🪴48. Erba

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Le giornate trascorrevano tranquille e inconcludenti per la ciurma dei pirati heart. A intervalli regolari Law andava a rubacchiare dalla dispensa della città fiorita e ogni volta tornava con qualche pietruzza da far colorare a Kikyo.
La piccola era spensierata e gioiosa più de solito, adesso che aveva qualcuno con cui giocare.
Momo per contro appariva più mesto e riflessivo del solito, spesso andava nel cimitero e si raccoglieva in preghiera sulla tomba del padre. Era sempre seguito da uno dei suoi protettori che pareva attendessero un suo fiato per fare qualcosa.
Furono giorni di rivelazioni casuali, per esempio la ciurma di Law scoprì dell'esistenza della sorella di Momonosuke dispersa, della probabile presenza di una spia, sentirono parlare degli altri membri dei foderi rossi e Nina trasalì quando le venne detto che Izo era nella compagnia un tempo.
I racconti suoi suoi fratelli dispersi le mettevano sempre una certa malinconia, se li immaginava ancora in lutto come lo era lei e soli in un mondo che di fraterno aveva ben poco.
Pensava a Marco, chissà se Gatto Vipera era riuscito a trovarlo e poi a Vista a Rakuyou, a Curiel e a tutti gli altri che negli anni aveva imparato a conoscere e ad amare come fratelli.
Anche se lei era l'unica figlia biologica di Barbabianca su quella nave, nessuno si era mai sentito meno amato o coinvolto e nessuno le aveva mai fatto pesare la sua condizione per gelosia.
Sospirò anche mentre Kin'emon le raccontava le avventure di Oden, quelle che conosceva almeno e si commosse quando Momo iniziò a singhiozzare. Era solo un bambino, ma portava sulle spalle il peso del riscatto di un intero clan.
«Perché non vai a giocare con Kiki?» Gli chiese asciugandosi una lacrima.
Erano seduti per terra nella rimessa che avevano ricavato dalle rovine del palazzo.
Fuori era giorno e gli altri erano spaparanzati sull'erba a godersi i caldi raggi del sole.
Il piccolo la guardò con una tristezza che nessun bambino dovrebbe mai avere in viso e fece un cenno di assenso.
Nina mosse piano le dita e uno scintillio di falene dorate comparve tutto intorno a loro per dirigersi attraverso la porticina.
Si udirono le risate cristalline di Kiki provenire dall'esterno.
Momo si asciugò gli occhi e le seguì.
Il tepore del sole sulla sua fronte lo rinvigorì e consolò il suo animo affranto dal prematuro distacco delle figure genitoriali.
Kiki gli corse in contro esaltata con un sorriso a 32 denti, forse qualcuno in meno visto che iniziava a perderli.
«Momo vien... che è successo?» Gli chiese preoccupata.
Lui raccolse un po' di forza e si ricompose prima di dire: «Niente.» Con una certa nonchalance.
Si sentì una risatina di Nina alle sue spalle, quando Momonosuke si voltò la vide uscire con Kin'emon.
«Gli abbiamo detto che non può avere tutti i biscotti.» Disse la donna alla piccola che la ascoltò con aria seria.
«I biscotti sono per tutti.» Asserì Kikyo con tono da saputella.
«Ma se provi sempre a prenderti i miei.» La smentì Momo.
Kiki per tutta risposta gli fece la linguaccia e poi scappò via mentre il piccolo Kozuki la rincorreva a perdifiato per tutta la collina.
«Fate piano!» Li ammonì una sonnecchiante Narvalo con aria seccata, mentre si spostava il cappello dalla faccia. Era sdraiata sull'erba alta e verde a giovare dell'aria aperta.
«Era ora che qualcuno la svegliasse, sta sempre a dormire.» Commentò Bart mentre giocava a dadi con Penguin e Shachi su una pietra lì vicino.
«La dolce Narvalo ha bisogno di riposo per essere così bella.» Lo riprese Penguin osservandola sognante.
«Come farebbe a essere una dea simile altrimenti.» Concordò Shachi gongolante.
«Guardate che vi sento!» Li mise in guardia lei.
