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La colonna sonora di questo capitolo è Galassie, di Irama. Avrei messo la canzone in alto, ma l'ultima volta che l'ho fatto ho notato che ormai prima della canzone parte sempre la pubblicità. Quindi niente, non ne metterò più, mi rovinano l'atmosfera.

L'autostrada si stendeva davanti a noi, con le sue curve che attraversavano colline dorate e campi infiniti

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L'autostrada si stendeva davanti a noi, con le sue curve che attraversavano colline dorate e campi infiniti. Con Giamma davanti a me, mi sentivo al sicuro nonostante la velocità. Lo abbracciavo stretta, senza preoccuparmi del contatto fisico che avevo evitato nelle ultime settimane. Ora non mi dava più fastidio; lui era diventato una delle cose più familiari della mia vita.

Due ore passarono così, senza pensare a nulla, guardando il mare brillare sotto il sole alla nostra sinistra. Il paesaggio cambiava mentre ci avvicinavamo a San Lorenzo, dove il cielo era parzialmente coperto e il mare lontano si tingeva di grigio.

Arrivati a destinazione, l'emozione di trovarmi in un posto nuovo cancellò il resto della tristezza che mi aveva accompagnato durante il viaggio. Il quartiere era un piccolo paradiso fatto di villette, ognuna diversa dall'altra, disposte a spina di pesce e situate a pochi passi da una spiaggia molto affollata. Si respirava una sensazione di pace, come se il tempo scorresse più lentamente.

Ci infilammo con la moto in una delle stradine, evitando le persone a piedi, e arrivammo fino alla fine, dove ci fermammo davanti a una villetta bianca, proprio di fronte al mare, circondata da un muro dello stesso colore. Un rifugio tranquillo, con una vista incredibile.

Sotto il piccolo patio, al coperto, Nancy, Roberta, Asia e Ciccio giocavano a carte attorno a un tavolo di plastica bianca. Erano in costume da bagno, con abiti leggeri da spiaggia. Nancy aveva i capelli biondi arricciati dalla salsedine, Roberta era rossa sulle spalle, e Asia aveva il naso bruciato dal sole.

Quando sentirono il rombo del motore, si girarono verso di noi. Le ragazze ci salutarono con voci allegre, ma Ciccio appariva sconvolto, come se vedere Giamma fosse l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.

Nancy si alzò per aprire il portone e farci entrare. Una volta dentro, scesi dalla moto, tolsi il casco e barcollai, perché lo zaino era pesante e io avevo quasi dimenticato l'uso corretto delle gambe.

Le ragazze mi assalirono subito con le loro domande, curiose di sapere come mai eravamo arrivati all'improvviso e come fosse andato il mio esame. Il loro entusiasmo era contagioso, ma io avevo bisogno di una risposta che coprisse la mia umiliazione. Guardai verso Giamma, sperando nel suo aiuto, ma lui stava parlando sottovoce con Ciccio.

Dal suo linguaggio del corpo, capivo che Giamma cercasse di rassicurarlo, scuotendo la testa come a dire: "Non preoccuparti." Quando si unirono al gruppo, tutto tornò alla normalità.

"Oh, è stato..." Dissi a proposito dell'esame, forzando un sorriso. Lasciai la frase volutamente a metà. "Dove posso mettere lo zaino?"

Le due cugine ci indicarono la stanza in cui sistemare le nostre cose. Le seguii ma, non appena varcai la soglia, Asia mi prese per mano e mi trascinò fuori, verso la veranda ormai vuota, con in sottofondo le grida dei bambini che giocavano in acqua.

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