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La tecnica di scrivere fuori da Wattpad continua a funzionare bene! In poche ore ho messo nero su bianco anche questo capitolo. Qui volevo focalizzarmi su due novità: l'atteggiamento di Eliana e qualcosa di nuovo per Nadia (a fine capitolo).

Ps: Miss Premura non ha saputo aspettare neanche un giorno dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo per aggiornare ancora. Miss Ditaveloci, che è sempre lei, ha già revisionato il testo. Miss Ripensamento ritiene che era comunque il caso di aspettare, ma Miss Premura ha insistito. D'altronde oggi è il 23, proprio come il numero del capitolo.

Voi fate un po' come se non vi stessi rompendo le palle con questi aggiornamenti giornalieri, leggeteli solo quando davvero vi andrà di farlo! 😂

Grazie comunque a tutti per essere qui ❤️

Quella pizzeria sul lungomare di Acitrezza era molto elegante e piena di ospiti

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Quella pizzeria sul lungomare di Acitrezza era molto elegante e piena di ospiti. L'ambiente era riscaldato, ma io mi ero rifiutata di togliere il cardigan che, abbottonato, mi fasciava in vita mettendo in risalto i fianchi. Soprattutto, nessuna macchia viola sarebbe spuntata fuori dalla scollatura davanti a mia madre, ora che un altro capo d'abbigliamento la teneva ferma. E poi, l'ansia che avevo per quella cena aveva mandato all'aria la mia centralina, e ora sentivo freddo nel profondo.

Avevo già rivisto mia madre un paio di volte dopo il giorno X, e all'inizio riuscivo a malapena a guardarla negli occhi. Col passare del tempo avevo metabolizzato l'accaduto e il secondo incontro era andato meglio, ma non mi era ancora capitato di incontrare lei e suo marito insieme. Pur avendo ancora abbastanza raziocinio da non perdere la testa per colpa della gelosia, stare accanto a loro stava creando dentro di me un vuoto incolmabile.

Mi ero seduta accanto a mia madre, Dario era di fronte a me. Erano entrambi un po' tesi, ma in modi differenti. Se lui era accigliato anche mentre scorreva il menù, mia madre sembrava non riuscire a stare ferma abbastanza a lungo da leggerlo. Aveva lasciato la borsa sulle ginocchia, che apriva di continuo per controllare il cellulare.

"Ho deciso cosa ordinare." Dissi, giusto per spezzare il silenzio. "Margherita con patatine."

"Sul serio? Puoi scegliere di meglio. Perché non prendi quella coi funghi porcini, ce ne sarà una, suppongo." Rispose mia madre, cercando rapidamente sul menù ancora aperto. La sua gamba tremolava così tanto che anche il tavolino sussultava.

"Prendila tu, io l'assaggio."

"Come sempre." Sospirò lei, alzando gli occhi al cielo. "Mai una volta che prendi una decisione seria. Per te è tutto un gioco."

"Stiamo parlando di pizze o della mia vita, mamma?"

"Di tutto quanto." Rispose lei. Controllò il cellulare un'altra volta e scosse la testa. "Certe volte mi fai paura, perché mi ricordi tuo padre. Lui non ha mai preso seriamente un impegno. Si è diplomato per un pelo, ha rinunciato alla sua famiglia per giocare a calcio, e poi non si è impegnato abbastanza neanche in quello. E sai cos'ha fatto ora?" Domandò a Dario, che l'ascoltò con interesse. "Era la sua ultima stagione in squadra, ma il mese scorso ha pensato bene di insultare l'arbitro e di farsi espellere. Per questo è tornato a casa prima dell'estate, non aveva alcun senso per lui assistere alle partite seduto in panchina. E ora sta facendo altre pressioni per restare come allenatore. Non ha speranze. Come al solito, vorrebbe avere più di quello che vale."

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