Nadia ha 21 anni e nessun obiettivo: non ha più interesse per gli studi di Lettere e il suo futuro è un'incognita. Quando realizza di provare un'attrazione proibita per Dario, il suo patrigno di 36 anni, un affascinante professore di Fisica, il suo...
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"È successo un casino." Disse Asia al telefono, la sua voce un misto di panico e confusione. "Sono andata a letto con Tony."
Ancora nel primo pomeriggio, però, né io né lei lo avremmo mai sospettato.
Ero tornata a casa di Dario, preferendo le scale all'ascensore, così da evitare chiunque in quel momento lo stesse usando per andare giù; ma beccai lo stesso i vicini del secondo piano: loro uscivano di casa coi bambini che già correvano impazziti per il pianerottolo. Mi lanciarono un rapido cenno distratto, prima di urlare e darsi agli inseguimenti. Potevo star certa che mi avrebbero dimenticata non appena fossi sparita dalla loro vista. Un altro pericolo scampato, pensai.
Naturalmente, io e Dario eravamo finiti a letto insieme, poi avevamo trascorso le ore più calde a riposare, coccolandoci, accarezzati dal fresco artefatto dell'aria condizionata, immersi in una bolla di quiete, scambiandoci solo dei baci lenti, delicati, infiniti.
A un tratto, il mio stomaco aveva brontolato come se fosse a digiuno da giorni. "Voglio qualcosa di dolce." Mi lamentai, rotolandomi a pancia in su e fissando il soffitto, come se lassù potessi trovare la ricetta. "Ti va di preparare qualcosa insieme?"
Dario aveva fatto una faccia strana. "Non so se ho gli ingredienti." Rispose, poco convinto. "Di solito non compro queste cose. Però magari Eliana ha lasciato qualcosa."
Lo fissai incredula. "Non compri burro, zucchero e lievito vanigliato? Che vita triste! Sei per caso un salutista e non me ne sono mai accorta?" Lo presi amorevolemente in giro.
Ma Dario parve in imbarazzo e io mi sentii di nuovo in colpa. Avevo esagerato ancora? L'avevo offeso? "No, è solo che... non ho nessuna vena da pasticcere." Mi guardò con un misto di rassegnazione e ironia. "Ma forse possiamo provare a fare una ciambella. Ricordo che dovrebbe essere facile."
Preparare una ciambella con Dario era qualcosa che non avrei mai immaginato di fare, eppure, eccoci lì, in cucina. Lui aveva quell'aria da professore che affronta ogni cosa come se fosse un esperimento scientifico. Osservava il bancone con la stessa intensità con cui potevo immaginarlo spiegare la relatività generale ai suoi studenti, e io non riuscivo a trattenere una risata.
Era la prima volta che facevamo qualcosa del genere insieme, e potevo affermare che nessuno dei due sapeva esattamente cosa stesse facendo. Sul tavolo c'erano tutti gli ingredienti sparsi: uova, farina, zucchero, latte, lievito, e il burro, che avevo iniziato a far sciogliere vicino al fornello acceso, ora ridotto a una pozzetta molle.
"Sei sicuro che ci voglia tutto questo burro?" Gli chiesi, guardando il panetto ormai mezzo sciolto con aria perplessa.
Dario mi lanciò uno sguardo confuso mentre si avvicinava. "Il burro va sempre bene, no?"
"Bene per chi, esattamente? Per i cardiologi?" Risposi, ridacchiando, mentre prendevo il cucchiaio graduato con cui avrei misurato la farina. "Forse è il caso che controlli di nuovo la ricetta."