«E lasciatela in pace, lo sapete che non sta bene se non riposa le sue 12 ore.» Li ammonì spugna serioso, suscitando ilarità in Bepo e Bart che conversavano poco lontano.
«Kiki è l'ora della merenda!» La richiamò Hakugan uscendo dalla casupola con qualcosa in mano.
Nina e Kin'emon si voltarono e lo videro brandire una mela tagliata.
«Sono occupata!» Declinò lei strillando lontana di alcuni metri. Aveva il fiatone e si fermò solo per fare quella comunicazione, per poi sfuggire appena in tempo alla presa di Momonosuke.
«Venite qui tutti e due.» Li chiamò Law uscendo a sua volta con un grappolo di uva in mano.
«Avete rapinato un frutteto?» Ridacchiò Nina divertita dalle loro espressioni contrariate per essere stati ignorati.
«Più o meno, abbiamo preso troppa roba l'ultima volta. Dobbiamo consumare le cose che marciscono prima.» Spiegò Law osservandola.
Era minuscola rispetto a Kin'emon e adesso che erano fianco a fianco si notava ancora di più, il che la rendeva tenerissima anche mentre minacciava i pupi di scofanarsi tutto da sola e lasciarli a digiuno.
Il sole caldo del pomeriggio le accarezzava il viso che riluceva sotto i suoi raggi. La sua bella pelle solcata da segni bianchi e rossastri era la più morbida sulla faccia della terra e Law avrebbe voluto baciarla finché non gli si fosse staccata la mandibola.
«Tutto bene capitano?» La voce di Hakugan interruppe quel fantasticare.
L'uomo si guardò ai piedi trovandovi i due piccoletti con le braccia protese.
Kiki gli fece battere il cuore più della compagna in quel momento, con i suoi occhioni scuri che lo osservavano speranzosi e il suo sorriso bucato.
«Metà per uno.» Decretò dolcemente mentre divideva il grappolo.
«Papà io ho più fame.» Mugolò lei.
«Se avrai ancora fame, più tardi ne mangerai altra. Va bene?»
La bimba annuì energicamente e si prese la sua parte e mezza mela per poi andare a mangiarsela insieme a Momo poco più in là.
«Ti lavo qualcosa?» Chiese a Nina dolcemente. Questa scosse il capo facendo ondeggiare i suoi corti riccioli biondi.
«A noi altri non chiedi niente?» Sindacò Kin'emon.
«Lo sapete dove stanno le cose, prendetele se le volete.» Borbottò l'uomo mentre andava verso la compagna.
«Arriva qualcuno?» Le domandò distrattamente baciandole la testa e abbracciandole le spalle. Profumava di mughetto, Law arrossì guardandola chiudere gli occhi. La cicatrice che aveva sul volto era quasi del tutto sbiancata con il passare del tempo, gliela baciò.
Le sue falene erano disseminate qua e là lungo il sentiero che portava a quel luogo e oramai le bastava concentrarsi per vedere attraverso i loro occhi pigri per individuare visitatori ancor prima di percepirne la presenza.
«Dovrebbe venire Robin oggi.» Commentò, cercando qua e là di sbirciare.
«Così ci eravamo detti.» Confermò lui accarezzandole il viso e sistemandole il vestito.
«Eccola... tra una decina di minuti sarà qui.» Predisse per poi rialzare le palpebre.
Law seguitava ad accarezzarla delicatamente sulla cicatrice.
Nina si accese distrattamente una sigaretta, lo acchiappò dal vestito sulla schiena e iniziò a dondolare spensierata.
Nel dondolio Law iniziò a camminare per condurla più in là dove l'erba era più verde e più alta. Arrivato nel punto adatto, a sorpresa la sollevò e la adagiò per terra.
La donna ridacchiava divertita mentre Law le si avvinghiava addosso dandole piccoli morsi da sopra il vestito.
«Mi fai il solletico!» Protestò ridendo lei e tentando di spostarlo senza volerlo spostare davvero.
«Ti mangio tutta.» La minacciò dolcemente.
Tra le loro risate e quelle dei bambini, era passato molto tempo da quando quella collina non aveva visto tanta beatitudine.

The worst generationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora