Il gruppetto di brutti ceffi scese la gradinata che portava al bar con fare circospetto, Nina restava nascosta, ma fece cenno alla piccola Kikyo di restare lì in silenzio appena sentì un ragazzo smilzo con gli occhiali riferirsi all'uomo in cima con il nome di Bellamy.
La donna uscì più silenziosamente che poteva dalla boscaglia, mentre i suoi oppositori guardavano confusi alla profonda buca nel terreno sul fondo della quale si trovava il loro compagno.
«Ehi! Cirkeys sei tu là sotto?» Urlò il ragazzo con gli occhiali.
«Esci da lì imbecille, che hai combinato?» Lo rimproverò il capitano battendo un calcio sul suolo.
«Voi cosa avete combinato invece?»
La voce femminile si trovava a una decina di metri da loro e dei passi indicavano che si stava avvicinando.
La ciurma indietreggiò e tutti si guardarono intorno.
«Bellamy la iena e i suoi compagni. Vedo che nessuno vi ha ancora riservato il trattamento che meritate.» Asserì Nina, arrivando finalmente sotto il cono di luce.
Il capitano, con la lingua che usciva e entrava dalla bocca a mo' di serpente velenoso, scoppiò in una risata sguaiata e tanto raggelante da impressionare anche Kiki che era comunque abituata alle stranezze.
I suoi occhi strabuzzati e le sue movenze esasperate, strapparono invece un sorriso alla madre.
«Hai fatto tu questo a Cirkeys? Perché avrei anch'io un trattamento per te.» Minacciò con voce folle.
«E chi altrimenti?» Rispose lei con tono sprezzante.
A quelle parole le gambe dell'uomo si deformarono e divennero due molle che rapide su contrassero e si allungarono, portandolo rapidamente con uno schiocco a diversi metri di altezza nella direzione della donna.
«Troppo lento.» Mormorò lei. Schizzando in aria sospinta da un vortice di falene bianche.
Lo schianto sulla nuda terra fu tremendo, poi un altro schiocco: Bellamy aveva saltato di nuovo, ma Nina aveva già chiaro dove volesse atterrare e di nuovo cambiò la sua traiettoria per non essere colpita.
Un altro schianto.
I crateri adesso erano tre, dentro uno di questi Bellamy si guardava intorno incerto sul da farsi.
«Vuoi continuare a saltellare a caso iena, o forse sarebbe meglio coniglietto?» La voce della donna proveniva direttamente da dietro la linea dei suoi scagnozzi, che terrorizzati si voltarono increduli di come avesse potuto raggiungerli con quella rapidità.
Il loro capitano ringhiò, poi mutò ancora per raggiungere la sua direzione.
Si udì un altro schianto e un urlo.
Il capitano aveva colpito uno dei suoi, un uomo dai capelli scuri con un numero tatuato sulla fronte, mentre Nina sedeva divertita a mezz'aria su un cumulo di falene dalla parte opposta al suo oppositore.
Dopo un'ulteriore manciata di schiocchi e schianti, la donna si stancò e fece la sua mossa.
Pochi secondi dopo, Bellamy giaceva privo di sensi e con il volto tumefatto nella stessa fossa del suo compagno dai capelli lilla, mentre gli altri membri della ciurma si prodigavano per estrarli e scappare via a gambe levate.Poc
Un'altra bolla era scoppiata.
«Mamma mamma, ho scialvato tutta la spesha.» Disse Kiki con fierezza quando Nina tornò a recuperarla in mezzo ai cespugli.
«Brava bambina mia, sei stata meravigliosa.» Le sorrise e la baciò mentre la prendeva in braccio con il borsone di vivande.
Si incamminarono verso il locale, stavolta la donna non avvertì nessuna spiacevole sensazione, almeno non prima di varcare la soglia.
L'interno era stato messo completamente a soqquadro, c'erano vetri e cocci su tutto il pavimento, cassetti scardinati e ante divelte, alcune lampadine erano state rotte e mancavano persino le gambe a qualche sgabello.
«Shakky! Shakky!» Gridò la donna, ma nessuno le rispose.
«Shaggy!» La emulò Kiki con voce incerta.
A quel punto, nel completo silenzio, udirono un mugolio provenire dal magazzino sul retro, così si fiondarono da quella parte.
La povera Shakky era stata imbavagliata e legata a una sedia con della corda e alla loro vista scoppiò in una grossa risata ovattata dal fazzoletto.
Nina poggiò per terra la figlia che le corse in contro, la guardò con le mani sui fianchi e le disse: «Se non succede una volta a settimana non sei contenta, eh?» Dopodiché scoppiò a ridere a sua volta e la raggiunse per aiutarla.
«A mia discolpa, stavolta ero sobria.» Osservò la donna dal caschetto nero con la sua solita voce graffiante, gettando per terra le funi recise.
«La zia è shobria.» Ripeté distrattamente Kiki.
«Ti hanno fatto del male?» Chiese l'altra apprensiva.
«Nah tranquilla Nina, niente di fatale.» La rassicurò accendendosi una sigaretta e offrendone una all'altra.
«Dobbiamo mettere a posto questo casino, tra poco comincerà ad arrivare gente.» Osservò la ragazza.
«Adesso fumiamo, poi ci pensiamo.» Rispose Shakky mentre usciva dal magazzino e con disarmante noncuranza si sedeva al bancone del bar.
«Zia Shaggy lo sai che io ho pesso il lecca lecca?» La informò Kiki.
«E perché stai sorridendo?» Le domandò lei, scuotendo per terra la cenere.
«Pecché ho salvato da shpesa.» Rispose la bimba sfoggiando un sorriso a 28 denti.
La donna ridacchiò divertita e si congratulò con lei per la dedizione che aveva dimostrato, mentre Nina si accomodava accanto a lei al bancone e la imitava scuotendo per terra la sigaretta.
«Che volevano?» Chiese sbuffando il fumo.
«Se te lo dico, ti metti a ridere.»
«Fammi ridere allora.»
Aspirò il fumo e poi rispose: «Ray... volevano batterlo prima di entrare nel Nuovo Mondo.»
Si guardarono con fare complice prima di scoppiare in un'altra fragorosa risata.
«Mamma.»
«Dimmi tesoro.» Disse Nina asciugandosi le lacrime.
«Guadda mamma.» La bimba terrorizzata si era messa dietro la madre e indicava un grande orso bianco che indossava una tuta arancione ed era entrato nel locale camminando su due zampe.
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The worst generation
Fanfiction"Hai fame di vita quasi quanto hai fame di morte." Kushina è una donna, una combattente, una figlia, una madre, una moglie. Il suo passato non le permette di rispecchiarsi a pieno in nessuno di questi ruoli, eppure le appartengono e lotterà contro g...