🎰28. Azzardo

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Nessuno dei due uscì dalla propria cabina quella notte, gli incubi non possono tormentare gli insonni.

Si ritrovarono nel primo pomeriggio seguente insieme a tutti gli altri per tornare a battere l'isola in cerca di altri bottini.

«Ho una fame!» Esclamò Narvalo passando davanti a ristorantini con un profumo niente male.
«Hai dormito fino alle due, ci credo che hai fame.» Commentò Penguin sarcastico.
«Qualcuno mi ricorda che cosa ce lo portiamo dietro a fare?» Disse lei infastidita.
«Ha ragione la dolce Narvalo.» Le diede man forte Shachi.
«E sta' zitto anche tu!»
«È intrattabile quando non mangia.» Bisbigliò Bepo a Nina.
La donna ridacchiò, poi le disse: «Andiamo a comprare un po' di scorte per il sottomarino?»
Narvalo la prese per una spalla con occhi a forma di stelline e annuì energicamente.
«Ci ritroviamo qui davanti alle 18.00.» Ordinò Law, indicando una piccola lavanderia per fogliame alla sua destra.
«Posso venire con voi dolci principesse?» Chiese Shachi sputando fumo dal naso.
«Io posso proteggervi mie fate.» Gli fece eco Penguin.
«Non se ne parla.» Li fermò il capitano. «Voi venite con me, vediamo se riusciamo a portare via qualcos'altro di interessante prima di stasera.»
I due lo seguirono mesti.
Nina si voltò prima di perderli di vista, sorrise quando vide l'uomo alto con la camicia gialla che la guardava a sua volta.

Il mercato locale si trovava sul lato est della città e vedeva di tutto, dal cibo ai vestiti, dai libri alle piante.
«Saremmo dovute venire prima, guarda quei soprammobili!»
«Nina ho fame.» Si lamentava la donna castana, correndo dietro all'amica che schizzava entusiasta tra una bancarella e l'altra.
«Sì ora prendiamo anche da mangiare. Guarda queste collane!»
«Nina! Ho fame!» Si impuntò Narvalo stufa.
«Va bene, scusa.» Disse imbarazzata.

Presero di tutto: pesce essiccato, carne essiccata, frutta, verdura, legumi in scatola, formaggi e spezie.
Quando Narvalo andò a pagare le prese un mezzo colpo.
«Nina...»
«Sì?»
«Come la portiamo tutta questa roba?» Aveva l'espressione di qualcuno che aveva appena pestato una cacca.
«Nessun problema.» La rassicurò la donna. Mosse due dita e uno sciame di falene si materializzò loro proprio di fronte.
«Sei un genio!»
Iniziarono a caricare le casse e tra gli sguardi increduli dei passanti, le portarono in volo fino al molo.
Incrociarono qualche persona di statura normale nel tragitto, ma non si fermarono a indagare: ci avrebbero pensato da lì a poco.
Quando salirono sul ponte la piccola Kikyo corse subito ad abbracciare la madre.
«Come procede qua?» Domandò a Bart.
«Il solito, non è mica che ci divertiamo tanto.»
«Io mi divetto.» Protestò la bimba sventolando in aria Miss Princess.
«Abbiamo appena finito di controllare il motore.» Disse Hakugan con palpabile soddisfazione.
«Io ho fatto tanti disegni.» Si vantò Kiki.
«Ma che bello, stasera li facciamo vedere a tutti e chiediamo a Trappi se possiamo appenderli.»
Le spettinò giocosamente i capelli neri facendola ridere.
«Nina! È tardi!» La richiamò Narvalo dal pontile.
«Devo andare, fate i bravi.»

