😄54. Risate

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Qualche giorno dopo, la capitale fu scossa dell'annuncio di una imminente esecuzione.
Si vociferava di un daimyo di Oden Che era sfuggito a Orochi per 20 anni filati.
Era stato scovato e incarcerato per ora essere messo a morte.
Law nel frattempo era riuscito a parlare con Shinobu che aveva accusato i suoi uomini prigionieri di aver rivelato il piano d'attacco dei Kozuki. Per tutta risposta il capitano dei pirati heart si era fiondato a recuperarli.

«Il capitano! Il capitano!» La voce terrorizzata di Bepo ruppe il silenzio pomeridiano e con questa altre sue voci giunsero: erano Penguin e Shachi.
Nina uscì dalla casa e sorrise loro.
«Il capitano è stato catturato, dobbiamo andare a salvarlo!» Seguitò Bepo ansimando per la fatica.
«Non faremo nulla del genere, come state ragazzi?» Replicò Nina calma.
«Sono tornati!» Esclamò Kiki uscendo a sua volta entusiasta.
«Ma sei impazzita? Era una trappola!» La ammonì l'orso.
«E questo era evidente.» Rispose la donna osservando la figlia correre loro in contro.
«La dolce Nina dice che era evidente.»
«Veramente?» Si fecero eco Penguin e Shachi.
«Pensate che non lo avesse messo in conto? Domani tonerà, altrimenti possiamo andarcelo a riprendere.» Spiegò lei di fronte ai loro volti attoniti.
«Oh chiaro.» Disse Bepo.
«Chiarissimo dolce Nina.»
«Avete fame? Venite.» Li esortò andando verso l'entrata.
«Io sì.» Rispose Kiki mentre gli altri la seguivano con la bava alla bocca.

L'esecuzione del ribelle era programmata da lì a poco, Law aveva lasciato disposizioni su chi doveva presentarsi per assistervi, poiché sicuramente avrebbe avuto modo di scambiarsi informazioni con i membri della ciurma alleata.
«Stanno sempre dove non dovrebbero.» Le aveva detto l'uomo per spiegarle il motivo per cui li avrebbe sicuramente trovati lì anche senza nessun accordo per incontrarsi.
Così Nina servì i tre compagni, si raccomandò con loro di non lasciare uscire Bart, diede un bacio sulla fronte a Kiki e si incamminò verso la piazza del patibolo.
Aveva messo l'abito più discreto che possedeva e si era coperta i ricci capelli biondi per non dare nell'occhio.
Più si avvicinava, più la folla aumentava e in mezzo a quei volti ne cercava di familiari, ma senza successo.
Quando la calca era divenuta asfissiante seppe che si trovava a pochi metri dal suo obbiettivo.
Di fronte a sé sopra le molte teste vide una recinzione di contenimento che probabilmente serviva a non far avvicinare troppo i curiosi al prigioniero e poi lo vide: attaccato a un alto trespolo un omino tutto capelli che parlava alla folla con un ardore che non ci si aspetterebbe di veder sprizzare da un corpo martoriato come il suo.
Sulle prime non riuscì a capire nulla a causa del chiacchiericcio della gente, ma man mano che si avvicinava le sue parole risuonavano forti e chiare.
Dal suo perenne sorriso a 32 denti, qualcuno meno forse dopo il pestaggio che aveva evidentemente subito, uscivano parole di una inaspettata gioia che spiegavano di uno scherzo che aveva architettato e diffuso per tutta la capitale.
Nina provò pietà quando riuscì ad attaccarsi alla grata e a vederlo per bene: sembrava un folle che aveva perso il senno a causa delle botte e che ridendo copiosamente raccontava una storia inventata sul momento.
Parlava e parlava, rideva e intanto piangeva, urlava forte per sovrastare il ciabattio degli astanti e altre risate provenienti dal lato opposto al quale si trovava Nina.
Per molti minuti andò avanti con la sua spiegazione del disegno e della mezzaluna tatuata sulle caviglie dei ribelli, poi dei colpi sferzarono l'aria e gli esplosero addosso.
Uno, due, tre, dieci lo trapassarono da parte a parte, ammutolendo sia lui che la folla circostante.
Ne furono esplosi così tanti che spezzarono il palo sul quale era attaccato, facendolo rovinare al suolo inerme.
Nina rimase sconvolta da quell'accanimento e si voltò per vedere da dove provenisse il fuoco.
Vide i soldati, intravide qualche volto conosciuto e poi in lontananza lo shogun, che tutto tronfio si faceva portare sopra a un carro e impugnava una pistola fumante.
Fece appena in tempo a lanciargli un'occhiata avvelenata, che molte risate anomale ruppero il silenzio. Una di queste sembrava di una bambina ed era la più forte di tutte.
Nel giro di un attimo, proprio una bambina di qualche anno in più di Kiki scavalcò la barriera dall'altro lato e si gettò ridendo sull'uomo chiamandolo "padre".
A Nina si drizzarono tutti i peli.
Doveva essere suo padre, perché avevano lo stesso sorriso perenne, aveva i capelli rosa a caschetto e due occhi grandi grandi e pieni di lacrime, ma non riusciva a smettere di ridere.
Nina si guardò intorno confusa e notò Law sanguinante e contrariato che si faceva largo tra la gente in procinto di raggiungerla.
Poi si voltò verso lo shogun che indispettito stava puntando la sua arma verso la piccola ignara.
I suoi spettinati capelli viola reggevano una corona storta e pacchiana e sul volto aveva un'espressione sadica che fece schifo a Nina.
Guardò Law, poi la bimba, poi Orochi e non ebbe un minimo di esitazione.
Con un salto entrò dentro la piazzola e si parò di fronte alla piccola, con lei balzarono dentro altre due persone e poi

Bum

La pistola dello shogun sparò, uno dei due che erano entrati con lei neutralizzò il colpo, l'altro si buttò sulla piccola.
Erano Zoro e il cuoco di cappello di paglia.
Appena lo spadaccino ebbe estratto le sue spade, dal carrozzone di Orochi scese il capo della Yakuza a difesa del padrone e gli si parò di fronte, sguainando la sua katana per opporglisi.
Dall'altro lato del carro scese X-Drake che si oppose al cuoco.
Nina si guardò intorno e balzò leggera sul capo Yakuza facendolo cadere sotto il suo peso, per poi darsi lo slancio necessario a raggiungere lo shogun in alto, già pronto a sparare ancora.
Il suo atterraggio fu così potente da spezzarle il legno sotto i piedi.
Orochi la guardò terrorizzato e non potendo fuggire imprecò, poi iniziò la sua trasformazione in idra.
Nina sorrise divertita e ancora prima che gli fossero spuntate tutte le teste, lo prese con forza per quella principale, lo sbalzò in aria sventolandolo qua e là senza fatica e lo scaraventò al suolo così violentemente che l'eco del tonfo arrivò fino alla periferia della Capitale Fiorita.
Quando il polverone si fu dissipato, lo shogun giaceva a terra nella sua forma umana e privo di sensi, mentre Nina era scomparsa tra la gente.

The worst generationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora