bora

219 21 2
                                    

Viola

Marzo si avvicinava ,ma le giornate piovose non sembravano mancare.

Dopo scuola, passai tutto il primo pomeriggio chiusa in camera a leggere.
Fuori il cielo era grigio , segnale che una bufera sarebbe arrivata a breve.
Sbuffai ,tra le varie pagine del mio solito romanzo rosa , portandomi alla bocca due biscotti.
-

che patetici questi libri , non possono baciarsi dopo tre pagine i protagonisti,mettete un po' di trama ,no?- commentai ad alta voce.
Chiusi il libro furiosamente ,e il rumore provocato dalle pagine,mi fece capire che forse ne avevo strappata qualcuna.

Mi tastai la gemma al collo, e guardai le foto scattate con Marco e Andrea in galleria.

-Violaaaaaa- sentì richiamare da sotto alla finestra.
Mi affacciai e scorsi la sagoma del ragazzo corvino con la sua moto .
-che fai qui?-
-scendi ,vieni al bunker?-
-ma scrivere un messaggio era troppo complicato?-
-ho preso alla regola quello che dicono i nostri genitori: "Gli anni 80 erano meglio senza tutta quella tecnologia!" - disse imitando la voce di suo padre.
Scoppiai a ridere,ricordando quando eravamo piccoli e alle cene di classe i nostri genitori ne parlavano sempre.

Mi misi una maglietta a maniche corte e dei pantaloni lunghi con tasche ,per poi prendere il telefono e scendere giù di sotto.
Presi con me anche le chiavi di casa,dire che le avevo dimenticate non valeva più come scusa ora.

-bene ,direi di andare-
Scesi le scale con tutta l'euforia e la velocità presente nel mio corpo ,per poi fiondarmi alle braccia del ragazzo davanti a me.
-tutto questo affetto?-
-io sono affettuosa ,qui è qualcun'altro il problema -
Provai a cercare le sue labbra,ma mi infilò il casco .
-dai sali -

Sbuffai e salii dietro.
-a meno che....-
-te lo ricordi?-
-come potrei dimenticarlo,eri paralizzata -
Scoppiai a ridere .
-io paralizzata? Sei tu il fifone -
-mostrami allora-
Salii dal lato del guidatore ,poi Andrea si accomodò e partii in tutta velocità.
I dieci minuti che distanziavano il bunker da casa diventarono quattro.
Quando Duccio che stava fumando in giardino mi vide guidare la moto di Andrea , sgranò gli occhi.
Tutti gli altri infatti sapevano del mio terrore per le moto.

Andrea scese ,ed io insieme a lui ,fiera di me.
-mangiati la polvere -
-hai del potenziale,posso dirlo -
Lo guardai ridendo .

-Oh ,mio dio - disse Duccio ,con gli occhi sgranati.
-hai visto ?- dissi togliendomi il casco.
-beh ora non tiriamocela troppo,nanetta , ti batto io con le mie impennate - disse Andrea per poi sfoggiare una posa stilosa.
-ma smettila che sei un pappamolle - dissi tirandogli un pugnetto sul braccio .
Lui mi guardò con faccia da bambino, poi entrammo tutti quanti al bunker .
-Ecco il nostro ospite di oggi- disse Andrea .
-ciao Viooooo-
Tutte le voci dei ragazzi mi salutarono ,ed io scoppiai a ridere.
-comunque per il prossimo Natale ti regalo una moto- commentó il rosso ,ancora allibito al mio fianco.
Scoppiai in una risata fragorosa.

-80 punti -
-altro asso...99- disse Jack .
-eddai ma vaffanculo .- disse Marco rabaltando tutte le carte per poi alzarsi dalla tavola in segno di resa.
-che sta facendo?-
-si allena a briscola ,deve battere Giacomo quest'estate - mi affiancò Pietro.

Scoppiai in una risata.
-no raga ma apparte gli scherzi,ho visto la signorina qui guidare la moto di Andrea-
-ecco come ti è uscita moto blu - commentó Dario.
-che?- dissi io .
-niente ,era una battuta - disse Andrea , fulminando l'altro ragazzo con lo sguardo.
Lo guardai stranita,poi lui avvinghiò un braccio attorno al mio collo e ci sedemmo al tavolo a parlare.
-il camioncino lo ho appena sistemato,con l'aiuto di Ghera - disse Jacopo,mentre beveva un bicchiere di birra.
-chi è Ghera -
-un nostro amico ,o meglio un mio amico d'infanzia,che poi ha conosciuto loro , questo studio è di proprietà sua -
Annuii,mentre mi accoccolavo nella mia maglietta a maniche corte .
Mi maledico per non portare mai qualcosa da mettermi sopra , poi mi lamento perché ho la febbre.

