🏴‍☠️18. Il rookie

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«Siamo quasi pronti Traf, carichiamo le ultime provviste e possiamo partire.»
La voce di Spugna ruppe il silenzio degli operosi pirati heart che come formichine stavano riempiendo diligentemente la stiva del Polar Tang di provviste per la successiva traversata.
Il mare nero come un pozzo era calmo e una fresca brezza salmastra li risollevava dalla fatica.
Il sottomarino non poteva attraccare perché la chiglia avrebbe sfregato irrimediabilmente contro le asperità del fondale irregolare danneggiandosi. Perciò erano costretti a fare la spola con una scialuppa: la caricavano a riva, dove la riportavano vuota per esser nuovamente riempita e così via, finché non sarebbe rimasto più nulla da caricare eccetto l'equipaggio.
Bepo e Law erano sulla riva, Spugna faceva il nocchiero e tutti gli altri stavano nel Polar Tang a spacchettare e ordinare ciò che era loro pervenuto da terra.
Erano esattamente all'ultimo carico, quando da lontano Bepo avvertì qualcosa. Law lo guardò allarmato.
«Hai sentito capo?» Gli domandò spaventato.
«È il re conquistatore.» Pronunciò quella frase in modo spaesato come se non sapesse di cosa stava parlando.
«È Nina.» Disse Bepo.
Law ci impiegò qualche millesimo di secondo a decidere.
Strinse l'elsa della spada.
«Bepo vieni con me, voi altri finite e aspettateci qui. Fatevi trovare pronti.» Ordinò.
Poi corse verso il bosco con l'orso.
«Traf dove stiamo andando?» Domandò la creatura trafelata.
«Tu non preoccuparti, so dove si trova.» Così dicendo salì sulla schiena dell'animale e lanciò un ramo di fronte a sé.
«Room. Shambles.» La sua voce profonda attivò il frutto del diavolo il suo possesso, aprendo uno spazio confinato in cui si erano sostituiti al ramo.
«Secondo me non le serviamo a molto capo.»
Law prese un sasso.
«Room. Shambles.»
«Insomma, se ci pensi ha atterrato Smoker come nulla.»
Law prese un altro ramo.
«Room. Shambles.»
«Noi che possiamo fare in più?»
Law strappò una manciata di foglie.
«Room. Shambles.»
«Non sarà un po' avventato?» Domandò infine Bepo.
«Sta zitto siamo arrivati.» Mormorò l'uomo scendendogli dalle spalle e sistemandosi il lungo cappotto nero.
Erano all'entrata del paese e li separavano dalla meta appena dieci minuti di corsa.
Casa dopo casa, giunsero infine al bivio che li avrebbe portati alla taverna e lì si affacciarono.
Videro uno sciame di falene bianche in aria con una figura snella che vi sedeva sopra e un uomo gigantesco vestito da marine che stava saltando verso di lei con un pezzo enorme di muro in una mano.
«Vado a prendere Kiki.» Annunciò Law per poi scomparire improvvisamente dopo aver detto: «Room.»
Quando tornò era sudato, aveva la bimba in braccio che dormiva e il suo zainetto pieno e aperto con vestiti che ne sbucavano.
«Va', portala al Polar Tang, qui ci penso io.»
Bepo se la assicurò tra le zampe insieme allo zaino e partì a corsa. Correva straordinariamente veloce, sarebbe sicuramente arrivato prima di tutti.
Law vide Nina evocare una manciata di grandi falene colorate, la maggior parte mancarono il nemico, ma tre di queste lo infilzarono ferendolo.
Law si spostò velocemente per approfittare della distrazione di Garp e portare via la compagna, ma il viceammiraglio la ingaggiò rapidamente nonostante fosse ferito e sanguinante.
Il pirata uscì velocemente dal nascondiglio aspettandosi di vederla schivare e contrattaccare, invece...

Schiò schiò

L'uomo l'aveva colpita con un calcio devastante all'avambraccio destro, l'aveva abbattuta in un tonfo sordo e adesso si stagliava di fronte a lei come una tigre che ha immobilizzato la preda.
«Ahhhhhhhhhhh.»
Un lunghissimo grido di dolore spezzò il silenzio delle tenebre.
Garp le si accovacciò vicino, dando le spalle a Law che non poteva vedere in che condizioni fosse la donna.
«Non puoi proteggerla.» Le si rivolse quasi dispiaciuto, mentre gli occhi di lei erano quasi ciechi dal dolore.
«P-posso e lo farò.» Gli rispose ostinata strizzando gli occhi. Anche respirare le faceva male. Le scese una lacrima.
«Sei troppo gracile, potrei asciugarci il pavimento con te.» Così dicendo la sollevò da sotto le spalle con calma portandola alla sua altezza. Le gambe le penzolarono da terra.
«E io con te.» Gli rispose e con sguardo beffardo raccolse tutte le forze che aveva per sferrargli un calcio con l'haki dell'armatura in pieno petto.
Lo colpì fortissimo, un colpo che avrebbe sfondato il torace a qualsiasi persona normale, ma non Garp che si limitò a lasciare la presa e indietreggiare solo di qualche passo.
Nina evocò di nuovo le sue falene e tornò a sedersi sullo sciame, sanguinante e devastata.
Law finalmente poté vederla: aveva il volto macchiato da rivoli vermiglio che luccicavano alla luce della luna e il suo braccio destro aveva assunto un'angolazione del tutto innaturale, ansimava esausta. Un moto di rabbia lo investì.
Garp sbuffò e si sedette a terra a gambe incrociate.
Anche lui non pareva messo bene, gli mancava un dente e aveva dei tagli profondi per cui continuavano a sanguinargli le braccia.
Le incrociò pacificamente, poi indicò con il pollice alle sue spalle: «Questo rookie è con te?»
Il pirata strabuzzò gli occhi mise mano alla spada, pronto a darsi alla fuga alla prima avvisaglia di scontro.
Nina lanciò un'occhiata complice al ragazzo, poi guardò Garp.
«Sì, è con me.» Confermò.
«Vi concedo tre minuti di vantaggio.» Decretò sorridendo. La donna gli sorrise in risposta, materializzò altre falene e sollevò Law fino a condurlo alla sua stessa nuvola.
Il capitano strabuzzò gli occhi e si dimenò come stesse per cadere in un burrone, dopodiché trovò la posizione e si accomodò.
«Room.»
«Aspetta, Kik-» Non fece in tempo a protestare che si trovarono a decine di metri lontano da lì.
«È con Bepo.» La informò, poi guardò torvo al suo fianco destro, dove Nina lo aveva preso a braccetto.
«Ma com-»
«Room.»
«Sto per vomit-»
«Room.»

Nel giro di cinque minuti, una Nina stravolta e letteralmente a pezzi e un Law piuttosto nervoso giunsero alla scialuppa dove Bepo li aspettava.
«Andiamo, veloci.» Li esortò osservando le chiome dei cedri capitolare una dietro l'altra lungo il sentiero.
Nina dissolse le falene una volta arrivati sulla spiaggia, ma non si reggeva in piedi per il dolore e fu il capitano a caricarla di peso sulla scialuppa che già stava a qualche metro dalla riva.
«Tieniti il braccio più fermo che puoi.» La avvisò prima di prenderla e mettersela in spalla come un sacco di patate.
Quando Garp arrivò alla spiaggia era ricoperto di grosse talpe scure che gli morsicavano gambe e braccia.
Le accoppò velocemente maledicendole per avergli fatto perdere tempo, poi, a braccia conserte e rivolto verso i pirati che già stavano salendo sul sottomarino, si sganasciò in una grassa risata soddisfatta.

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