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La canzone che ho messo qui sopra viene dal film Ti amo in tutte le lingue del mondo. Avevo quasi rimosso sia il film che la canzone, mi sono ritornati in mente per caso, ma ai tempi della scuola li amavo tantissimo. Anche il film parla di age gap e di "stepfather" (ma che coincidenze! Mi sarò fatta influenzare in tempi non sospetti?), ma in questo caso ho immaginato che sia Giamma a dedicarla a Nadia 🥹

 Anche il film parla di age gap e di "stepfather" (ma che coincidenze! Mi sarò fatta influenzare in tempi non sospetti?), ma in questo caso ho immaginato che sia Giamma a dedicarla a Nadia 🥹

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"Da quanto tempo vi conoscete, tu e Marco?" Mi domandò Nancy, più tardi.

Avevamo appena finito di mangiare, e la conversazione era andata bene. Le due cugine erano delle ragazze pacate e a modo, del tutto diverse dalla compagnia femminile che ero abituata a frequentare. Il fatto che Nancy sembrasse sempre un po' triste doveva dipendere dal suo sguardo particolare, o dall'acconciatura rovinata dall'umidità, che la faceva apparire in disordine.

Sospettavo ancora che tra lei e Giamma ci fosse stato (o ci fosse?) qualcosa, ma era difficile capirlo soltanto dal modo in cui si parlavano l'un l'altro. Giamma aveva un atteggiamento molto rilassato con entrambe le cugine e Nancy, con la sua flemma, avrebbe confuso persino gli psicologi altamente specializzati della CIA.

"Come?" Domandai, sbattendo le ciglia e guardandola in modo strano. "Chi è Marco?"

L'intera tavolata scoppiò a ridere. Giamma, che sedeva tra me e lei, fece facepalm scuotendo la testa. "Tua sorella." Esclamò.

"Tu non hai la faccia da Marco. Ecco perché non ci pensavo." Borbottai, e le mie guance arrossirono, pensando che la conoscenza con quelle due ragazze non stesse iniziando nel migliore dei modi. Non solo ai loro occhi ero isterica e superficiale, ma ora pure tonta. "Ci conosciamo da poco, neanche un mese. Credo sia evidente." Non dissi che, in realtà, mi sembrava di conoscerlo da sempre.

Nancy assorbì l'informazione celando un interesse più vivido di quello che volesse dimostrare.

"E voi, invece?" Le domandai, cercando la conferma ai miei sospetti.

Lei mostrò i primi segnali di disagio, e anche Giamma divenne un po' nervoso. Roberta rispose prontamente al posto loro:

"Noi lo conosciamo da quando ancora si faceva chiamare Marco."

"Giamma era il nomignolo che usava mia madre quando ero piccolo." Spiegò, a me e a Ciccio, dondolandosi sulla sedia di plastica. "Ai tempi delle medie mi rifiutavo di usarlo, picchiavo tutti quelli che lo facevano; ha iniziato a piacermi durante il liceo, mi faceva sentire unico, anche i professori mi chiamavano così." Si rivolse a me, guardandomi dritto in faccia, in tono polemico: "E il vero nome di Nancy è Annunziata. Te lo dico per risparmiarti un'altra figura di merda, in futuro."

"Grazie, Marco, per averlo detto a tutti." Si lamentò scherzosamente Nancy, dandogli un colpetto sul braccio.

Gli lanciai un'occhiataccia anch'io; non solo stava continuando a farmi sembrare una stupida davanti alle sue amiche, ma aveva pure ragione: conoscendomi, sarei stata capace di ridere in faccia persino al carabiniere del posto di blocco, se avesse pronunciato quel nome assurdo senza prima specificare che non fosse uno scherzo.

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