treno

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Viola

I giorni passarono velocemente ,ero tornata a casa ,e l'aria estiva si faceva sentire.
Eravamo a fine agosto ormai.

Passavo le serate con il corvino al telefono , perdendomi dietro ai suoi racconti .
Ci davamo la buonanotte,e voleva vedermi chiudere occhio quando eravamo ancora in chiamata ,per osservarmi.
Mi chiedevo come mai mi stesse così attaccato ultimamente... sembrava non potesse fare a meno di me.

Tutti i pomeriggi passavano svagati... Andavo al centro commerciale in città con Alice , uscivo con Marco e Andrea,e mi era capitato più volte di fermarmi a mangiare e dormire al bunker con gli altri ragazzi.
Il gruppo si era unito,e ora avevo stretto un legame solido anche con loro .
Mi strinsi la felpa di Andrea ,per poi espirarne tutto il profumo ,mentre alla mia destra tenevo un nuovo romanzo , regalato da Marco.
La vibrazione del telefono mi fece distogliere lo sguardo dalla carta.

Marco😇
M: terra chiama Viola...stai ancora seppellita in casa tra le pagine del mio nuovo romanzo?
V: me l'hai regalato e ti lamenti che lo leggo?

Lui lasciò il visualizzato ed io ridacchiai.
Presi con me il mio telefono e scesi di sotto,per fare il mio solito spuntino pomeridiano,quando il mio telefono prese a squillare .
Non ho voglia di rispondere.
Mi limitai a guardare chi mi stava chiamando,ma quando lessi Andrea, avviai subito.

-Viola,vieni subito alla stazione-
-alla stazione?-
-è urgente,muoviti-
-Andrea,mi spieghi?-
-vieni c'è poco tempo -

Sobbalzai alle sue parole ,e mi vestii il più velocemente possibile,per poi uscire di casa.
Che stava succedendo? Andrea stava male?
Basta Viola...non sta succedendo niente.

Corsi più veloce che potei fino ad arrivare alla stazione.
-sarve il biglietto - mi fermò il controllore,ma corsi già oltre ,e arrivai davanti ai binari,dove notai la sagoma del corvino ,davanti ad una delle numerose panchine.
-Andrè - dissi , per poi guardarlo preoccupata.
Lui si alzò immediatamente dalla panchina e mi guardò di sottecchi.

Poco dopo un treno giunse davanti alle nostre figure,frenando.
-Andrea che sta succedendo -
-ci è voluto tanto per poterci pensare ... per non ferirti,per provare a metabolizzare un discorso sensato...-
-Andrea.-
-Io... l'università,insomma,la frequenterò all'estero.-
-stai scherzando? No Andrea ,dimmi che è ironia,una fottuta ironia -dissi ridendo nervosamente.
-Viola...-
-perchè?- dissi,mentre una lacrima mi scese dagli occhi .
-cosa-
-perchè così tardi me lo dici -
-ho aspettato l'ultimo momento per non farti rimanere sempre con il pensiero ,non volevo che tu ci rimanessi male ,e dirtelo all'ultimo la vedevo come la cosa migliore...non voglio ferirti -
-Andrea,io come faccio senza di te ,lo vuoi capire che non posso starci?- dissi ,mentre le lacrime mi fecero colare tutto il mascara dagli occhi ,creandomi dei solchi neri sul viso ,e rigandomi il volto.
-Non piangere, Viola, ascoltami...Marco si prenderà cura di te...-

-non è la stessa cosa!-
-Tu mi hai insegnato così tante cose... Mi hai insegnato a rialzarsi dai propri errori,di non fidarsi di tutti, di non baciare tutte le persone che vedo e trovo alle feste ,di non fumare, perché le "puff fanno schifo"- disse imitando la mia vocina,facendomi ridere.
-di saper aspettare il prossimo ,di non giudicare i corpi altrui ,e che se qualcuno è sensibile di non giocare con i suoi sentimenti.
Mi hai insegnato ad amare,essere più sensibile e genuino ,mostrarmi per quello che sono ,senza maschere ,e senza bisogno di chiedermi cosa ne possano pensare gli altri.
E queste sono solo poche delle cose che ho imparato da te in questi anni , soprattutto in questi due...
Tu sei una ragazza fragile,ma che si è realizzata una corazza ,per non mostrare la sensibilità, ora tocca a te farti avanti e crearti una vera e propria bolla,una bolla tramite la quale nessuno possa toccarti, nessuno possa ferirti.
Come una bolla di vetro ,ma quel vetro non si deve rompere .-

Mi strinse forte a sé,e il mio cuore andò in frantumi.
-voglio solo che tu sappia quello che io provo per te , lo griderò sui palazzetti ,e sui palchi quando potrò,te lo prometto .-
-Andrè,non dimenticarti di me-

Le porte del treno alle sue spalle si aprirono.
-Non posso dimenticarti , ci telefoneremo ogni singolo giorno ,te lo prometto, la lontananza fisica non ci potrà separare,e se vuoi potrai venire anche tu -
-dici sul serio?-
-potrai venire a trovarmi -
Sul mio viso comparve un sorriso.

-e ... potrai darmi l'ennesime lezioni d'inglese,anche se all'estero lo imparerò bene- disse ridendo .
-non farti mettere i piedi in testa da nessuno ,mai - disse .
Mi lasciò un bacio in bocca ,le nostre lingue giocarono e sfrecciarono in una danza sfrenata,non volevo più staccarmi,spero solo non sia l'ultimo bacio della mia vita con lui .

Abbi cura di te.

-non togliere mai più quella collana- mi sussurrò all'orecchio.

Il ragazzo sorrise ,e salì sul treno.
Le porte si chiusero velocemente,e corsi dietro alla sua immagine, finché non fu tutto invano.
Era tutto finito per davvero?

Perché è così doloroso lasciare le persone?
O perché lo è di più con lui, il mio "amico" d'infanzia, che forse si è rivelato di più.

Forse è dannatamente difficile lasciarlo, perché è stato colui che mi ha capito fino in fondo, colui che mi ha colmato ogni vuoto e che prova le medesime emozioni.
È colui al quale il mio cuore appartiene.

Forse Soli Nell'universo || FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora