina che non era un granchè" se ne esce cocco mentre eravamo tutti vicini, "statte zitto cocco" rispondo, "daje Nì, sei un furbo, te la volevi tenè per te" si intromette felice, "sei stato proprio carino a definirmi non un granché Niccolò" mi dice ridendo, fortunatamente l'ha presa sul ridere, anche perché chi volevo prendere in giro, è letteralmente perfetta e rispecchia il mio prototipo di ragazza, se non fosse che è dei Parioli.

Arrivati alla villa aiuto la ragazza a raggiungere l'ingresso di casa dato non la vedo ancora a 100, inserisco io la chiave e le apro la porta, domani non ricorderà tutte queste carinerie e potremmo tornare a sopportarci e basta, "nonostante l'alto tasso di alcol nel tuo corpo spero tu sia stata bene pariolì, quelli che hai conosciuto stasera sono la mia famiglia insieme ai miei genitori" lei mi guarda un po' confusa, è più brilla di quanto pensassi, e a dimostrarlo lo è il fatto che mi stringe in un abbraccio così dal nulla, "grazie per avermi fatto dimenticare della mia stupida vita perfetta per qualche ora", io ricambio l'abbraccio senza stringerla troppo, il contatto fisico con lei preferisco evitarlo, dopo la faccio entrare e non appena sento da fuori il rumore della chiave che gira nella serratura per chiudere vado alla macchina e torno a casa mia.

Prima di mettermi a letto me ne sto 10 minuti sul balcone e mi accendo una sigaretta, che serata Nì, strana....stranissima, da domani sarà meglio tornare alla normalità perché so quanto questo genere di cose mi mandino in confusione. Torno in casa e mi lancio sul letto, passo gran parte della nottata abdusssee il soffitto in cerca del motivo che mi tiene sveglio ma senza trovarlo, finalmente poi il sommo mi travolge e posso riposare.

Tu mi hai salvato da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora