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Io, Asia e Giamma scendemmo in strada a cercare la macchina

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Io, Asia e Giamma scendemmo in strada a cercare la macchina. Asia era in testa, e Giamma mi superò per starle vicino. Il marciapiede era stretto, quindi mi ritrovai dietro di loro, senza riuscire a sentire di cosa parlavano.

"Questo parcheggio miracoloso era un po' lontano, a quanto pare." Commentai, acida, dopo avere camminato per due isolati.

"Dici? Sembrava più vicino." Scherzò Asia.

Finalmente raggiungemmo la sua auto. Mi avvicinai al lato passeggero e afferrai la maniglia già sbloccata dal telecomando, ma la mano di Giamma s'intromise e spinse via la mia.

"Vai dietro." Ordinò. "Io devo stare davanti anche quando non guido."

Stavolta non mi spostai, decisa a lottare per quel posto come se ne andasse della mia vita.

"Devi farlo? Cos'è, ti arrestano se non lo fai? Senti, non mi sono mai seduta dietro Asia da che ha preso la patente, e non comincerò oggi."

Giamma mi fissò con sarcasmo. Scoppiò a ridere, aprì lo sportello e semplicemente si sedette. Anche Asia stava ridendo. Non era ancora entrata e, con le mani giunte sopra al tettuccio, mi pregò di portare pazienza. Io ero allibita, ma presi posto dietro di lei senza dire una parola.

Passammo a prendere Ciccio. Mi ero esclusa dalla conversazione volontariamente, per questo il suo saluto pieno di entusiasmo mi sembrò fuori luogo.

Non vedevo Ciccio da almeno due settimane, e già lo trovavo cambiato, più robusto e sicuro di sé. Sembrava avesse fatto un bagno nell'autostima. Lo capivo dai suoi gesti, dal modo in cui sedeva, con la schiena rilassata e le gambe spalancate. Se non fosse stato un mio amico - oltre che amico di Stefano - mi sarebbe pure piaciuto.

"Oh, Nadia, tutto bene?" Mi domandò durante il tragitto. Intravedevo nella penombra i suoi occhi castani e mi parvero sinceramente interessati. "Ho saputo della rottura."

"Sono stata meglio." Ammisi, guardando fuori dal finestrino. "Sto provando a concentrarmi sullo studio. Stefano come sta?"

Nei posti davanti cadde il silenzio. Stavano entrambi ascoltando. Ciccio si toccò i capelli arruffati dal gel, segno di un leggero disagio.

"Beh, è incazzato come una bestia. Si è sfogato parecchio con me e Tony, te ne ha scaricate un po'... Non sa nemmeno perché l'hai lasciato. Dice che secondo lui l'hai preso in giro per tutto il tempo."

"In effetti non ho ancora capito perché lo hai lasciato." Affermò Asia, mettendo una freccia e girando il volante.

Giamma si voltò a guardarmi. Temevo che lui parlasse, così scossi la testa per ricordargli di tacere.

"Non mi piaceva più, ragazzi. Tutto qui." Risposi, ma sentivo che la mia voce era incerta. "Negli ultimi giorni si è comportato male, ero stanca e ho preso una decisione che conservavo da un po'."

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