ghiaccio

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Andrea

Dopo che mi fui ripreso lievemente,percorremmo tutto il viale esterno della villa , percorrendo  i vari giardini della villa .

Accostammo alla pista di pattinaggio ,guardandoci negli occhi .
-non ci riesco Viola-
-era ...tutto così....-
Confusionario.

Lei mi guardò accigliata.
-Ero davanti alla sala operatoria,lei stava ....-
Deglutii ,un nodo in gola mi bloccava i discorsi,e non riuscivo a continuare.
-Andrea,se non riesci a parlarne ,ho già capito tutto-
-perfortuna ci sei tu ,io sarei già morto ,non respiravo-
-Devi ricordare le pastiglie-
Annuii ,fissando il ghiaccio perterra della pista al nostro fronte
-sai pattinare?-
-che vorresti dire ?-
-se pattinassimo lì -
-Andrè ma sei pazzo? È ancora buio , ci rompiamo tutte le articolazioni e poi dove li troviamo  i pattini? Insomma...-
Non la stavo già più ascoltando ,mentre lei si faceva mille paranoie,avevo già preso due paia di pattini e mi ero seduto su una panchina a indossarmeli.
Lei mi accostò,e se li mise.
Le bloccai la mano,e strinsi i lacci dei pattini in due fiocchi ,ridendo di lei.

Entrai nella pista ,e la presi in braccio.
-beh ,il concetto è facile,devi pattinare mettendo i piedi a papera e se vuoi frenare li apri...-
Non feci a tempo a finire che lei era già partita.
-Andreaaa!!! Andrea! Come si frenaaaa-
Non feci a tempo a raggiungerla che era già caduta perterra , come una pera cotta .
Scoppiai a ridere e la tirai su.

-certo che sei proprio impacciata -
Lei mi fulminó con lo sguardo.
Avvolsi la sua manina calda attorno alla mia , che si faceva piccola,e la portai per tutta la pista.
Pattinammo lentamente .
-hai capito?-
Lei annuí e io mollai la presa.
Iniziò a sfrecciare come una saetta per tutta la pista e io la guardai sbalordito.
-impari in fretta ,nanetta-

Scoppiammo a ridere insieme,poi la presi per i fianchi e la sollevai.
-che bel sacco di patate-
-nono, mettimi giù,se poi cadiamooo-
Iniziò a scalciare contro le mie ginocchia,ed io la ignorai pattinando come se nulla fosse.
La posai giù e feci aderire  la sua  schiena addosso alla recinzione che contornava la pista.

-a volte mi capita di chiedermi perché le persone non  ascoltino mai - disse lei d'untratto.
Aspettai che continuasse,mentre tiravo fuori una sigaretta.

-nel corso della mia vita sono sempre stata fortunata,ho trovato tanti amici ,ma se un giorno li perdessi tutti improvvisamente?-
-si vede se ci tengono a te se ti stanno vicini  , ma tanti sono amici per convenienza ,te lo dico io - ribattei velocemente.

Si sedette sulla recinzione e io rimasi a fissarla ,mentre mi  accendevo lo spinello.
-Lo so ,ma il senso di solitudine mi fa stare male-
-tu non sei sola Viò -
Aveva paura di rimanere sola?
Era la più amata da letteralmente tutto il paese.

-forse lo rimarrò -
Scoppiai a ridere.
-no Vió,nel senso che è difficile, bene o male io e Marco rimaniamo con te, poi ci sono Alice , Dario, Pietro,potrei elencarteli fino a domani.-
-si ma con loro non ho il rapporto che ho con te-
-non riesco ad aprirmi come fai tu - disse poi.

Io mi aprivo?
Mi ero tenuto  la storia del diario  dentro per due anni .
-io non mi apro, semplice,mai dimostrare come si sta ad una persona -
-tu come stai ora-
Era esattamente la domanda che nessuno mi faceva ,se non per  proforma.
-dirti che sto bene sarebbe mentire ,ma di sicuro c'è chi se la passa peggio - dissi per poi avvicinarmi al suo volto.

-ma da quando ci sei tu , di sicuro tutto cambia,non vengo a una festa senza di te,non mi trovo con la compagnia se non ci sei tu -
-al Modern non venivi le sere?-
-ogni tanto, dipende,quelle sputate a scuola mesi fa erano cazzate ,mi mancavi .-  dissi per poi buttare la sigaretta perterra sul ghiaccio.
La feci scendere dal recinto e posai le mie labbra sulle sue.

-ti amo- la sentii sussurrare tra un bacio e l'altro.
Non me l'aveva detto nessuno prima d'ora.
I

l mio stomaco si contorse .

Le nostre lingue si intrecciarono e accolsi l'ondata di profumo di rosa del suo corpo .
-hai cambiato profumo?-
Lei annuii dolcemente,poi riposammo le labbra l'una sull'altra in un lungo bacio .
-me l'ha prestato Alice-

-dai ,vieni- le porsi la mano e la presi in braccio.
-no di nuovo André -
Iniziai a pattinare,ma solo quando mi accorsi che ero partito con una  velocità eccessiva ,persi l'equilibrio e cademmo entrambi a terra.
-ahia che male- disse lei tastandosi il volto.
Sulla sua guancia si era formato un livido viola.
Scoppiai a ridere e lei mi guardò male.
-che stronzo che sei- disse per poi tirarsi su.

-forse è meglio se torniamo dentro ,qua si gela - dissi per poi prenderle la mano e fare rientro nella casa .
Tutti ricoperti dal ghiaccio dove eravamo caduti precedentemente ,salimmo le scale ,e arrivammo in camera.
Chiusi la porta a chiave e ci buttammo sul divano.
Io sopra di lei .
Le sue labbra sulle mie.
Si tolse il giubbetto e rimase in maglietta a maniche lunghe.
Posai le mie mani sotto alla sua maglietta ,racchiudendo il suo seno nudo nella mia mano .
Continuammo a baciarci fin quando tutti quelli strati di vestiti che separavano i nostri corpi caldi non sparirono .

Ogni suo sguardo mi faceva capire come si sentiva ,se provava dolore,piacere ....
Ma una cosa era certa ,lei mi voleva ,ed io volevo lei.
La stanza vuota si colmava dei nostri gemiti di piacere .
Le accarezzai il livido che si era formato alla sua gote .
-scusami -
-non fa male - disse lei sorridendo.
-sono un pattinatore professionista eh- dissi,per poi far scorrere le mie mani sul suo corpo nudo ,creando cerchi immaginari lungo tutto il suo corpo scoperto.
Sussultò, poi posò il suo sguardo da bambina al mio .
Lei mi faceva sentire diverso ,apprezzato .
Con lei era un'altro tipo di rapporto,un rapporto serio.

Dopo esserci rimessi l'intimo, la portai davanti allo specchio.
-rimani qui -
Lei mi guardò accigliata,ed estrassi dalla tasca dei miei pantaloni sul divano  il suo regalo.
Aprii la scatola e le diedi in mano una collana d'argento.
Lei sgranò gli occhi alla vista di essa ,e si voltò verso di me .
-ma sei impazzito tu! -
Sorrisi alle sue parole,la sua genuinità la invidiavo.
La adoravo perché non aveva mai paura di dire come si sentiva in ogni momento.
-era un pensiero-
-Andrea è argento! Quanto l'hai pagata!-
-indossala Viola- le ordinai ,mentre  sorridevo .
Lei si portò la collana argentata al petto  con ditubanza ,e allineò il suo sguardo al mio attraverso lo specchio.
-puoi...agganciarmela?-
Feci scorrere la catenina sul suo petto ,e passai al gancietto ,chiudendolo alla sua nuca.

La gemma azzurra a forma di cuore che penzolava dalla catenina , si infilò perfettamente tra i suoi seni  ,coperti dalle coppe  del reggiseno che nascondevano  le sue forme.
-sei bellissima - sussurrai, quando la esaminai.
-ma piantala- si affrettò a dire ridendo.
-devo farlo scrivere dal comune del paese perché ti possa crederlo?- dissi ridendo.
Lei scoppiò a ridere alle mie parole ,e le lasciai un bacio in bocca.
Posai le mie braccia attorno alla sua vita , attirandola a me.
Con un gesto repentino feci aderire i nostri bacini , lasciandole dei baci al collo.
Lei tirò indietro la testa ,guardandomi.
-è... stupenda -
- ma ...non posso accettare, è troppo per me- disse , guardandomi con due occhioni da bimba.
-buon Natale , Viola ,anche se è passato- dissi ,per poi trascinarla di nuovo sul divano e far combaciare il suo viso al mio petto.
Prendemmo sonno in quella posizione.

Forse Soli Nell'universo || FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora