Casetta D'infanzia

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-Hei André -
-ciao-
Lei mi prende e mi inizia  a baciare, e tutto il gruppo esulta.
Mi stacco il più veloce possibile,e noto Viola che mi guarda con faccia delusa.
Appena la guardo, lei mi fa un sorrisetto ed io, da bravo scemo, ricambio.

Lucia torna a baciarmi.
-ehm, se bevessimo qualcosa? -
La porto sotto al gazebo, e nel frattempo il gruppo torna ad amalgamarsi perbene ingiro.
-come mai sei qua? - le dico sottovoce.
-mi avevi invitato quando sono venuta a casa tua un mese fa-
Mi metto una mano in fronte.
-vero-

Mi guardo le spalle e vedo Viola camminare per la spiaggia, da sola.
Vorrei andare lì a riempirla di baci e abbracci ma a quanto pare non posso.
Noto che si allontana sempre di più, e decido di seguirla.

Avevamo preso spiaggia libera, ma il posto fortunatamente lo  conoscevamo sia io che lei, ci vedevano sempre da piccoli a settembre, quando tornava dalla Calabria.
Stava andando vicino alla Scogliera, dove c'era una sorta di casetta .
Quando eravamo piccoli entrevamo sempre lì, in quella casetta di legno.
Mi ricordo che ci parlavamo sempre, e lo chiamevamo "posto segreto", anche se di segreto in quel posto, non c'era un bel nulla.

-vado a fumare - dico alla ragazza difronte a me, per poi lasciare il gazebo e dirigermi vero l'altra.
-vengo con te! -
-ehm, no vorrei stare solo-
Vado veloce, quasi correndo e attraverso metà spiaggia.

Doveva essere lì dentro, ne sono sicuro.
Appena arrivo alla casetta, la trovo lì, rannicchiata perterra a fissare un punto del pavimento impreciso.
Lì, come una bambina indifesa, mentre una lacrima le percorreva il viso.
fragile come una stella.
L'aveva toccata qualcuno o era per me e Lucia?.

Mi siedo accanto a lei e non le riferisco parola.
Aspetto soltanto che inizi lei a parlare, se se la sente.
-sai, un giorno io lessi un libro.... -
La guardo stranito.
-lessi tutto il libro in megafretta, era un romanzo rosa, e all'ultima pagina, tra i due protagonisti non si sapeva cosa sarebbe successo. -
Fisso il pavimento, tirando un sospiro.

-iniziai a leggere anche gli altri romanzi collegati a esso, fino ad arrivare all'ultimo libro.-
-alla fine scoprii che i due protagonisti erano semplici amici, ed uno dei due si sposò ed ebbe dei figli con un'altra, anche se in realtà la sua amica lo amava ancora. -
-li finì il libro e mi ricordo che fui disperata, volevo sapere se ci sarebbe stato un ritorno fra i due, ma solo dopo un anno lo scrittore comunicò che sarebbe finito così.
Passai due giornate chiusa in camera a piangere per dei libri, ma poi accettai il fatto che fosse finita così. -

Le prendo la mano, per darle conforto.
-io, penso sarà così anche per noi -
Lo guardo con due occhi spalancati.
-in che senso -
-non possiamo stare insieme, anche se proviamo dei sentimenti l'uno verso l'altro.
Non la prenderebbe bene nessuno, e tu frequenti un'altra, ma dopotutto, ci siano promessi di rimanere amici, quindi.... -

-Viola, tu sei troppo per me -
Lei mi guarda accigliata.
Le asciugo una lacrima e la abbraccio.
-sei troppo sensibile, se ti facessi del male? Dopotutto tu sei la mia stella da proteggere, non ti devo ferire, ma provo anch'io qualcosa per te-
-Lo so André, però non riesco a starti lontana - dice, buttandosi fra le mie labbra.
Le vengo incontro, facendole perdere equilibrio e trovandomi sopra di lei.
Sento la passione ardere fra di noi, con un dito le tocco la schiena scoperta dal vestito, che al contatto è fredda, e lei sembra rabbrividire.
Continuo a cercare le sue labbra, sento il mio cuore uscire dal petto.
È troppo per me.
Troppo.
Non rimpiango di quella voglia delle sue labbra.

-non so cosa siamo Viò, se amici, fidanzati, conoscenti, semplici amici D'infanzia... Ma so solo che provo qualcosa per te-
Lei sorride, e posa la testa sulla mia pancia, mentre le accarezzo i capelli.
Osservo le sue guance, ancora bagnate da quelle lacrime, piante per me.
Era così, se lei stava bene, automaticamente lo stavo anch'io.
Soffrivo di dipendenza affettiva verso di lei e non so se definirla una cosa sana o meno.

-non piangere, ti giuro che d'ora in poi rompo con Lucia -
Lei annuisce.
-l'avevi già detto quando eri venuto a portarmi i vestiti -
-hai ragione, è che non è tutto così semplice come sembra, cerco di trovare una soluzione Viò. -
Continuo a guardare le sue labbra.
Ne ho bisogno, ancora.

-tieni questo - dice porgendomi un sacchettino.

Lo apro e trovo un braccialetto, con la mia e la sua iniziale.
-lo ho abbinato - dice lei.
Scoppio a ridere.
Scatto una foto con lei, dove facciamo vedere i braccialetti e poi scoppiamo a ridere nuovamente, come bambini.
-la mia piccola nana-
-Robin non ci devi provare -
-ma tu sei la mia Marienne-
Lei scoppia a ridere, e le lascio dei bacetti sul collo.
Sento automaticamente il suo respiro affannarsi, forse era già troppo quello che stavo facendo.

-dai torniamo alla festa - dico io.
Lei si alza ed io la seguo.
-metti più vestiti scollati dietro, ti risaltano il culo-
-André - dice lei tirandomi uno schiaffetto per poi tornare alla festa.

Non era successo nulla fra noi.
(o forse si)

Forse Soli Nell'universo || FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora