Seguirono momenti di commozione per un Law ancora stravolto dalla paura che aveva capito poco e nulla delle nuove disposizioni comunicate da Kin'emon.
Sapeva solo che i suoi uomini sarebbero rimasti insieme fuori dall'azione e che Kiki e Nina erano fuori pericolo.
Con il naso ancora gocciolante le salutò per tornare a riacchiappare quella testa vuota di cappello di paglia.
La combriccola si separò, solo i pirati heart privi di capitano rimasero uniti con lo scopo di trovare in fretta una nuova sistemazione prima della sfilata della Oiran.La capitale dei fiori fu il luogo perfetto dove rifugiarsi per i pirati heart. Erano incerti sul fatto di essere stati scoperti o meno, ma approfittando dal clamore per la sfilata della Oiran riuscirono a stabilirsi proprio nella città principale, nascosti in bella vista in una delle molte case abbandonate della periferia.
La capitale ospitava un numero spropositato di abitanti e risultò loro veramente facile confondersi tra la moltitudine di volti che passavano per quelle strade ogni giorno.
Kiki accusava un po' la mancanza di Momonosuke, dopotutto avevano trascorso diverso tempo insieme e chiedeva spesso di lui alla madre.
La piccola non capiva, non poteva capire a fondo, nemmeno dopo lunghe spiegazioni le riusciva di immaginarsi il ruolo di quel ragazzino in tutta quella faccenda. Come avrebbe potuto? Lei che lo vedeva solo come il suo amico Momo e sebbene di lui riuscisse a vedere molto, non avrebbe saputo figurarselo su uno scranno a dettar legge con autorità.
Qualche sera aveva pianto di nascosto perché le mancava tremendamente e nonostante la madre provasse brillantemente a sostituirlo nel gioco, c'era qualcosa che non poteva rimpiazzare, qualcosa che nemmeno Kikyo avrebbe saputo identificare se interrogata a riguardo.
«Quando la situazione si sarà calmata, potrò giocare ancora con lui.» Si ripeteva la piccola prima di andare a dormire per soffocare la tristezza, le stesse parole che le aveva detto Nina un pomeriggio mentre facevano un puzzle, ma il vuoto restava e Kiki non aveva i mezzi per alleviare quel disagio.
In breve tempo era sorta in lei una insolita apatia.La sfilata della Oiran era passata più veloce del previsto a dispetto di tutto il clamore che aveva suscitato nella popolazione e così com'era arrivata se ne era andata: circondata da una folla ammirante composta per lo più da boccaloni invaghiti e signore divertite.
Si vociferava nella periferia che le fosse successo qualcosa al castello dello Shogun, ma le notizie in quel luogo arrivavano in ritardo e rimescolate dalle molte bocche che le avevano portate fin lì.
L'unica fonte affidabile in mezzo al chiacchericcio era Law che quando tornava non si dimostrava mai avido di dettagli su ciò che aveva visto o sentito.
«Li hanno catturati.» Tuonò Nina funerea in risposta alla domanda di Law.
«Cosa? Quando?» Sgranò gli occhi l'uomo.
«Stamattina. Hanno rastrellato la zona in cerca di quei ribelli, noi eravamo fuori.» Il suo volto era teso tra la rabbia e il dispiacere.
«Ci sono dei bagni fantastici, dovresti provare.» Gongolò Bart.
«Ma che commento è?» Lo sgridò Narvalo.
«Già! Ti hanno appena rapito dei compagni!» Aggiunse Spugna stizzito.
«Fatemi pensare...» Li interruppe il capitano con tono grave.
«Che c'è da pensare? Andiamo e li liberiamo.» Suggerì Hakugan.
«Già, chi se ne frega, tanto quegli altri testoni ci hanno già fatti scoprire.» Osservò Spugna.
«Come siete avventati.» Li riprese Narvalo.
«Sei tu che dormi troppo.» La incalzò Riccio di mare.
«Volete stare zitti?» Li ammonì Nina seccata.
Aveva preso un po' di sole e la cicatrice sul volto le si era arrossata.
