1 CAPITOLO

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Mi chiamo Lisa Smith,ho 15 anni e questa è la mia storia...








1 Capitolo


È una mattina di agosto ed è ora di trasferirsi. Abitiamo a Williams, è una città tranquilla con molte persone socievoli. Il compagno di mia madre, Gordon, ha perso il lavoro e lei è  incinta di mia sorella,Melany, quindi certamente non va con il pancione a lavorare.

Io non voglio andarmene. Qui ho tutto. Amici,scuola,parenti...devo lasciarli qui e andarmene in un paesino sconosciuto da tutti si chiama Nutan. Ma cos'è il Nutan? Sicuramente è un paesino vicino a Los Angeles, anche se dista un po'.

Oggi è il fatidico giorno, il giorno in cui cambieranno le cose. Nessuno è felice di andarsene da Williams.

"Mamma,cavolo dove hai messo tutti i miei libri?" Mia mamma è una maniaca dell'ordine e ha voluto lei mettere apposto la mia roba.
"Nei scatoloni,tesoro"mi risponde con un'aria di pace.
"Ma ti ho detto di non toccare la mia roba! E' possibile che fai sempre di testa tua?" Sono troppo agitata, devo calmarmi altrimenti mi lasceranno qua.

Non mi risponde, ma la smorfia del suo viso non mi piace per niente.
Dopo aver messo tutti gli scatoloni nel camion, guardo l'abitazione ormai senza qualcuno che la curi,senza qualche anima o qualche calore umano all'interno. È vuota. Devo dargli l'addio, devo dargli l'ultimo sguardo, l'ultimo respiro che emano in questo punto, è l'ultimo di ogni cosa.

"Dai,sali marmocchia." mi urla il compagno di mia madre.

Salgo e penso alla differenza tra mio padre e lui. Cavolo se c'è una differenza. Mio padre era meraviglioso, era sempre presente, mi dava tutto. Ma purtroppo è morto, per colpa di un tumore al cuore e non ne è uscito vivo. Gordon,invece, non gli frega niente di me. Appena può mi manda fuori casa.

Una volta sono andata da una mia amica e quando sono tornata ho dovuto aspettare 25 minuti prima che mi aprisse la porta. Guardava la partita e mi urlava di non suonare quel maledetto campanello, di aspettare che finisse la partita. Ma sai dove ti ficco quel campanello? Lo odio e mia madre lo sa. Infatti, lei parla spesso di divorzio, ma alla fine non succede mai niente. Ogni giorno doveva fare da schiava a quell'essere schifoso, portargli la birra sia a lui che ai suoi amici ubriaconi come lui. Non so ancora cosa aspetta a lasciarlo in mezzo alla strada.
" I love you babe"inizia a cantare Gordon.
No, quella voce del cavolo che si ritrova. Mhh. Lo sento troppo parlare, per i miei gusti.
"Arrivati!" urla mia madre.
Appena esco dal camion avverto un brivido strano. Mi guardo intorno e vedo solo un bosco oscuro che mette piuttosto paura.
"Benvenuti a.... " dice mia madre interrompendo la frase un pò sconvolta.

Inizio a guardare la casa e sembra un film horror. Alzo lo sguardo e la casa non è per niente male, molto grande direi, anche se preferivo la mia vecchia abitazione.
"Prenditi le tue cose e portatele in camera, muoviti!" Urla Gordon.
"Senti non darmi ordini. Devo ripeterti che io do ascolto solo a mia madre?" Mi tira uno schiaffo. Mia madre è dietro di me, che mi guarda preoccupata. "Non toccare la mia bambina! Non è tua figlia, non osare!" Inizia a gridare. Sinceramente lo schiaffo non mi ha cambiato niente, a parte l'odio verso di lui, ovviamente.
Ma lui si mette a ridere e continua a scaricare le cose dal camion.
Mia madre mi guarda e mi abbraccia. È una donna che ne ha passate veramente tante, eppure, ogni giorno che passa, non diventa mai più dura, anzi.
"Entriamo amore" dice.

Non dó troppo peso a quel maiale insulso e quindi inizio subito a guardarmi in giro. Ci sono solo mobili impolverati e quadri piuttosto terrificanti. É una casa antica, con molte cose vecchie. Guardo mia madre intenta ad osservare ogni particolare, avrà molto lavoro qui dentro.

"Vai a decidere la tua stanza,tesoro." Mi dà un bacio sulla fronte ed esce per aiutare.
Sono da sola in queste mura fredde. Sembra che non ci vivesse nessuno prima d'ora.
Porto tutto nella camera che ho scelto, ovviamente, questa casa, ha molte stanze, ma mi da più sicurezza una stanza con una finestra grande, dove può entrare molta luce al suo interno.
Entro e noto subito  una bambola molto carina, sicuramente l'hanno dimenticata i vecchi proprietari ed ogni mio dubbio, che non ci avessero abitato, viene sciolto.

Arriva sera e io ho una fame che posso svuotare un intero frigorifero, quindi chiedo a mia madre se possiamo prendere la pizza. Si, amo la pizza, come tutti d'altronde.
"Gordon non funziona il cellulare qui?" Domanda mia madre.
"Ti funziona a te?" Urla Gordon come se fosse una cosa normale.
"No" risponde mia mamma nello stesso modo di Gordon e quasi mi viene da ridere.
"E allora cosa me lo chiedi, stupida donna" Penso se hanno una pistola in casa così posso chiudergli quella bocca.

Non sono molto sorpresa che non c'è campo, mi sembra di essere in una giungla.

Bene, mi tocca mangiare lo schifo che cucina Gordon. Che ironia, Gordon Ramsey è uno chef magnifico, mentre il Gordon che ho in casa io...non ne parliamo.
Finito di cenare, in totale silenzio, decido di andare a sdraiarmi sul letto, dopo tutto, non amo i momenti famigliari, soprattutto se non lo sono.

"Vado in camera mia." Pronta per salire Gordon mi interrompe.
"No, non vai da nessuna parte. Metti apposto." Mentre faccio i piatti guardo fuori dalla finestra e vedo qualcosa ma non capisco, forse è solo un animale.
Il bosco che ho di fronte fa davvero paura, speravo in una bella vista vicino al mare, ma niente. Solo cose verdi.

The house (#WATTYS2017) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora