Il racconto completo e dettagliato sull'ascesa e disfatta di Oden prosciugò Kin'emon di ogni energia e alla fine sembrava mancargli persino lo spirito per concedersi qualche battuta.
Si erano radunati tutti intorno a lui, nessuno escluso e a un certo punto sul più bello erano ricomparsi anche Sanji, Nami, Chopper e Brook.
Nessuno aveva fiatato, persino i bambini ascoltavano affascinati quasi a voler completare un esercizio di attenzione ostico per due persone di quell'età.
A spiegazione conclusa, un Luffy entusiasta si alzò e rinnovò tutta la sua disponibilità nell'aiutare i Kozuki.
«Voi siete in nove quindi...» Rifletté Sanji a voce alta.
«Sì, alcuni di noi però sono scomparsi.» Rispose Kin'emon.
«So dove si trova Ashura.» Ribatté la ragazza dai lunghi capelli scuri che si era presentata come O-Kiku.
«Parla O-Kiku.» Le disse Kin'emon quasi a implorarla.
«È tornato a fare il bandito e ha cambiato nome.» Spiegò la donna.
«Dobbiamo andare a riprenderlo?» Ghignò Lufy divertito, mentre si scrocchiava le dita.
«Non sarebbe una cattiva idea, sembra un lavoro per una sensuale kunoichi.» Cantilenò la donna chiamata Shinobu che si era unita a loro.
«Nami tesoro-» Aveva iniziato a broccolare Sanji, prima che Shinobu aggiungesse:
«Una bellezza matura può questo e altro.» Ammiccando.
Sanji si pietrificò e un certo senso di malessere lo pervase spegnendo ogni suo entusiasmo.
La notte era tranquilla, il cielo nero sfarfallava di minuscoli puntini bianchi sopra le loro teste e l'aria fine e fresca li accarezzava. La luna crescente sopra di loro era l'unica luce che avevano.
In quella pace i peli di Nina si drizzarono tutti finì alla nuca, scattò in piedi improvvisamente e si voltò verso Kuri.
Law la guardò preoccupato e quando questa di voltò e incrociò i suoi occhi grigi, non gli lasciò alcun dubbio.
Si alzò a sua volta senza dire nulla, ma solamente chiedendo conferma con un movimento del capo, conferma che arrivò nello stesso identico modo.
«Nina...» Rantolò Bepo che aveva intuito cattive nuove.
«Si può sapere che vi succede?» Ridacchiò Lufy.
«Lui è qui.» Rispose Law nervosamente allarmando tutti, tranne quelli di cappello di paglia.
«Lui chi?» Domandò Nami confusa.
«Kaido.» Rispose secca Nina, prendendo in braccio una sonnolenta Kiki.
«Cosa ci fa qui? Nina cara non è che ti sbagli?» Chiese Kanjuro preoccupato.
Per tutta risposta il vento spostò un cumulo di nuvole nel cielo sopra Kuri, rivelando la sagoma minacciosa di un gargantuesco drago celeste sospeso a mezz'aria lontano da loro.
Nessuno osò fiatare a quella vista.
Nella notte, la sua maestosa forma draconica era ancora più impressionante e terrificante. Le squame scintillavano come armature d'onice sotto la luce fredda della luna, che penetrava attraverso le nubi in striature d'argento. Il corpo del drago si contorceva con grazia letale, occupando una parte significativa del cielo con la sua lunghezza serpentina. Le scaglie blu notte e verdi smeraldo si muovevano come un mare di gemme viventi, riflettendo la luce in mille sfumature iridescenti che brillavano nel buio.
La sua testa, con le corna nere che si curvavano maestosamente verso il cielo, era una visione di potenza pura. Gli occhi, grandi e luminosi come due lune infernali, scrutavano il mondo sottostante con un'aria di sovranità indiscussa«C-cosa ci fa qui?» Bofonchiò terrorizzato Kin'emon.
I loro volti erano divenuti maschere di terrore.
Nami era così impaurita da non riuscire nemmeno ad alzarsi e fu l'unica insieme a Chopper a rimanere seduta mentre gli altri si mettevano in piedi a turno senza staccare gli occhi da quella visione demoniaca come ipnotizzati.
