1-Rapimento

61.6K 1.8K 87
                                    

(1 Ottobre)

Cass diede uno sguardo distratto all'orologio.

Erano le due e mezza di notte.
L'aria era parecchio afosa, ed il sudore rese presto appiccicosi i suoi capelli scuri, e li fece aderire al volto dai lineamenti morbidi.
Detestava  il caldo.
Lo detestava con tutta se stessa.

Poteva sentire il sangue premere contro le vene, che si ingrossavano,
quasi fino a farle perdere il fiato.

Si appoggiò piano piano sul letto, per non fare rumore, e cominciò  a respirare affannosamente.

Non era facile essere la figlia di un politico, al contrario di come tutti pensassero.

"Forse è destino che stia per conto mio"

Pensò, alzando lo sguardo verso quella luna pallida, che sembrava osservarla e quasi piangere per lei.

Era appena iniziato Ottobre.

La notte scorsa  per la precisione.

Si morse il labbro, quasi fino a farlo sanguinare,e abbastanza perché sentisse la carne lacerarsi lentamente.

Cercò di calmarsi , e nel frattempo si  infilò  sotto le coperte.

Erano gelide, bene.

Chiuse gli occhi, e vide solo il buio più totale.

Non sognava più da anni, nemmeno una volta.

L'avrebbe aiutata forse , trovare una via di fuga almeno durante la notte, quando il silenzio regna sovrano, così come la tristezza.

Appena fece per spegnersi temporaneamente, sentì un suono strano.

Un "clack", che si disperse poco dopo nell'aria.

Respirò a fondo, ma non si mosse.

Un altro suono più forte e più tetro.

Così girò lo sguardo, in tempo per vedere un'ombra scura nascondersi dietro la tenda cremisi.

"Ma cosa!"

Scosse la testa, e pensò di essere diventata pazza.

Qualche giorno prima la sua psicologa l'aveva definita un soggetto altamente complicato e affetto da pessimismo cronico.

"Un modo gentile per dirmi che non sono normale "
Concluse in fretta Cassandra quel pomeriggio, alzando le spalle, e prendendo la sua borsa Armani.

Era quasi scappata via, resistendo alla tentazione di insultare quella donna.

Come si  permetteva di definirla "anormale"?

Cass aveva sempre pensato che ogni persona fosse diversa, e che nessuno potesse giudicare nessuno.

Lei non lo faceva, e forse per questo non andava bene.

Un ultimo suono più vicino, però, la spinse a chiarire la situazione.

L'aria calda si fece risentire immediatamente, quasi bruciandole i polmoni.

Così inspirò, arricciando il naso e storse le labbra.

"Questa non è aria, sembra..."

Prima che potesse terminare il ragionamento, cercò di alzarsi di corsa, ma un corpo forte
la bloccò contro il materasso.

Un tessuto le tappò la blocca e le oscurò del tutto la vista già messa a dura prova dall'oscurità.

Il sapore amaro e acido le invase la bocca, facendola tossire.

L'aria cattiva le ritornò dentro la trachea, come un boomerang, provocandole una sensazione più straziante.

<Fai la brava, ragazzina >

"No!"
Gridò forte nella sua mente, cercando di liberarsi.

Le palpebre diventarono immediatamente pesanti, e delle lacrime scesero lungo le guance.

Le sua mani smisero di annaspare in aria e caddero lungo la vita sottile.

<Chi Sei?>
Riuscì a sussurare, quando il panno venne gettato a terra , prima di svenire definitivamente.

•UNDER MY SKIN•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora