47-Pericoli nascosti

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(5 febbraio)

Gabriel si risentì molto di quella interpretazione e si chiese come mai non gli fosse mai venuto in mente.

Era palese che nessun uomo avrebbe fatto il giro del mondo solamente per avere un rapporto sessuale con una ragazzina.

Certo, a volte non c'era limite alla crudeltà umana, ma questo andava oltre la normale cattiveria.

Il commercio che si era scatenato grazie all'associazione era a dir poco diabolico.

<Se ora quelli dell'associazione sanno che abbiamo questo nome allora cercheranno in tutti i modi possibili di mettere a tacere una volta per tutte anche Brown >
Riflettè l'uomo, con lo sguardo perso nel vuoto.

Cassandra lo guardava costernata, si sentiva una stupida per non averlo capito prima.
Eppure se avesse rivelato anche un solo particolare di quella storia a Gabriel era sicura che non le avrebbe mai più parlato e se anche fosse stato costretto il suo sguardo l'avrebbe uccisa.

Gabriel era diventato importante per Cassandra, aveva sostituito tutti nella sua vita.

<Sì, sarà meglio che lo preleviamo il prima possibile, non possiamo correre un rischio del genere.
Stanno morendo troppe persone ed anche se non si può dire che Brown sia innocente, salvare vite è il nostro lavoro >

Gabriel scosse la testa, seguito da Becca.
Avevano capito entrambi che la procedura di salvataggio  era più complessa di quanto si supponeva.

<Se andiamo col furgone o con le auto dell'FBI ci riconosceranno, perché questo è sicuro, loro sono già da lui, dobbiamo fare in modo di non mettere in pericolo la "sua vita" >

Cassandra rifletté molto sulle parole di Gabriel, la vita di Brown era forse più preziosa di quella di qualunque essere umano?
Soprattutto considerato il modo in cui si era comportato in quegli anni e tutte le morti che aveva causato.

Eppure lui rimaneva una risorsa fondamentale.
Era una delle grandi menti che c'erano all'interno di quella organizzazione, lei ne era certa.

Alexandre annuì ma questo lo vide solo Cass.
<Andremo noi, fingeremo in controllo degli impianti e delle tubazioni di quell'area, al massimo potremo dire che ci sono stati diversi episodi preoccupanti nella rete idrica>

Gabriel fu d'accordo ma il volto di Becca tradiva al momento un umore nero.
Avrebbe voluto far parte dell'operazione anche lei ma se fossero stati in tre si sarebbero accorti della stranezza e avrebbero ucciso tutti dopo averli fatti entrare in casa.

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Gabriel strinse la pistola,prima di scendere dall'auto.
Era stato abbastanza accorto nel cambiare le munizioni e sperava che la nuova arma non decidesse di incepparsi proprio in quel momento.

Contrariamente a lui Alexandre Dumas, fischiettava tranquillo, come se quella fosse una corsetta al campo vicino casa.
E magari lo era per lui ma doveva pur tener conto che si trattava di un campo ma minato.

<Pronto?>
Domandò l'agente Dumas a Gabriel, quello gli annuì con fare fermo e scesero entrambi dal pulmino che l'FBI aveva noleggiato da un'impresa idraulica.

La casa di Linton Brown era immensa, una grande villa ad ovest di Washington, un piccolo boschetto era delimitato oltre la proprietà.
Gabriel sperò che non vi fossero scheletri anche in quel l'apprezzamento di terra.

Secondo quanto gli era stato riferito poteva pur darsi che ci fossero dei corpi al di là della villa.
Ma l'agente scosse la testa, ora doveva solamente pensare alle ragazze rinchiuse, doveva salvarle.

Alexandre si avvicinò al cancello e suonò due volte, aspettarono entrambi una risposta dall'interno.

<Chi è?>
Domandò la voce affannata di un uomo, non era Linton, l'accento straniero tradiva origini russe.

Gabriel fece finta di non aver capito.

<Impresa idraulica, un tubo nelle vicinanze perde e le case qui vicino hanno avuto diversi problemi agli impianti, a volte persino pericolosi per la vita.
Perciò dovremmo controllare il suo>
Spiegò normalmente.

<Noi non abbiamo avuto nessun problema >

"Noi"
Si era già tradito così, pensò l'agente Anderson.

<Mi dispiace provocarle disturbo ma non lo farei se non fosse necessario>

<Va bene, entri >

Il cancello si aprì e i due uomini si fecero un cenno con il capo entrambi sfiorarono con la mano le pistole che avevano all'interno della cintura, ben coperte da un giubbotto impermeabile con su scritto la marca della finta impresa.

<Non ci dividiamo >
Sussurrò il primo, l'altro fece di sì con la testa.

Sì aprì la porta di casa o meglio fu un ragazzo, Alexandre diede in rapidissimo sguardo alla casa da cui non proveniva alcun rumore e ebbe l'impressione di essere arrivato tardi.

<Il bagno è al piano di sopra >
Disse il ragazzo.
Aveva una brutta cicatrice in volto che gli segnava tutta la guancia destra in lunghezza, per il resto si sarebbe potuto dire un bel giovane, con le spalle larghe e dei capelli biondissimi che gli arrivavano sotto l'orecchio.

<Va bene, grazie mille >
Rispose Gabriel, facendosi largo nell'abitazione.

Il lusso si  disperdeva nell'ambiente sottoforma di oggetti preziosi e mobili antichi.
Brown era un collezionista.

Gabriel tese l'orecchio, poi passó alle scale, salendo un gradino per volta.
Aveva la netta impressione che avessero teso loro una trappola e aveva ragione.

Un secondo dopo un secondo uomo si scaglió contro Alexandre mentre il ragazzo che lo aveva accolto all'entrata ora lo inseguiva con un coltello lungo come un pugnale.

Gabriel Impugnò la pistola ed in un attimo gliela puntò davanti, ma il ragazzo non si fermò e corse verso la sua preda anche se armata.

Questo perché non si sarebbe fermato davanti a nulla, la sua missione era di uccidere o di essere ucciso, non esistevano vie di mezzo.

Gabriel si scansò giusto in tempo per non essere colpito  e proprio mentre lo fece sentì uno sparo che proveniva dal piano di sotto.

Pregò dio che non fosse successo nulla ad Alexandre.

Il ragazzo venne distratto dallo sparo più a lungo di Gabriel e questo  offrì la possibilità al l'agente di sparare contro la spia ma questa volta fu furbo e lo colpì ad una gamba.

Non appena l'uomo fu a terra gli strappò il coltello dalle mani.
Il ragazzo si dimenava per il dolore.
Gabriel sperò di non aver colpito un'arteria.

<Dumas!>
Chiamò, tamponando con la sua giacca la ferita del ragazzo il cui volto aveva assunto una colorazione cadaverica .

<Ci sono>
Rispose il collega, quando gli fu alle spalle.

<Ma Linton è già morto, l'hanno ucciso meno di venti minuti  fa>

Gabriel osservò il ragazzo biondo.

"Ti sei tutto quello che ci rimane"
Pensò.

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