6-White

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(1 Febbraio)

Cassandra, si avvicinó  alla porta, e appoggiò l'orecchio su di essa per capire cosa stavano facendo.

Da un quarto d'ora ormai era rimasta  completamente sola, isolata.

Sentì delle grida da uomo, era White, lo riconobbe quasi subito.

Inveiva contro qualcuno ma non riuscì  a capire chi.

Continuava  a dire che era  importante.

Cassandra sperò che si trasse del suo caso.
Continuò ad ascoltare e nel frattempo si torturò le mani, pigiando contro le pellicine ai lati delle dita.

Faceva male ma non le importava,  l'agitazione era  troppo forte per riuscire a stare ferma.

<Dovete venire a prenderla, non è uno scherzo!>

White dall'altra parte della porta gettò il cappello da poliziotto a terra, in preda all'isteria più totale.
Come facevano a non capire?
Sì ricordò che fino a poco tempo prima lo riteneva anche lui uno scherzo, e si risentì un poco.

<Perché dovremmo occuparcene noi dell'FBI?
Abbiamo affari più importanti..>
Domandò una voce femminile dall'altra parte della cornetta.

Lui sospirò e girando lo sguardo verso la porta chiusa, si trattenne dall'imprecare.

<Ho detto di mandare qualcuno dei vostri a prenderla...
E poi, non so, restituitela alla famiglia, ma vi giuro che non ho mai visto una persona ridotta in questo modo in tutta la mia vita >

<Jakeyj dev'essere un posto tranquillo>
Ribattè l'altro agente.

White si sedette su una poltrona, senza lasciare il telefono, sentì un calore montargli dentro, rivedendo i casi degli ultimi anni.

<No, non lo è affatto.
Ma, lei...
Non può capire.
Porterò la ragazza io stesso in America, e la restituirò ai genitori >
Constatò infine.

Un "no" imperioso partì dall'altra parte.
L'uomo chiese il perché.

<È pericoloso>

"Certo"
Pensò lui.
<E perché lo sarebbe?
Non è una semplice ragazza ferita?
Agente Ferguson  mi dica immediatamente cosa nascondete o lo farò, non scherzo, e non ho paura.
I vostri ordini non mi tangono più di tanto, si ricordi che il mio è un governo a parte, con diverse regole e leggi.

Ho contattato voi solo perché Cassandra è americana , e non russa e perché credo che sia sincera.
Questo è un piccolo paese sperduto tra le montagne, non abbiamo le forze necessarie a combattere quest'organizzazione, sempre che esista.>

Continuò e aspettò la risposta, che non tardò ad arrivare.
Il tono della Ferguson  era freddo ma al tempo stesso instabile.

<Va bene.
Farò mandare dall'FBI una squadra immediatamente, con il loro aereo privato dovrebbero essere da voi entro mezzanotte>

White fu d'accordo e la telefonata terminò.

Sì alzò, per controllare la ragazza.
Sperò che non fosse  tutto uno scherzo anche se sapeva  in cuor suo  che non lo era affatto, se lo sentiva a pelle.
Aprì la porta in avanti.

Cassandra si ritirò indietro, le sue guance pallide si  tinsero di un rosso acceso.

<I-io scusi, non volevo>
"In realtà si"
La corresse la sua mente.

<Va bene.
Avrai sentito tutto, perciò saprai che tra qualche ora saranno qui>

La ragazza annuì, e fece per sedersi, White si tirò in avanti e le afferrò un polso.
<Se ciò che dici è vero diventerai un eroina per tutto il mondo, altrimenti marcirai in prigione per il resto della vita >
La ammonì, con tono duro, ma il viso non più affascinante le rivelò tutt'altra parola.

<Sono sincera, e no... Non diventerò un'eroina, anche perché le vere eroine sono rinchiuse in quel posto, e a quest'ora, le staranno torturando per capire dove sono andata>

Gli occhi divennero lucidi, li chiuse rapidamente per qualche secondo, poi li riaprì e guardò in volto White, sconvolto per le sue parole.

<Si guardi le spalle d'ora in poi agente>
Sussurrò , e lui annuì .
Tutti coloro che avesse  conosciuto d'ora in poi sarebbero stati in pericolo.

Non sapeva quanto nè in quale modo avrebbero cercato  di estirpare la minaccia, cioè lei, ma solo che avrebbero provato  e che ogni passo che avesse  fatto,  ogni parola che avesse detto , l'avrebbe portata più vicina alla tomba.

<Mi dispiace di averla coinvolta>
Sì scusò , serrando le labbra, per la paura che gli facessero  qualcosa.

<È il mio lavoro Cassandra>
Contraccambiò lui, accennando un sorriso.

<Nessuno dovrebbe rischiare la vita per lavoro>

<Tu la stai rischiando parecchio, e non ti pagano neanche>
La buttò sul ridere, Cass annuì, e gli diede finalmente ragione.

White si spostò , avvicinandosi alla ragazza , che quasi tremava  per l'agitazione.
Il labbro inferiore era spaccato e martoriato ma continuava  imperterrita a strofinarci i denti sopra.

<L'FBI ti proteggerà, ma... Tu dovrai fare la tua parte, non scordarlo.
Abbi cura di te Cassandra Roy>

Sì passò la mano piena di vene sopraelevate  tra i  capelli biondo cenere , e uscì, ma non prima di lanciarle un ultimo sguardo rassicurante e al tempo stesso carico di paura per il suo futuro incerto.

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