Le settimane successive trascorsero come se nulla fosse mai successo, ma Nina avvertiva che qualcosa era cambiato. Quando si svegliava la mattina- seppure stanca- sentiva finalmente di appartenere a qualcosa, di aver trovato una compagnia della quale fidarsi e alla quale affidarsi. Pensò spesso alle parole di Shakky e a quelle di suo padre e aveva l'impressione di aver sempre seguito i loro avvertimenti anche se non lo sapeva.
Tutto ciò che aveva passato un quel mesi bui l'aveva infine guidata lì e le fu impossibile non pensare si trattasse di un cerchio che si chiudeva definitivamente.
Nei suoi pensieri, le persone che aveva perduto erano sempre lì con lei a ricordarle quanta strada aveva fatto in solitudine. Sperava ne fossero fieri, tuttavia nelle sue notti travagliate, non erano più i rumori né le turbolenze il problema, ma i volti dei defunti severi che la giudicavano per il suo tradimento.
Barbabianca la sgridava come mai aveva fatto in vita per essersi unita a un rookie, Ace la ignorava perché stava andando avanti.
Accadeva sovente che si svegliasse in lacrime e uscisse dalla sua cabina per schiarirsi le idee, a volte incrociava qualche volto amico e insonne come lei all'esterno, spesso si trattava di Law.«Ma tu non dormi mai?» Le disse la terza volta che la sorprese a vagare per il sottomarino nottetempo.
«Mi sa che abbiamo lo stesso problema.» Replicò lei infastidita dalle luci al neon, ma nello sguardo grigio dell'uomo trovò solo una profonda comprensione.
«Incubi, eh?» Domandò lui e il suo stringersi nel cardigan nero era già una risposta.
«Un'informazione per un'informazione.» Gli sorrise sarcastica con occhi stanchi, poi se ne andò.La notte successiva si ripeté identica, così come quella dopo e quella dopo ancora.
Il giorno lo trascorreva a godersi la compagnia dei vivi, la notte a farsi perseguitare dai morti.
Narvalo le aveva suggerito un buon rimedio per attenuare le occhiaie scure, ma nessuno sapeva dirle come attenuare il suo crescente senso di colpa.Il giorno dello sbarco era più assonnata del solito.
Il sottomarino giallo emerse nella baia di Guamo nel primo pomeriggio. L'equipaggio si riversò sul ponte immediatamente a godersi i salubri raggi solari dei quali tanto avevano sentito la mancanza.
Si sporsero dalla balaustra con espressione incantata dalla meravigliosa flora che si poteva già scorgere ancor prima dell'attracco.
Fronde piene di fogliame di diverse forme e dimensione, in un arcobaleno di sfumature di verde che riluceva sotto la luce calda.
Nina prese un sospiro pieno e soddisfacente e si accese una sigaretta, mentre Kiki scorrazzava sul ponte bagnato.
«Oh come mi piacerebbe scendere giù, sembra un paradiso.» Disse Spugna frustrato.
«Rimani qua?» Domandò Nina.
«Sì, ci alterniamo a gruppi quando attracchiamo. Stavolta tocca a Riccio di mare, Bart e me restare qua.»
«Non potete chiedere un cambio?»
«A chi? Narvalo e Shachi non vedono l'ora di sgranchirsi le gambe, guardali.»
Si voltò verso la direzione indicata dall'uomo col cappuccio viola e vide i due saltellare in cerchio con Kiki. Sorrise e si dispiacque di doverla lasciare a Bordo.Scesero cauti guidati da Bepo.
«Facciamo attenzione, alcuni documenti dicono che questo posto sia infestato di sabbie mobili.» Li avvisò Penguin.
Camminarono cauti fino al primo sentiero segnato nella foresta.
Le piante erano talmente fitte che la luce solare passava con fatica tra le fronde, il terreno era battuto e sufficientemente solido, ma tutto intorno c'erano radici e arbusti bruni tipici di zone limacciose. L'odore di acqua stagnante entrava pungente nelle narici.
Grossi volatili variopinti passavano veloci sopra le loro teste, così veloci che era impossibile capire di che specie si trattasse.
«Qui intorno sicuramente c'è qualche tesoro.» Disse Narvalo a voce bassa.
«Sarebbe il posto ideale per nascondere qualcosa.» Concordò Shachi.
«Oh guarda...» Indicò Bepo sorpreso.
Di fronte a loro si stava rivelando una grandissima e chiassosa cittadina.
«Ma guarda che strano, è sopraelevata.» Notò Nina.
Lunghe gradinate di pietra chiara e irregolare che rappresentavano diversi accessi alla città gli si pararono davanti, sulla cima dei grandi archi metallici reggevano qualcosa.
«È una rete quella?» Si domandò Penguin.
«Una voliera?» Chiese Law.
«È una zanzariera gigante.» Gli occhi di Narvalo si illuminarono.
«Ha senso.» Commentò Bepo mettendo la zampa sul primo gradino e voltandosi a guardare gli altri.
«Il piano è lo stesso.» Esordì il capitano serioso. «Ci dividiamo in due gruppi e raccogliamo informazioni. Stasera ci troviamo qui. Nina e Bepo con me.»
«Ovviamente devo andare con questi due.» Bofonchiò Narvalo buttando un occhio a Penguin e Shachi che la guardavano come fosse un quarto di bue.
«Dolce Narvalo, non fare così.» Broccolò Penguin.
«Saremo ottimi gentleman come al solito.» Gli fece eco Shachi con una strana bavetta alla bocca.
«Andiamo.» Li esortò il capitano.Entrarono da due scalinate differenti per coprire la maggior parte della superficie disponibile.
«Fa fresco qui.»
«Nina ci sono 30 gradi.» La contestò Bepo.
«Io sento freschetto.»
«Tu hai il termometro rotto.»Gli abitanti del luogo li osservavano incuriositi.
La maggior parte di loro era scuro di pelle e alto circa la metà di Law.
Indossavano vestiti conosciuti, come gonne, giacche e cravatte, ma di tessuti non proprio convenzionali. A dire il vero non si trattava affatto di tessuti, ma di foglie e petali tutti cuciti tra loro per adattarsi a diventare indumenti. Il risultato era assimilabile a un costume da Arlecchino ecologico, ma a Nina piacquero molto.
«Dobbiamo trovare un punto di interesse.» Si prefissò Law.
«Cioè?» Domandò Nina.
«Un locale dove passano parecchie persone e dove chiaccherano parecchio.»
«Facile, un bar.» Disse lei.
«Chissà se hanno l'alcol in questo posto.» Si chiese Bepo.
Nina camminava e studiava i vari negozi. Erano tutti costruiti in legno su una base tonda, con tendaggi e insegne fatti di rami e foglie e delle porte ridicolmente basse.
Una curiosità la assalì.
«Ragazzi...»
«Sì?» Le replicarono in coro.
«Al bar di Shakky siete riusciti a portare via quello che volevate?»
«Oh sì!» Esclamò Bepo soddisfatto.
«Avevamo un bel diversivo non c'è che dire.» Commentò Law divertito.
«Vuoi essere ancora il nostro diversivo?» Le domandò l'orso.
«Che devo fare?»
«Svieni, cominci una rissa, quello che vuoi. Sarà divertente.»
«Mi basta che tu distragga qualche pirata.» Aggiunse il capitano.
«Ricevuto.»
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The worst generation
Fanfiction"Hai fame di vita quasi quanto hai fame di morte." Kushina è una donna, una combattente, una figlia, una madre, una moglie. Il suo passato non le permette di rispecchiarsi a pieno in nessuno di questi ruoli, eppure le appartengono e lotterà contro g...