La serata si rivelò di gran lunga più movimentata a partire dal fatto che fecero attendere gli altri 4 per mezz'ora.
«Siete in ritardo, sono quasi le 19.» Fece loro notare Bepo non appena furono abbastanza vicine per sentirlo.
«Scusate, avevamo tante scorte da trasportare.» Si giustificò Nina.
«Sì, abbiamo fatto una faticaccia.» Le resse il gioco Narvalo.
«Non sarebbe successo se fossi venuto con voi, dolci regine.» Broccolò Shachi.
«Avrei portato anche voi per non farvi stancare, fantastiche dee.» Lo seguì Penguin prima di guardare in cagnesco l'altro.
«Piantatela, abbiamo da fare.» Abbaiò Law indispettito.
Si avvicinò a Nina e la fissò negli occhi ambrati con l'aria da cane bastonato.
«Hai ancora quel vestito?» Le domandò a voce bassa, diventando rosso come un pomodoro.
«Sì, ma non ce l'ho qui. Ieri ti sei arrabbiato e-»
«Non importa. Qualcuno lo vada a prendere.» Ordinò girandosi di scatto senza più riuscire a guardarla. «Penguin, vai anche tu.»
«Capitano io non credo di volerlo fare.» Protestò l'uomo.
«Fare cosa?» Chiese Narvalo sospettosa.
Shachi aveva iniziato a ridere incontrollato, indicando il compagno che non si stava divertendo per niente.
«Ovviamente deve indossarlo.» Disse Bepo fugando ogni dubbio.
«Cosa?»
«Cosa?»
«Ahahahahah.» Shachi iniziava a diventare bluastro e i minuti passanti lo osservavano in apprensione.
«Abbiamo scovato un tizio in una bisca, che... be'...» Provò a spiegare Law.
«Hanno u-n ap-puntamento.» Sghignazzò Shachi.
«Non c'è nulla da ridere.» Gli rispose Penguin tra i denti.
«Oh ti staranno benissimo le perle Penguin.» Commentò Nina divertita.
«Ohh dolce Nina, me lo metterò subito per te.» L'uomo cambiò repentinamente tono, iniziando a spruzzare vapore dal naso.
Nina si accese una sigaretta, sotto gli occhi del capitano che la studiavano.

Tornarono una mezz'ora più tardi.
Penguin bofonchiava insulti sconosciuti sistemandosi la tuta e di tanto in tanto i suoi occhi scoppiavano diventando cuori rosa.
«Gli sta facendo dei complimenti per convincerlo?» Si chiese Narvalo che li vedeva in lontananza.
«Che sempliciotto.» Commentò Shachi.
«Starebbe bene anche a te un bel vestito.»
«Me lo metto subito, dolcissima Narvalo.» Stelline e cuoricini gli comparvero tutto intorno.
Si incamminarono immediatamente, dirigendosi a ovest della città mentre piccole lucette dorate si accendevano sopra le loro teste.
Man mano che si avvicinavano al loro obbiettivo, la quantità di passanti diminuiva e i pochi rimasti avevano un'aria tutt'altro che rassicurante.
Drappelli di truppe locali pattugliavano la zona a gruppi, inforcando delle piccole lance.
Li evitarono facilmente e si infilarono in una cantinetta.
Di tutte le porte a formato ridotto sotto le quali si era infilato Law, quella fu per lui la più facile da attraversare: doveva essere ideata apposta per i turisti.
A conferma di ciò, la stanza era gremita di persone di statura convenzionale.
Era un bell'ambiente per essere irregolare. Era ampio, luminoso, con numerose sedie e tavoli da gioco, nessuna finestra e un bar molto fornito.
Presero una bottiglia e tre bicchieri e si accomodarono a un tavolino.
«Voglio godermela come fosse un film.» Commentò Narvalo, mentre Penguin era andato in bagno a togliersi il tutone.
«Sarà meglio che stiamo all'erta invece.» Li avvisò il capitano, sorseggiando dal bicchiere e indicando con un cenno del capo un gruppetto di buzzurri nel tavolo in fondo a sinistra.
«Sono in 4 e probabilmente già ubriachi, ma il capitano ha 63 milioni di taglia.» Aggiunse a voce bassa.
«Chi è il pollo?» Si informò Narvalo.
«Quello vestito di rosso, è il vice.»
L'uomo in questione era girato di spalle, aveva i capelli mossi e biondi e uno strano sombrero con le paillettes vermiglio. Agitava le mani con fare teatrale e di tanto in tanto si scompigliava la chioma, facendo voltare tutte le ragazze presenti.
Penguin uscì dal bagno dopo un tempo ridicolmente lungo, portava ancora il cappello, continuava a sistemarsi il vestito per coprirsi il più possibile le gambe pelose. Era rosso come un pomodoro e camminava come se avesse cavalcato per giorni interi.
«Vai, sei stupendo.» Gli sussurrò Nina mentre passava di fianco al loro tavolo.

