13-Rivelazioni

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(2 Febbraio)

Gabriel scosse la testa, visibilmente contrariato.

Perché la Safe House? Perché non restituirla alla sua famiglia?
Perché confinarla nuovamente senza alcun conforto?

<Per quanto tempo?>
Chiese solamente Cassandra.

Il capo socchiuse gli occhi, poi si girò verso di lei.

<Non lo so>

La ragazza capì e si zittì.

Avrebbe fatto tutto il possibile per salvarle, non le importava come.

Non sarebbe comunque potuto essere peggio di prima.

Sì ricordò improvvisamente una giornata di mesi e mesi prima, quando era a casa.

Era coricata sul divano di casa, Kylie, la sua sorellina le era venuta incontro con le manine alzate e uno sguardo da folletto dispettoso negli occhi.

Cassandra le aveva accarezzato i capelli biondi, come quelli dei genitori.

Per natura invece lei li aveva sicurissimi, tanto che a volte si domandava come potesse essere successo.

<Tua nonna>
Rispondeva la madre, con un sorriso triste.
"Mia nonna"
Pensava Cassandra.

La signora era morta prima che lei nascesse.
Non aveva mai potuto vederla.
Forse si sarebbe fatta una ragione del suo colore insolito.

Oramai quel problema le sembró così inutile e  stupido.

Provò il desiderio straziante di rivederle, sua madre, sua sorella.

Avrebbe stretto tra le braccia  la piccola, e le avrebbe detto che lei stava bene, che i mostri si possono sconfiggere ma che non avrebbe mai dovuto avere paura di loro.

Le avrebbe insegnato ad essere più forte, e che questa vita è solo per chi non abbandona la battaglia con una ferita, è per chi, anche con il corpo straziato, continua a combattere, perché in realtà sono il cuore e la mente le cose che importano davvero.

--

<Mi può spiegare cosa sta succedendo? E sia sincero.
Perché la mettete in una Safe House?
Perché non la riportate a casa?
Perché ci hanno spiati quando l'abbiamo presa?>

Gabriel guardò l'uomo pieno di astio.
Lavoravano insieme da anni, e ora, lo trattava come fosse un semplice agente della stradale.

Lui aveva il diritto di sapere, Cassandra aveva il diritto di sapere.

<Vi hanno spiati?>
Hank alzò lo sguardo, contrasse la mascella.

<La situazione è più seria di quanto credevamo>
Sussurrò fra se e se.

Gabriel si spostò, aggrottando le sopracciglia.
<Pensavate? chi?
Hank basta,
Non fare il doppio gioco con me!>

Alzò la voce sempre più agitato.
"Parla!"
Gridò nella sua mente.

Taylor si guardò intorno con fare sospetto.

Non vide nessuno così cominciò a spiegare.

<da un po' di tempo la CIA e le forze speciali sorvegliano queste associazioni.

Soprattutto da quando hanno riscontrato  casi di rapimento simili a quello di questa ragazza, che è stata presa circa quattro mesi fa, ma anche molto più vecchi risalenti fino a sei anni.

Tutte ragazze ricche e belle, nessun ricatto.

Prima credevano fossero casi isolati, ma erano tutti troppo simili, troppo geniali>

Gabriel si voltò , Cassandra era a pochi metri da loro , li divideva solamente un muro.

<Allora perché non hanno indagato prima?>
Chiese , anche se credeva  di sapere già la risposta.

<Perché lei è la prima ad uscirne viva.
Dannazione!>
Sbottò Hank, era frustrato, non voleva dirgli tutto.
Non voleva spaventarlo a modo suo.

L'agente Anderson era un uomo adulto, ma certe cose fanno paura a tutti.

<sono stati trovati dei cadaveri sparsi per il mondo di queste ragazze e...>

Gabriel lo fermò.

<Per il mondo?
Non è solo un'associazione russa?
Mi sta dicendo che è un pericolo internazionale?>
Sbottò , non ci poteva  credere che  gli avesse  tenuto nascosto per ben sei anni una cosa così importante.

Lui non lo avrebbe fatto.

<Non abbiamo mai capito dove si nascondono>
Sibilò Hank con disprezzo.

<Ieri mentre voi andavate a prenderla ho incaricato dei  poliziotti locali di cercare molto a fondo e...>

<Non hanno trovato nulla>
Ipotizzò l'agente.

Hank fece per parlare, poi si zittì.

<O si?>
Domandò Gabriel.

<Solamente una vecchio castello ottocentesco, non c'era nessuno lì dentro, e sembrava abbandonato da decenni>

Il capo scosse la testa.

<Ma non lo era>
Concluse l'agente.

<Anderson dobbiamo sventare quest'organizzazione, dobbiamo demolirla e salvare quelle povere ragazze.
Io ho...>

Una smorfia di dolore trapelò dal suo volto.

<Io avevo una figlia.
Non so cosa avrei fatto se le fosse successo.
Se l'avessero rapita>

Il ragazzo capì, si ricordava ancora quel periodo nero.
Era appena entrato a far parte dell'FBI, e Hank, nonostante il suo dolore l'aveva aiutato a diventare un grande agente.

Doveva tutto a lui, gli voleva bene quasi come se fosse suo padre e lo avrebbe seguito nella retta via, e se fosse perso ancora una volta, gli avrebbe ricordato che era importante, che lui una famiglia ce l'aveva ancora.

<Li troveremo Hank>

L'uomo annuì, tenendo le mani incrociate sul petto.

<Ho notato che con te riesce a parlare meglio.

Portala nella Safe House, falle raccontare tutto quello che sa,mettila a suo agio, se necessario preparale qualcosa da mangiare e  leggile un libro>

L'agente Anderson si accigliò.
<Leggerle un libro?
Ha ventidue anni non sei>

Il capo  annuì con uno strano sorriso sul volto.

<Sapevo che saresti stato l'uomo giusto>

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