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"Non avremmo dovuto venire qui

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"Non avremmo dovuto venire qui." sospirò Asia, desolata, dopo esserci seduti a un tavolo del pub Duemila.

Eravamo fuori, ma l'aria era comunque soffocante a causa dei numerosi tavolini ammassati in uno spazio ristretto. Qualcuno fumava, e a giudicare dall'odore non era nemmeno tabacco. Dentro, nei pressi del bar, alcune persone stavano ballando la versione remixata di alcune hit.

Asia si era allontanata dal gruppo quando lo avevo fatto anch'io. Aveva preso Giamma per mano e insieme erano venuti da me. Era ancora triste per il comportamento di Tony. Doveva essere stata dura per lei sopportare i suoi teatrini.

Giamma sedeva tra noi, al nostro piccolo tavolo metallico, dove a malapena c'era spazio per i tre bicchieri di birra. Era silenzioso. Quasi mi mancava il suo sarcasmo.

"Mi ha insultata perché credeva che mi piacesse Giamma, ma sono sicura che l'avrebbe fatto comunque." Commentai, facendo dondolare il bicchiere di plastica. "Ce l'ha con me, quindi ogni scusa è buona per attaccarmi."

"Tony è uguale." Disse Asia. "Ha detto che Erica ha le tette più sode delle mie, me lo ha fatto sentire apposta. E poi si sono messi a ridere."

Giamma, teso, si stiracchiò e allungò le gambe, portando il bicchiere alle labbra. Stavo aspettando che dicesse qualcosa. Quando Asia si alzò per salutare una sua collega, mi sembrò il momento giusto per parlargli in confidenza.

"Non volevo metterti in mezzo." Gli sussurrai, scusandomi. "Ma mi ha chiesto se mi piacesse qualcuno, e quando ho detto sì ha pensato che fossi tu. Non sapevo cosa inventarmi."

"Non m'importa." Rispose, con uno sguardo serio. "Mi dispiace solo che non sia successo davanti a me. Ho sempre detto che meriti di meglio. Se vuoi, puoi usare me per dimostrarglielo."

"Come?"

"Balla con me." Lo guardai stupita. Lui insistette: "Alziamoci e andiamo di là. Ti bacerò come non ti ha mai baciato nessuno, e lui lo saprà."

Mi vergognai di me stessa quando mi resi conto che una parte di me voleva farlo davvero. Per dare una lezione a Stefano, o anche solo per sentire qualcosa di diverso da quel senso di vuoto che provavo. Le mie guance erano diventate rosse, perché senza accorgermene avevo fissato le sue labbra e mi ero domandata cosa fossero in grado di farmi.

"Asia ci resterebbe male. Non posso perdere anche lei."

"Avrà la sua parte. Mi sacrificherò per voi e bacerò entrambe."

E all'improvviso quella magia si spense.

"No, grazie." Risposi, senza nascondere il mio disappunto. "Non faccio queste cose."

Giamma bevve l'ultimo sorso e si alzò. Per essere uno con delle idee perverse, aveva un atteggiamento fin troppo deciso.

"Okay, ma non sai cosa ti perdi." Mi disse, perfettamente a suo agio.

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