Nadia ha 21 anni e nessun obiettivo: non ha più interesse per gli studi di Lettere e il suo futuro è un'incognita. Quando realizza di provare un'attrazione proibita per Dario, il suo patrigno di 36 anni, un affascinante professore di Fisica, il suo...
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Sprofondai nel sedile posteriore della macchina di mio padre, accanto a Giamma, che guardava fuori dal finestrino, rivolto al paesaggio che scorreva veloce. Anch'io guardavo fuori, cercando di distrarmi. Il sole mi baciava, ma il calore che sentivo non era confortante.
Soltanto mio padre, al volante, sembrava divertirsi. La sua voce risuonava allegra e sarcastica mentre raccontava ad Anna, seduta accanto a lui, ogni dettaglio dell'imminente divorzio di mia madre, come se fosse il gossip dell'anno.
Lui, d'altronde, aveva scoperto che mia madre se ne fosse andata di casa, per trasferirsi in periferia, con grande ritardo, e direttamente dalla bocca di Eliana, quando lei si era sentita pronta a raccontarlo, alcuni giorni dopo il disastro. Io avevo avuto altro a cui pensare che ad affrontare con Davide un argomento tanto difficile, quello in cui sia mia madre che Dario si erano umiliati a vicenda in pubblico e tutto era cambiato. Sapevo che lei stessa avesse omesso alcuni dettagli nel suo racconto, e che altri li stesse tirando fuori poco alla volta, ed ecco spiegato il continuo stupore di mio padre. Era il suo modo di gestire tutto quel caos, ma nascondeva anche uno senso di sgradevole soddisfazione.
"E insomma, alla fine lo sapete perché si sono lasciati?" Ci domandò con un sorriso malizioso che si rifletteva dallo specchietto retrovisore. "Eliana me l'ha detto proprio stamattina. Gli ha fatto le corna! Cioè, capisci?" Rivolse ad Anna uno sguardo trionfante, come se avesse appena fatto una scoperta incredibile. "Il professorone l'ha cacciata di casa perché si è fatta uno sbarbatello che ha più o meno l'età di tuo figlio! Io sono sconvolto. Ma che elementi si prende? Cos'ha, una calamita per i coglioni?"
"Bravo, ti sei appena dato del coglione da solo. Grandissima testa di..." Giamma, ancora di malumore, parlò sarcastico per la prima volta in tutta la mattina.
"Giamma!"Urlammo io e Anna, in un coro quasi perfetto.
Lui tornò a guardare fuori dal finestrino, il muso ingrugnito, mentre sua madre si girava per ricordargli di essere più educato e mio padre continuava allegramente il suo discorso. "Che squallore! Almeno adesso non ha scuse, deve ammettere che ho avuto ragione io fin dall'inizio: quello lì non è mai stato adatto a lei."
Hai scoperto l'acqua calda, pensai, anche se ero ben lungi dal sentirmi tranquilla. Mi chiedevo quanto fosse giusto che si divertisse a mettere in ridicolo una situazione così personale e dolorosa, che in fondo riguardava anche me. Ma non potevo intervenire senza rischiare di lasciarmi trasportare dalle emozioni e dire qualcosa di troppo.
Anna aveva ascoltato con un'aria di disagio. I lacci del suo costume da bagno marrone spiccavano dietro al collo, avendo legato i capelli in una coda alta. "Non lo so, Davide, io non ci trovo nulla da ridere."
"Ma dai, non è mica la fine del mondo. Si è tolta un peso. L'unico che ci ha perso è lui. Valla a trovare un'altra che gliela da."
Giamma si agitò e diede un calcio al sedile davanti con le ciabatte in plastica dura del mare, ma sua madre non se ne accorse; anche lei si era agitata e aveva ricordato al suo compagno di badare al linguaggio, che in macchina c'ero anche io.