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La cena era quasi pronta

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La cena era quasi pronta. Non ero mai stata brava in cucina, ma da quando vivevo con mio padre e Anna sentivo il bisogno di aiutare in qualche modo. Lei amava cucinare molto più di mia madre, e io cercavo di imparare qualcosa di nuovo osservandola.

Di solito mi limitavo a tagliare l'insalata o a preparare la pasta. Stavolta avevo anche cotto la salsiccia per mio padre. Spensi il fornello, la infilzai per metterla sul piatto e la servii sulla tavola già imbandita.

"È pronto." Lo chiamai, cercando di nascondere una punta di orgoglio nella mia voce.

Dopo aver fatto una doccia, si era seduto sul divano, la TV accesa sul telegiornale che non stava guardando, la testa china sul cellulare. Era rientrato da poco ed era visibilmente stanco e pensieroso. Anche io e Anna eravamo in pensiero, ognuna a modo suo.

Giamma non era tornato a casa dopo il loro allenamento serale. Di solito, mi piaceva quando non c'era, ma quella volta avevo davvero bisogno di parlargli. Durante il giorno l'avevo a malapena incrociato: lui entrava e usciva di casa come se fosse un porto di mare, io ero costretta a restare chiusa in camera a studiare.

"Dove ha detto che andava?" Gli domandò poco dopo Anna, mentre tutti ci accomodavamo a tavola. Un mollettone rosa teneva fermi i suoi capelli vaporosi dietro la nuca. Lei era sempre in ansia per il futuro di suo figlio, e sapevo che il calcio c'entrasse qualcosa.

"Lui e Ciccio dovevano incontrare delle ragazze, non so." Rispose mio padre, vago, tirando la sedia per avvicinarsi al tavolo e impugnando le posate con aria affamata.

Figurati se non c'erano di mezzo delle ragazze, pensai, e la mia rabbia repressa stupì anche me.

"Che ha detto Salvo della sua faccia?" Domandò ancora la sua compagna, i grandi occhi tristi ed espressivi.

Davide fece spallucce: "Niente di che, l'ha preso per un tipo tosto ed è finita lì. Piuttosto, oggi lo ha visto giocare. Sembra che gli piaccia. Ha detto che gli farebbe comodo avere in squadra un buon centrocampista come lui."

"Sul serio? Allora c'è davvero una speranza!" Esclamò Anna.

"Che significa?" Domandai, passando lo sguardo tra entrambi. Mettendo insieme le notizie che avevo assorbito in quelle ultime settimane, compresi qualcosa che mi sconvolse profondamente. "Giamma sta per diventare un calciatore?"

Proprio come mio padre. Anche lui sarebbe stato sempre in trasferta, concentrato solo sul calcio e sulle belle donne... praticamente ciò che già faceva, ma senza guadagnare un soldo. Sapevo, anche senza conoscerlo molto bene, che quella carriera lo avrebbe reso felice; per me, però, significava che stavo per perdere anche lui, dopo averlo appena trovato.

"Non sappiamo ancora se verrà preso, ci vorrà qualche settimana, ma i propositi sono buoni." Mi rispose, e guardò la sua ragazza sottecchi prima di aggiungere: "Cerca solo di non ripeterlo ad alta voce, Anna è molto scaramantica."

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