Persi la condizione del tempo ,e solo quando riaccesi io telefono mi accorsi che erano quasi le sei di sera.
-Andiamo Vió?- disse Andrea guardandomi .
-dove ?-
Mi mimó una casa con le mani ,e annuii ridendo.
Salutammo gli altri ed uscimmo dallo studio .
-che ne dici ,io ,te ,due caffettini di Starbucks -
-stai cercando di fare il romanticone? Ma Starbucks qua non c'è André -
-prendiamo il cappuccino al supermercato.- disse lui guardandomi con la sua solita faccia da bambino.
-e va bene -
Lui sorrise,e partimmo con la moto , ma questa volta guidó lui.
-conviene che metto la moto in garage che qua viene su un tempaccio -
Parcheggiò a casa sua ,poi a piedi raggiungemmo al piccolo supermercato.
Entrammo e scorremmo fra i vari scaffali.
-aspetta,forse mamma voleva le carote ...- disse guardandosi attorno ,ma io mi ero già persa fra il banco frigo a scegliere che cappuccino prendere.

-ah vero, non è a casa - disse lui ,per poi venire dietro di me ,e guardare le bevande al nostro fronte
-io prendo il caffè latte-
-io cappuccino con il caramello-
-che gusti di merda che hai-
-il caramello è buonissimo,e dolce -dissi per difendere il mio cappuccino caramellato.
-a differenza tua-
Gli sfiorai un pugnetto sul petto ,ma solo poco dopo il frastuono di un tuono ci fece sobbalzare.
Nel tirargli un graffietto,una delle unghie fatte dall'estetista mi si spezzò ,e sussultai dal dolore.
Ci girammo di scatto ,fuori pioveva a dirotto.

-mancava , per fortuna non siamo fuori -
-porco cane che male cazzo -
-ti sei davvero rotta un'unghia tirandomi un pugno?-
Iniziai quasi a lacrimare.
-ma come fate a farvi sti artigli?-
-non sono artigli -ribattei io .
Lui ruotò gli occhi al cielo.

-madonna ma tu stai in maniche corte ,sei completamente andata.-
Mi pose il suo giubbotto e me lo misi senza fiatare.
Mi lasciai cullare al piacere dell'imbottitura morbida che sapeva del suo profumo .
Lui mi prese di peso e mi fece sedere su uno dei banchi del gelato.
Mi affiancò e aspettammo che calasse un po' la bufera fuori.
Eravamo solo noi due lì.
-che tempo di merda , aspettare un po' no eh-
-che uscita romantica Andrea - sussurrai ,mentre guardavo i nuvoloni grigi impossessarsi del cielo .
-io ci provo , ma qua non è colpa mia -
-il karma torna sempre - dissi ridendo
-beh , un'altra alternativa è pagare e correre .-
-con sta pioggia? Ma hai visto ? C'è la bora fuori poi -
-studi geografia?la bora c'è solo a Trieste -
Ruotai gli occhi al cielo .
-I-R-O-N-I-A ,signor Locci -
-hai quattro in geografia.-
-punto primo ,ho voti altissimi dappertutto,punto secondo ,chi te le dice ste cavolate?-
-so più informazioni di te che non tu stessa, nanetta -
Ruotai gli occhi al cielo.
-aspetta,voglio un pacco di Pringles -dissi scendendo dal frigo .

-ma la smetti mai di mangiare ?-
-ma senti caro ,se ho fame ho fame -
-hai il ciclo?-
-ma ti fai i cazzi tuoi ?-
-hai il ciclo,sei lunatica -
-smettila- dissi ridendo.
-comunque ti invidio, perché tu mangi tutto il supermercato ma hai sempre un fisico perfetto -
Scoppiai a ridere alle sue parole ,ma lui rimase serio.
-oh Andrea,io non ho proprio nulla di perfetto - dissi sogghignando ,per poi afferrare il tubo di patatine alla paprika sotto al mio braccio.
-ma la smetti di tirartele addosso? Chi vuoi prendere ingiro ? Sei bellissima -
-la bellezza è soggettiva , Locci -
-beh , sarà meglio, almeno sei tutta per me -
-e poi secondo te perché ti ho scelto?-
-ah ,non lo so-
-perchè hai un bel nasino all'insù, dei capelli marroni che profumano di sogni , delle labbra rosse come ciliegie,e un fisico divino -
-sei nella tua fase poetica?-
-hai le guance rosse, significa che lo sai anche tu di essere bella-
-me lo fai pensare tu-
-non è un'illusione, per te sono bello?-

Cazzo si .
-si André,che domande sono?-
-lo so- disse, per poi mostrare i suoi bicipiti.
-troppa modestia amore mio-
-preferivo Robin-
-ok ,Robin-
-Robin amore mio- disse lui.
-si ,ogni volta che ti chiamo ci metto un anno.-

Ridemmo come dei matti.
-paghiamo e usciamo di corsa ,sono cinque minuti da qua a casa -
Lo guardai storto.
-Ci fulminiamo -
-certe cazzate si fanno solo a vent'anni-
-non ne abbiamo venti-
-allora le facciamo in adolescenza -
sbuffai , non potevamo reintanarci in un supermercato per tutta la notte , così annuii.
-io convinco tutti-
-lo faccio per la mia sopravvivenza,mica per te - sottolineai.

-voglio proprio vedere.- disse lui ridendo.
-dai muoviti -
Pagammo e ci addentrammo sotto alla pioggia che scrosciava con furia sui nostri corpi.

Forse Soli Nell'universo || FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora