paure

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Marco

-no ,tu non hai capito, ha pianto tutta la notte per te Andrea - disse Duccio .
Era notte fonda ed eravamo al bunker a parlare.
Avevamo dato una festa ,ma io ed i ragazzi avevamo preso dei minuti per parlarci.
-non è più un mio problema Greta -
-cosa vorresti insinuare con" non è più un mio problema"?ma ti svegli?-

Il corvino era seduto sul divanetto con le mani fra le guance.
Stava riflettendo con la sua puff alla fragola in bocca.
Greta l'aveva lasciato alla festa di Alice,quella di due giorni prima .
Nonostante fosse lui quello che contasse più baci sulla maglia fra tutti i ragazzi ,si era comportato da stronzo.
-Andrea puoi dirci che è successo quando tu e Viola ...-provai ad incalzare il discorso.
-non voglio parlare di lei-
-perchè? Perché ti sei allontanato così?-
Lui mi avvinghiò per il colletto.

-quale parte di "non voglio parlare di quella maledetta "non hai capito?-
Duccio e Pietro provarono a farci distanziare ,ma tirai un pugno in faccia ad Andrea, facendogli uscire sangue dal naso.

-Non voglio che le fai del male,Andrea -
-vuoi saperla tutta?mi sono allontanato da lei per colpa tua,Marco-
-vi frequentavate?-disse Dario.
-Michelle...- si fece scappare Duccio.
Tutti quanti lo fulminammo con lo sguardo ,e il volto di Andrea si fece cupo .
Iniziò a piangere ,per poi lasciare la stanza ,sbattendo la porta.
-non dovevi parlare di lei- lo zittì Dario.
-scusate-

Uscii dalla stanza , e tornai alla festa.
Non volevo ripensare al ragazzo.
Incrociai Viola,che mi venne quasi addosso.
-Dov'è?-
-chi?-
-Andrea -
-lascialo stare -
-devo parlare con lui-
-Viola non è il momento -la zittii io ,alzando il tono della voce.
-Dimmi dov'è - insistette lei.
-è fuori -
-al parcheggio?-
Annuii chinando la testa verso il basso ,mentre la ragazza mi voltava le spalle ,uscendo.

Viola

-

buono questo vino,dove l'hanno preso?-
Ari e Mattia conversavano,ed io ballavo vicino a loro .
-potete smetterla di parlare di vini?-li richiamai io .
-di che vuoi parlare ? Sei sempre chiusa in camera a leggere.-
Soffro di depressione post amorosa? Problemi?

Scoppiai a ridere ,mentre sorseggiavo un margarita,ma le risate durarono poco , perché vidi Andrea passarmi davanti  con le lacrime agli occhi .
Sembrava teso.
Mandibola serrata e pugni stretti.
-che ha?- mi feci scappare ad alta voce.
-chi?- si affrettò a dire Mattia.
-niente- controbattei.
Era in una sua crisi .
Un attacco di panico.
Lo riuscivo ad intuire da come camminava.

Corsi subito da Marco .
Sembrava spaventato.
-Dov'è?-
-chi?-
-Andrea -
-è meglio che lasci stare -
-devo parlargli -
-viò non è momento-
-DIMMI DOV'È - sbraitai io .
-fuori - si affrettò a rispondere lui.

Andai subito al parcheggio, quasi correndo,e quando giunsi davanti alle macchine,lo vidi dare pugni allo specchietto della sua moto.
-ANDREA CHE CA-
Lui si voltò a guardarmi con sguardo tagliente.
-Levati - disse .
-Andrea stai calmo -
- FACILE PARLARE PER TE,RUSSO ,NON SAI UN CAVOLO DI QUELLO CHE HO PASSATO -
-ANDREA TI VUOI CALMARE ?- sbraitai.
Mi fissò male ,e mi avvinghiò per i fianchi,facendomi sbattere la schiena contro la moto.
Sussultai per il male ,e lui affondò le sue mani sui miei capelli,per poi allontanarsi.
Lo seguii .
-SMETTILA DI SEGUIRMI !IO NON HO NESSUNO NELLA MIA VITA !- disse lui ,guardandomi male.
-Grazie per considerarmi nessuno - dissi io .
Lui tirò un pugno ad un finestrino di un'auto.

Mi diressi verso la sua moto , prendendo i medicinali che lui conservava sotto la sella .
Non erano i medicinali adatti , però lo avrebbero calmato per dieci minuti.
Era in preda ad una crisi di ansia.
Sono l'unica a saperlo , agli altri lo aveva sempre tenuto nascosto.

Quando eravamo piccoli gli era successo e mi ricordo di avergli dato dei farmaci per calmarlo, li aveva sempre  con lui ,ed era strano che ora non gli avesse.
Tirò l'ennesimo pugno al vetro dell'auto,finché non sussultò dal dolore ,con la nocca insanguinata ,buttandosi perterra.
-Andrea no!-
Mi accovacciai dietro a lui ,con i farmaci in mano.
-ti vuoi levare? Non ti devi avvicinare!- mi disse lui ,provando a sfiorarmi un pugno.
-Respira  piano- provai a dire con tono dolce per calmarlo.
-Russo sei una ...-
-si,sono esattamente quello - lo bloccai io ,per poi  costringerlo a ingoiare il farmaco .
Gli bloccai le mani con i polsi.
Lo buttò giù senza tante storie, poi posò la sua testa sulla mia spalla,chiudendo gli occhi che lacrimavano ancora.

-Andrea...-provai a richiamarlo ,per poi afferrare una benda e fasciargli la nocca sanguinante.
Lui guardò il pavimento.
Aveva una faccia cupa,ma sembrò calmarsi.

Mi alzai e provai a farlo fare anche a lui .
-dobbiamo andare a casa - dissi con fretta.
Scrutai il veicolo più vicino a me ,ed inquadrai la sua moto.
Ingoiai amaro e lo portai vicino a essa.
-Non ti lascio guidare Russo -
-Vuoi morire ? - sputai secca.
Lui irrigidì la mascella e mi prese per un polso .
-non ti lascio guidare - ribatté.
-tanto meno una moto-
-devi stare calmo -
-Non voglio che muori,ti prego-
-Andrea ,devi fidarti -
-io mi fido ,ma vai piano.-
Annuii frettolosamente,avevamo poco tempo.
Lui mi guardò storto,poi gli misi il casco e salimmo sulla moto .
Dopo aver girato la chiave,partimmo ,e andai in strada.
-Vai piano Vió-
Nonostante i troppi drink nel mio corpo , riuscii a rimanere in strada.
Sbandai un po',e rabbrividii quando vidi che lui posò le sue mani calde sulle mie ,per reindirizzare la moto sulla retta strada.

Trovammo una macchina lenta davanti.
Sbuffai.
Dovevo sbrigarmi,il farmaco faceva effetto per poco .
-muoviti , cazzo -urlai dietro a essa ,ma il pilota sembrò andare ancora  più lento dopo le mie parole.
Con la velocità di un fulmine,feci avvinghiare le mani del ragazzo al mio bacino ,e premetti col piede l'acceleratore, sorpassando l'auto, con tutta la velocità possibile.
Chiusi gli occhi mentre lo facevo.
Ripensai subito a quando,ero salita dietro di lui , mentre mi riportava a casa.
Come ero finita a guidare questo veicolo mortale ,mentre non sapevo nemmeno dove andavo?

Emisi un gemito di paura per mezzo secondo,poi con la stessa velocità percorsi tutta la strada e arrivai finalmente al quartiere di Andrea.
Come avevo fatto?
Sembrava fosse passata tutta la mia paura per le moto .
Sembrava che tutti i miei problemi fossero spariti.
Il ragazzo urlò il mio nome svariate volte.
L'effetto del farmaco stava per finire ,e dovevo fare il più presto possibile.
Sfiorai un cartello stradale,e per poco non lo presi a pieno .

Se prima ero io ad aver paura,ora si era catapultata la situazione.
Andrea sembrava terrorizzato,ma io dovevo fare finta di vedere tutto da buona ottimista ( ovviamente non sarei più salita su quella moto).
Non avevo la patente, c'era solo da sperare di non trovare la polizia per strada.
-TIENITI STRETTO,CI SIAMO -
Urlai ,per poi inchiodare una frenata proprio davanti casa sua.

Scendemmo ,io con la testa barcollante ,lui con la carnagione pallida come un morto .
Avevo superato ogni mia paura.
Appena mettemmo piede in casa sua ,Andrea andò in camera a cambiarsi ed io cercai velocemente i farmaci giusti per lui.
Appena giunsi in camera sua ,lo vidi toccarsi la benda alla mano con faccia sofferente , mentre era sotto alle coperte.
-stai fermo ,adesso ti medico - mi affrettai a dirgli .

Gli diedi i farmaci,poi misi una sua maglia e mi sedetti vicino a lui sul suo letto , guardandolo preoccupata.
Gli tolsi la benda ed esaminai la ferita.
Mentre mi alzavo , però,mi blocco e si fiondó sulle mie braccia
-Grazie -
Non feci a tempo a realizzare la nostra vicinanza in quel momento .

Forse Soli Nell'universo || FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora