🤹‍♂️6. Il padre

53 2 0
                                    


In qualche modo doveva essersi sparsa la voce che il locale offrisse i beveraggi, così Shakky aveva dovuto malmenare almeno una decina di avventori già prima della mezzanotte.
Nel pomeriggio lei e la sua compagna avevano acquistato in fretta e furia la merce mancante e si erano rese conto di aver bisogno di meno prodotti di quello che temevano.
La capa del locale era di ottimo umore, almeno finché non vide di nuovo l'orso della sera prima varcare l'ingresso.
Il suo volto trasfigurò in una maschera di rancore.
«Io lo ammazzo.» Decretò con il pugno fumante pronto per essere rilasciato a piena potenza sul lobo frontale del malcapitato di turno.
«Shakky dai calmati, c'è gente.» Nina tentò di tamponare la situazione.
«Appunto, è giusto che vedano con i loro occhi.» Rispose furente.
L'altra non poté che osservare l'amica incedere a passo svelto verso la creatura, che tuttavia quella sera non era giunta sola.
Con l'orso c'era un ragazzo alto e smilzo che indossava una vistosa felpa gialla e un grande cappello di pelo bianco maculato.
Li vide parlottare per diverso tempo con Shakky mentre serviva i clienti e la donna sorprendentemente non li aggredì, ma si avvicinò con loro al bancone con fare cordiale.
«Buonasera.»
«Buonasera caro, che ti faccio?»
«Dagli due bicchieri di latte.» Ordinò Shakky serenamente, risalendo sul bancone.
«Non volevi picchiarlo?» Bisbigliò Nina mentre prendeva i bicchieroni.
«Sei matta? Hai visto lui chi è?»
Nina si voltò e si trovò di fronte un volto conosciuto, ma al quale non sapeva associare un nome.
Versò loro la bevanda e tornò a seguire gli altri clienti.
«Non c'è Kiki stasera?» Chiese l'orso sinceramente interessato.
«No, lei non sta qui di solito... ecco qua.» Porse un boccale di birra a un signorone robusto con una folta barba bruna.
«È con il papà allora.» Continuò la creatura.
Nina esitò.
«È a casa a dormire. È tardi per restare svegli.»
«Capisco.» Bevve un altro sorso.
«Dimmi una cosa signor orso-»
«Si chiama Bepo.» La corresse il suo accompagnatore con tono infastidito. Nina gli lanciò un'occhiata di sufficienza e continuò, fingendo di non notare l'imbarazzo insorto nell'animale.
«Dimmi una cosa signor Bepo-»
«Solo Bepo va bene.» La interruppe Bepo mentre si grattava la nuca e diveniva rosa salmone.
Nina alzò gli occhi al cielo.
«Va bene, ma ora non mi ricordo più cos-»
Una sensazione spiacevole di pericolo la fece ammutolire.
Vide dei fucili puntati e il bersaglio era Kikyo.
«Cazzo.» Imprecò. «Shakky torno subito, devo andare dalla bambina ho... ho dimenticato una cosa.»
La donna annuì e la guardò con apprensione sparire dal retro con lo scopo di raggiungere gli appartamenti al piano di sopra.
Sapeva tutto di Nina, aveva imparato a conoscerla in quei mesi ed era cosciente che quando si comportava in quel modo non ne veniva mai nulla di buono.
«Che ha la tua amica?» Domandò il ragazzo dal cappello maculato a Shakky.
«Nulla, ha solo dimenticato una cosa di sopra.»
Riferì lei sbrigativa ed ebbe appena il tempo di abbassarsi per prendere a un cliente la bibita richiesta che all'esterno si udirono una miriade di spari esplosi all'unisono.
All'interno del bar calò il gelo e nessuno osò aprire bocca nemmeno quando sentirono cadere dei calcinacci della parete esterna.
Fuori un uomo gridava furente: «Vi avevo detto in aria imbecilli!» La sua voce la conosceva quasi ognuno dei presenti, ma ne ebbero la conferma solo quando con un calcio questi buttò giù la porta nuova.
Aveva i capelli bianchi, in bocca teneva due sigari accesi e nel giubbotto ne aveva altri contenuti in una cartucciera. Dalla sua spalla spuntava un jitte e addosso portava il simbolo della Marina.
I clienti, pirati e fuorilegge per la maggior parte, sembrarono divenuti statue di sale alla sua sola vista.
«Smoker buonasera, sei venuto a rovinarmi gli affari?» Lo incalzò Shakky infastidita.
«La colpa non è mia se fai affari con questa marmaglia.»
Affermò buttando uno sguardo generale alla clientela impaurita. Quando notò che qualcuno tentava di svignarsela di soppiatto aggiunse: «L'edificio è circondato e non ce ne andremo finché non avremmo finito.» Detto questo si avvicinò al bancone e sbattè un avviso di taglia sul marmo, poi sbuffò una nuvola candida.
«Newgate Kushina detta Nina si trova in questo posto.» Disse.
Shakky prese il manifesto, lo osservò e glielo restituì.
«No.» Decretò.
«Non era una domanda.» Ridacchiò il commodoro, dopodiché si voltò verso i presenti e sventolò loro il foglio di fronte. «Questa pirata è la figlia del pirata Barbabianca. Ha con sé un bambino di poco meno di tre anni e chiunque mi porterà fino a loro avrà la taglia della madre e quella del padre.» Urlò a pieni polmoni.
Il brusio levatosi poco prima cessò e tutti cominciarono a guardarsi tra loro, indecisi sul da farsi.
«Nessuno te la consegnerà: lei non è qui Smoker.» Ribadì Shakky sbattendo il pugno.
«Io l'ho vista.» Urlò titubante un ometto pelato sulla destra.
«Io pure.»
«Anche io.» Gli fecero eco altre voci.
«Vedi Shakuyaku? Ti fidi troppo di questi criminali.» La schernì mentre camminava verso il primo che aveva cantato.
«Allora dov'è che l'avresti vista?» Chiese il cacciatore bianco.
L'ometto pelato tremolò poi iniziò: «Era qui fino a prima, lavorava con la signora.»
«E ora dove si trova?»
«Non l'ho vista uscire, sarà didietro.»
La tensione si tagliava con un coltello.
Shakky tremava e mentre malediceva Rayleigh per averla convinta a prenderla con sé, sperava che avesse già trovato un modo per scappare con Kiki.
Si udirono degli spari improvvisi all'esterno, Smoker e molti dei clienti incuriositi furono fuori in un baleno, ma non ebbero nemmeno il tempo di abituarsi al buio della notte che furono investiti dall'ambizione del re conquistatore che li decimò.

The worst generationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora