🍛43. La cena

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La cena fu inaspettatamente piacevole.
La ciurma di Cappello di paglia mangiava il doppio di Bart, che comunque si teneva a stecchetto.
I samurai si dimostrarono entusiasti di assaggiare tutte quelle sconosciute prelibatezze e tra gli uni e gli altri divorarono tutto in men che non si dica.
Kiki era entusiasta, aveva una luce negli occhi che risplendeva più del solito e passava dal suo onigiri al giocare con Momonosuke.
Nina la osservava semplicemente incantata dall'energia che sprigionava, poi guardò il compagno vicino con aria preoccupata.
L'uomo le circondò discretamente i fianchi con una mano e la avvicinò a sé, baciandole i ricci biondi.
«Non ci pensare. Guarda ora com'è felice.» Le sussurrò tra le grida degli altri commensali.
Ne avevano parlato infinite volte e Law sapeva che la donna era estremamente preoccupata del fatto che la figlia non avesse amici della sua età.
«Guarda cosa le stiamo togliendo.» Sospirò lei.
L'uomo la strinse più forte.
«Guarda cosa le stiamo dando.» Replicò sicuro con il suo bel sorriso stampato in volto.
Nina gli rispose con uno dei suoi sempre più rari sorrisi ricevendo un altro bacio stavolta sulla fronte.
Dopo tutto quel tempo ancora le tremava lo stomaco quando il compagno la coccolava in quel modo e sentiva di non averne mai abbastanza.
Arrossì quando voltandosi notò il samurai vermentino che li fissava.
Questo immediatamente scosse le mani aperte di fronte a sé imbarazzato.
«Scusate è che siete molto belli e poi... non pensavo che quel brontolone fosse capace.»
Disse mentre masticava qualcosa.
«Ehi cosa vorresti insinuare?» Si infervorò Law. I suoi denti erano diventati stranamente aguzzi.
Kanjuro avvertì una goccia di sudore che gli colava sulla tempia.
Nina ridacchiò, quel gruppetto era davvero simpatico.
«Non infultare i noftri ofpiti.» Lo rimproverò Kin'emon con una coscia di pollo in bocca.
«Oh lui fa solo il duro, ma poi non se la prende veramente.» Commentò tranquillamente Usop, grattandosi la testa da sopra il cappello verde.
«Ma questo chi te lo ha detto?» Gridò di nuovo il soggetto della conversazione, più avvelenato che mai.
«Dai capitano stai tranquillo- hic- tieni.» Shachi nel frattempo era comparso alle loro spalle con una boccia di saké e gli aveva riempito il bicchiere.
«Ehi! Tizio col cappello, non riportarla vuota!» Gridò lo spadaccino dai capelli verdi dall'altro lato del tavolo.
«Ne abbiamo due barili- hic.» Gli fece eco Shachi entusiasta.
«Visto? Si è già calmato.» Sussurrò Frankie al samurai rosso.
«Guarda che ti sento.» Gli fece notare Law sorseggiando la sua bevanda con aria contrariata.
Kiki nel frattempo era sparita tra i corridoi del sottomarino con Momo, ma si potevano sentire le loro risate sguaiate rimbombare fino a lì a dispetto di tutta la confusione.
Le ore passavano e l'entusiasmo non si spegneva: tutti loro seguitavano a chiacchierare animatamente degli argomenti più disparati e passata la mezzanotte Nina aveva appoggiato la testa sulla spalla del compagno e aveva chiuso gli occhi.
Law era impegnato in una conversazione con Kin'emon in merito alle loro coperture per quando sarebbero arrivati e mano a mano si aggiunsero alla discussione altri componenti dei tre schieramenti.
Le luci artificiali perennemente accese non aiutavano affatto a percepire lo scorrere del tempo per cui quel discorso si protrasse fino a notte fonda, quando la maggior parte dell'equipaggio si era già ritirata nelle cabine.
Erano rimasti i samurai, Law, una Nina sonnolenta, Usop, Robin, Zoro e Frankie.
«Quindi dovremmo travestirci e infiltrarci nell'ambiente come semplici lavoratori?» Domandò Zoro poco convinto, con l'intera bottiglia di Saké in mano.
«Esattamente! Dovrete scoprire più informazioni possibili sulla situazione in città.» Confermò Kin'emon.
«Che facciamo se ci scoprono?» Chiese Frankie con apprensione.
«Oh non ci scopriranno, sarà sufficiente tenere un basso profilo e non creare problemi.» Lo tranquillizzò Usopp.
«Tu però vuoi metterti una barba posticcia, non mi sembra un'idea tanto buona per non farsi notare.» Osservò Frankie.
«Senti chi parla, l'androide di tre metri.» Gli rispose lui stizzito incrociando le braccia.
«Dici che dovrei mettermela anche io per sembrare meno sospetto?»
Robin ridacchiò.
«Piuttosto perché voi dovreste starvene comodi su una collina?» Domandò Zoro con vena polemica, riferendosi alla ciurma di Law.
«Perché il loro capitano è pieno di tatuaggi e hanno un orso nella ciurma.» Spiegò Kin'emon.
«E allora?» Replicò prima di prendere un lungo sorso dalla boccia.
«Sono evidentemente dei forestieri. Sarebbe pericoloso.» Disse Kanjuro.
«Ma non sarebbe il caso di escludere anche Frankie allora?» Commentò Robin preoccupata.
L'uomo in questione abbassò il capo disperato e piagnucolò sommessamente: «Vi prego, io voglio essere una spia.»
«Ma no! Lui si integrerà benissimo.» Sorrise Kanjuro tranquillo creando espressioni dubbiose sulla faccia di tutti, meno quella dell'androide che lo guardò entusiasta.
«E perché non ci aiuta anche lei? Mi sembra normale.» Chiese Zoro indicando Nina, che alzò la testa dalla spalla del compagno solo per guardarlo in cagnesco.
«Non è una buona idea.» Intervenne Law.
«E perché no? Puoi stare tu con la bambina.» Disse Usop, guadagnandosi a sua volta un'occhiataccia dalla donna.
I due sudarono freddo al pensiero di dover dare delle spiegazioni sul perché era meglio che Nina si tenesse fuori dall'azione.
«Ha i capelli troppo corti. Nessuna donna di Wano andrebbe in giro in quelle condizioni.» Affermò Kin'emon sicuro di sé.
Si udì un suono che somigliava a un battito di tamburo prima che la voce di Nina squittisse:
«Come ti permetti stramboide?»
Kin'emon si ritrovò un gigantesco bernoccolo in testa nel giro di qualche decimo di secondo, ma se lo portava con grande dignità mentre seguitava a ripetere a tutti il piano.
Zoro nel frattempo aveva smesso di ascoltare e osservava sottecchi quella donna, mentre svuotava la sua boccia. Gli pareva terribilmente sospetta e tutto di lei gli urlava che stava nascondendo qualcosa.

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