<Io, sono rassegnato alla mia fine Cassandra e dovresti esserlo anche tu>
Concluse il ragazzo, alzando la mano verso il viso, fino a grattarsi la grande cicatrice.
Lei scosse la testa, non la pensava in questo modo, in realtà stava ritornando a far parte di lei uno strano senso di speranza.
Proprio quando credeva di averla persa definitivamente.
<Non dire così, sei giovane e bello, potresti avere una famiglia, dei figli, qualcosa di veramente tuo.
Hai mai pensato ad una felicità normale, quella a cui aspirano tutti?>Il ragazzo rise, ma la sua era un'ironia amara.
Certo, ci aveva pensato, decine di volte quando stava ancora dentro al castello, prigioniero di maschere, ma a cosa poteva aspirare un uomo che non aveva mai saputo cosa aspettarsi dalla vita, un prigioniero sin dalla più piccola età.
Adrian si ricordò improvvisamente di suo padre, era un uomo austero, e severo come pochi, sin da piccolo non aveva mai visto un suo coetaneo, lavorava e basta, spaccando legno dalla mattina alla sera.
La sua vita era quella.
<è inutile non voglio uscire, ve l'ho già detto, se uscirò mi uccideranno anzi mi uccideranno anche se resterò per sempre rinchiuso in questa merda di stanza >
Gabriel non si aspettava le sue parole e la prese a ridere.
<Qui nessuno può entrare a parte me e la mia squadra >
Gli rivelò.
Non avrebbe dovuto farlo ma al momento dubitava che quell'uomo volesse realmente uscire allo scoperto e affrontare l'Associazione.Lo avrebbero giustiziato.
<non avete idea del potere che hanno, entreranno dovunque faccia loro piacere, anzi è solo questione di tempo perché ti facciano fuori >
Esclamò, verso Cassandra, ormai fuori di sé.
Una piccola vena sul collo rufletteva il suo nervosismo.La ragazza ammutoli, il rossore classico delle sue guance invece lasciò posto ad un bianco cadaverico.
<Cassandra andiamo!>
Gabriel le andò vicino e la fece alzare, conducendola immediatamente dopo per un corridoio, fino alla porta di sicurezza.<Non importa >
Ammise la ragazza, alzando lo sguardo verso l'agente.
Era rassegnata.
Sul suo viso non più terrore ma decisione.<Sapevo già che mi avrebbero ucciso, ho i giorni contati>
Salirono insieme le scale, e aprirono la porta che conduceva alla sala di ritrovo, da una parte il bar, dall'altra i bagni.Gabriel credeva che a Cassandra servisse qualcosa di forte dopo quello che aveva appena sentito, magari un caffè nero.
Si avvicinò a lei, prendendola per le spalle, i lineamenti duri di Cassandra ebbero un fremito quando le mani calde dell'agente sfiorarono la sua pelle candida.
<Non pensarlo neanche, io ti proteggerò, a costo di morire >
Cass non poteva credere alle parole di Gabriel, quelle parole, erano le stesse che un altro buon agente le avrebbe detto ma dal tono si intuiva qualcosa di più profondo, un legame affettivo che non avrebbe dovuto esistere.
La mora osservò le labbra dell'agente così vicine alle sue.
Aveva baciato pochi uomini in tutta la sua vita, tra cui in ragazzo brufoloso per pena e il quaterback della scuola, colpa di una scommessa persa, perciò non sapeva che cosa aspettarsi da Gabriel.
Lui era l'uomo più bello che avesse mai visto, il solo che avesse pensato a proteggerla assumendosi i rischi che comportava questa cosa.
<Gab...>
Stava per sussurrare quando quelle labbra che tanto aveva sognato si posarono sulle sue.Fu il bacio più intenso e colmo di sentimenti e parole inespresse che avesse mai avuto finora in tutta la sua vita.
Gabriel le cinse il bacino con una mano, l'altra andò ad incastrarsi tra i capelli lisci e scuri di Cassandra.
Anche lui stava provando quelle emozioni, quelle che sai ti distruggeranno il cuore e la vita, ma non poteva farci ammeno quando è destinato che due anime debbano stare assieme non si può bloccare il loro viaggio né fare finta che non esista il loro amore.
Eppure Cass si ricordò quelle parole a cui volontariamente aveva risposto una frase strafottente.
è solo questione di tempo perché ti facciano fuori
E solo un attimo dopo quelle dell'uomo che stava baciando appassionatamente davanti a tutti, l'avevano confortata ma ora rendevano più amaro quel gesto d'amore.
Non pensarlo neanche, io ti proteggerò, a costo di morire
Cassandra sapeva che Gabriel lo avrebbe fatto e proprio questo non le andava bene, lei ormai era diventata un rifiuto, uno scarto, quasi un giocattolo rotto.
Gabriel invece aveva tutta una vita da godersi, sarebbe salito di livello senza di lei, un matrimonio felice e dei figli, le probabilità che questo accadesse a Gabriel erano estremamente superiori rispetto ad Adrian e lei.Entrambi rinchiusi in un limbo da cui difficilmente sarebbero riusciti a fuggire.
La loro vita era segnata per sempre, le cicatrici che portavano addosso, l'una sulle spalle, l'altro in pieno volto erano la prova che non si può sfuggire al passato.Cassandra frenò il bacio, allontanando le sue labbra dal viso di Gabriel, teneva ancora gli occhi chiusi.
<M-mi dispiace, non posso >
Sussurrò sperando che lui capisse.La risposta di Gabriel non tardò ad arrivare.
<Sei una ragazza testarda e forte, non ti arrendere >
Disse, come se quel bacio, non fosse stata che una piccola parentesi, anzi non fosse mai esistito.Cassandra gli annuì decisa, ma con le lacrime agli occhi.
Forse era vero, quello che Gabriel provava non aveva nulla a che fare con l'amore e quello era stato solamente un modo per confortarla, un qualunque amico avrebbe fatto lo stesso in quella situazione.
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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...