Arrancò fino alla bisca in fondo a sinistra e cominciò a parlottare con i presenti.
L'uomo vestito di rosso lo guardò e lo abbracciò toccandogli il sedere.
«Chissà cosa si staranno dicendo.» Si chiese Nina, ma girandosi verso i compagni notò che a nessuno interessava visto che si stavano quasi affogando con il liquore per le risate.
Passarono molti minuti prima che l'uomo desse loro qualche segnale e accadde proprio mentre quei gaglioffi stavano scambiandosi i posti per giocare.
Law si alzò velocemente e andò nella loro direzione.
L'altra ciurma lo occhieggiò, ma non gli diede molta importanza.
Penguin era in piedi e stava massaggiando le spalle al suo cavaliere vermiglio che sedeva proprio di fianco al capitano. Questi era un omaccione barbuto con gli occhi cadenti e indossava un basco fucsia sulle ventitré.
«Room.»
La stanza si propagò per buona parte del locale, ma i giocatori concentrati non se ne accorsero.
«Siete già al completo?» Domandò Law ai due poggiando le sue mani sulle loro schiene e attraversandole.
«Sì, vattene via sfrontato!» Esclamò Penguin con voce nasale, spintonandolo.
In quel momento- mentre tutti osservavano il complice- Law sfilò due cuori e se li mise rapidamente in tasca.
Fece per andarsene, ma una voce roca lo fermò.
«Ehi aspetta un attimo, cosa gli hai passato ragazzino?»
«Non mi ha passato nulla, come ti permetti?» Si difese l'altro capitano.
«Aveva qualcosa in mano, l'ho visto!»
Law non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi per vedere da chi provenissero quelle accuse, che si sentì placcare da dietro.
Perse l'equilibrio e cadde sbattendo la faccia a terra.
«Lasciami, non gli ho dato un bel nulla.» Disse all'ometto pelato che lo aveva atterrato.
«Ah no? Vediamo se hai qualcosa anche per me.»
Allungò la mano per infilargliela in tasca, ma non ci riuscì. Law riuscì con una gomitata a scrollarselo di dosso e fu a quel punto che l'intero tavolo si alzò.
«Tu resta dietro di me.» Disse galantemente a Penguin l'uomo vestito di rosso.
Law si rimise in piedi, ma dovette subito schivare un pugno.
«Dannato bastardo di un baro, ce la pagherai!»
Nina si alzò prima di tutti e corse in suo aiuto, mentre i 4 avversari l'avevano circondato e lo stavano colpendo unitamente con calci e pugni.
Andò dietro al cavaliere scarlatto e gli bussò sulla spalla. Quando questi si voltò, lo fece volare in aria con un montante intriso di haki.
Il suo sombrero luccicante cadde per terra.
I 3 rimanenti fecero per scagliarglisi contro assetati di vendetta, ma non riuscirono a centrarla neanche per errore. Nel momento in cui furono tutti intorno a lei, li buttò giù come birilli con un solo potentissimo calcio basso.
Penguin, che aveva evidentemente assunto in pieno il suo ruolo di damigella, scavalcò gli sconfitti saltellando.
Nina tese la mano al suo capitano che in ginocchio si reggeva lo stomaco e imprecava.

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