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POV DARIO

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POV DARIO

Il caldo era tornato all'improvviso. Me ne accorsi perché era da poco l'alba, ma la camera da letto era già invasa da un calore insopportabile, che mi risvegliò dal mio sonno tormentato.

Avevo avuto un incubo. Eliana scappava, correndo giù dalle scale del palazzo, e io la rincorrevo, ma non riuscivo mai a raggiungerla. In certi momenti somigliava a Nadia, ma anche così continuavo a essere sopraffatto dall'angoscia.

Mi alzai barcollando e andai ad aprire la finestra. Gli uccellini che cantavano tra gli alberi del cortile mi diedero il loro cinguettante buongiorno.

Eliana stava ancora dormendo. Aveva rimesso il pigiama durante la notte, e mi sorpresi del fatto che non avesse caldo. Se fosse stata nuda, non sarei riuscito a resisterle. Sicuramente non dopo il rapporto incredibile di poche ore prima.

Ritornai a letto, al suo fianco, e iniziai a baciarle il collo. Ero di nuovo dietro di lei, e sperando di sentirla gemere ancora.

"Amore, non mi va..." Mormorò lei. La sua mano cercò di scacciare la mia che le toccava il fianco.

"Ma non ci vediamo da giorni... Abbiamo appena iniziato." La accarezzavo lentamente, sperando di calmarla, ma riuscendo solo a infastidirla.

Scacciò la mia mano bruscamente, poi si spostò fino a trovarsi faccia a faccia con me. Non vedevo altro che un viso estremamente sfocato, ma anche così mi attraeva da impazzire.

"Allora, che ci fai qui?" Mi domandò Eliana, con la voce rotta dal sonno, eppure stranamente polemica. "Prima sparisci per tutto il giorno e poi torni senza preavviso."

"Era una sorpresa." Risposi, un po' perplesso, perché glielo avevo già detto, ma forse lei lo aveva scordato. "A te com'è andata? Anche tu sei scomparsa."

Mi parve che il suo viso esprimesse tutta la pesantezza di quella giornata.

"È stato un incubo!" Ammise, infatti. "L'autobus ha avuto un guasto, e sono passate delle ore prima che la compagnia mandasse qualcun altro. D'altronde era domenica, nessun autista era disponibile su due piedi. Una pessima organizzazione, davvero." Odorò il proprio pigiama, tirandolo per un lembo, ed esclamò: "Mi sa che stavolta ho esagerato col profumo. O forse non ho lavato il pigiama prima di partire. Ha proprio uno strano odore, sembra usato. Comunque, in generale è stata un'esperienza... interessante. Ho fatto delle cose che non pensavo potessero piacermi."

"Ad esempio?"

"Ad esempio... camminare per ore, sotto al sole, nei siti archeologici." Rispose Eliana, stranamente titubante. "Ma non chiedermi di rifarlo."

La baciai sulle labbra e le dissi: "Non stavo pensando a quello."

Tra noi era successo qualcosa di così meraviglioso che avevo timore persino a parlarne. Il comportamento di Eliana lasciava intendere che quella notte avesse significato qualcosa soltanto per me, e i miei muri difensivi mi spinsero a evitare l'argomento. Lei era una donna affettuosa, ma mai sdolcinata, e io invece sentivo di esserlo diventato e di non poterne fare a meno.

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