Law la guardò increspare la fronte e poi rilassarla, restava una goduria per gli occhi in qualsiasi caso, persino mezza spettinata e stanca come era quella sera. Aveva preso un vestito più grande per coprirsi bene come piaceva a lei, ma nessun kimono per quanto grande avrebbe saputo nascondere la sua bellezza.
«Allora? Hai qualche idea?» Lo interrogò.
«Nessuna, ho bisogno di dormirci su.»
«Sappiamo dove sono stati portati?» Chiese Narvalo.
«Non ne ho la più pallida idea, penso siano insieme a tutti gli altri ribelli prigionieri.» Ipotizzò lui.
«Le ragazze sapranno sicuramente qualcosa.» Disse Nina sbadigliando.
«Non ne ho idea, non c'è verso di contattare Nico Robin e Shinobu non mi piace.»
«Ci parlo io se vuoi capitano.» Si offrì Jean Bart arrossendo.
«Bleah.» Commentarono in coro Spugna e Riccio di Mare.
«Domani mattina ci proviamo, adesso ho bisogno di dormire.» Decretò il capitano sbadigliando a sua volta.
Si alzarono tutti e si diressero nelle rispettive camere.
«Allora? Dove eravate di bello stamani?» Bisbigliò Law chiudendo la porta dietro di sé.
Kiki dormiva tutta stravaccata nello strano letto poggiato a terra.
«Siamo stati ai bagni pubblici...»
«Anche tu?» Law sapeva per certo che Nina si scopriva solo di fronte a pochissime persone. La guardò lasciandola ammutolita per un momento.
La donna arrossì e si sistemò i capelli riccissimi e sempre più indisciplinati.
«Volevo farti una sorpresa...» Confessò con una vocina imbarazzata che raramente si sentiva uscire dalle sue labbra.
Andò verso un mobiletto nell'angolo della stanza e aprì un cassettino.
Law le si avvicinò incuriosito.
«Guarda.» Sussurrò lei mostrandogli dei disegni su dei fogli.
C'era un dragone cinese rosso fuoco tutto spire, una tigre minacciosa con le fauci spalancate, fiori di ciliegio, carpe, oni.
Law prese nelle grandi mani quelle opere e le sfogliò affascinato, mentre Nina lo osservava nervosa.
«Allora? Ti piacciono?» Mormorò incerta.
«Sono bellissimi, ma cosa dovrebbero rappresentare?» Law le sorrise rincuorandola.
«Sono tatuaggi.» Inghiottì la saliva poi continuò: «Stamani sono andati tutti ai bagni e io sono rimasta a girovagare come una scema.»
Law la guardò intenerito da come si torturava le dita mentre gli parlava.
«Per caso ho trovato questo negozietto carino e ci sono entrata.»
«Facevano tatuaggi?»
«No, vendevano abiti, ma sul retro lavora un tatuatore abusivo che mi ha dato questi spunti.»
«Vuoi andare da un abusivo?» Gracchiò l'uomo.
«Shh svegli Kiki!» Lo ammonì. «E comunque sono tutti abusivi, qui è illegale tatuare.»
«Davvero?» Domandò stupito l'uomo.
«Davvero. E a quanto pare i tatuatori sanno anche un sacco di cose.»
«Immagino.» Commentò lui guardando quei disegni.
«Quindi? Ti piace l'idea o no? Ha detto che potrebbe coprirmi questa.» E così dicendo si appoggiò una mano sulla spalla, sede della cicatrice più profonda che aveva.
«Tutta? Dal braccio alla clavicola alla scapola?» La interrogò incuriosito.
«Tutta tutta.» Lei sembrava talmente felice all'idea che Law non se la sentì di avanzare perplessità.
Le sorrise e la strinse forte a sé.
«Certo che mi piace l'idea, non può non piacermi una cosa che ti rende felice.»
Lei ricambiò l'abbraccio con energia e cominciò a riempirlo di bacetti dappertutto.
«Però niente orchi.» Ridacchiò lui.
«Ma io volevo proprio quelli.» Replicò lei divertita.
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The worst generation
Fanfic"Hai fame di vita quasi quanto hai fame di morte." Kushina è una donna, una combattente, una figlia, una madre, una moglie. Il suo passato non le permette di rispecchiarsi a pieno in nessuno di questi ruoli, eppure le appartengono e lotterà contro g...