Lufy parve tornare in sé per un instante e un secondo dopo stava correndo giù per la collina per raggiungere l'imperatore.
«Fermati!» Intimò Law inascoltato.
«Quel babbeo ci farà saltare la copertura.» Ringhiò a denti stretti, poi non poté far altro che inseguirlo a perdifiato per bloccarlo.
«Mia moglie...» Sussurrò Kin'emon, prima di seguirli a ruota.
«Kin'emon aspetta!» Gli gridò dietro O-Kiku andandogli appresso.
La donna ultima in coda aveva appena scollinato, quando un getto tremendo di fuoco illuminò la notte con un fragore tale e una potenza distruttiva che niente riuscì a fermarla.
Quando la luce fu scomparsa, della sommità della collina non restava che un enorme voragine fumante.
I quattro si voltarono con le orecchie che fischiavano per lo schianto e gli occhi spalancati che vedevano poco e niente a causa del lampo improvviso e prolungato.
«Porca puttana.» Mugugnò Law a denti stretti e con il cuore in gola.
Arrancò semi-accecato e senza pensarci troppo si buttò in una corsa matta verso il luogo che era stato colpito.
Tutto intorno a lui puzzava di cenere e il poco che riusciva a vedere man mano che si avvicinava era fumacchiante e completamente nero.
Il sentiero ripido e irregolare cedeva sotto le sue falcate disperate e un gran polverone gli si alzò dietro.
Aveva recuperato una buona parte dell'udito e quasi tutta la vista quando raggiunse la cima, ma avrebbe preferito non vedere né sentire.
Il terreno completamente carbonizzato gli scottava sotto ai piedi, attorno a lui l'unico suono era quello dei tizzoni che sfrigolavano qua e là. Non c'era rimasto più niente, quel bolo di fuoco aveva spazzato via tutto e tutti.
Una sensazione familiare lo pervase dalla punta dei capelli spettinati, a quella dei piedi tremolanti, lo stomaco gli si chiuse e si torse così violentemente da fargli mancare il respiro. Lo shock lo investì lasciandolo inerme in ginocchio con le palpitazioni e gli occhi secchi e spalancati, mentre le sue mani perdevano ogni sensibilità. Afferrò la terra arsa e ne lanciò un pugno di fronte a sé in un gesto disperato e senza senso, ma a quell'azione corrispose uno starnuto inaspettato.
Le orecchie che sembravano scoppiargli captarono altri suoni vicini, erano sussurri di bambini.
«C'è qualcuno?» Mormorò con le lacrime che iniziavano a uscirgli dagli occhi a fiotti.
«È papà!» Esclamò la voce di Kiki.
«Papà! Papà!» Lo chiamò ancora.
Law si chiese se non fosse morto anche lui per il dispiacere, si alzò e mise in fila qualche passo.
Il buio della notte e la terra nerissima non aiutavano la visione chiara, ma gli parve di vedere un altro buco gigantesco poco lontano.
«Kiki!» La chiamò a sua volta con voce nasale.
«Papà dove sei?»
«È lui davvero?»
«Capitano!»
«Law!»
«Siamo salvi!»
Altre voci si aggiunsero al coro di redivivi, facendolo piangere ancora di più, tanto che quando si affacciò per guardare dentro al buco nel terreno era di nuovo accecato, stavolta dalle lacrime.
In quel nascondiglio c'erano proprio tutti e ognuno di loro ringraziava la kunoichi Shinobu che con la sua tecnica era riuscita rapidamente a portarli al di sotto la linea del fuoco.
Law non ci pensò due volte a tirare fuori Kikyo da lì per stritolarla in un abbraccio umido e salato.
«Sei tutto sporco.» Si lamentò la piccola contorcendosi per sfuggire ai suoi baci disperati.
«E noi altri?» Si lamentò Nina ridacchiando.
«Voi sapete salire.» La sfidò lui tirando su col naso.

STAI LEGGENDO
The worst generation
Fanfiction"Hai fame di vita quasi quanto hai fame di morte." Kushina è una donna, una combattente, una figlia, una madre, una moglie. Il suo passato non le permette di rispecchiarsi a pieno in nessuno di questi ruoli, eppure le appartengono e lotterà contro g...