55-Assassina

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La mele contenute nella scodella erano particolarmente rosse.

Cassandra non ne aveva mai viste di così pigmentate, sembravano quasi ricoperte di sangue.

"O veleno "
Si ricordò,rammentando quel vecchio cartone animato.

Eppure la probabilità che quelle mele, controllate personalmente da un agente addetto, fossero nocive era veramente bassa, per non dire infinitesimale.

La ragazza si alzò con noncuranza, e gettò per sbaglio a terra un posacenere di legno, quello fece un rumore abbastanza assordante quando toccò il pavimento , ma fu seguito da un altro rimbombo.

Più agghiacciante del primo.

Cassandra si abbassò a raccoglierlo, fortunatamente il pavimento non era rovinato ma l'oggetto invece sembrava abbastanza malridotto.

"Mi scuserò con Gabriel più tardi "
Pensò, posando lo strano oggetto sul tavolo ma una cosa attirò la sua attenzione da lontano.

La finestra che dava sul giardino interno, era aperta.

Cassandra scosse la testa, avrebbe giurato di averla chiusa quella mattina.

Indossava il necessario per l'allenamento all'FBI , anche se non sarebbero venuti a prenderla prima del tardo pomeriggio.

La mora si avvicinò alla finestra, e diede un'occhiata all'esterno, che dava sul cortile di un'altra casetta.

Gabriel un giorno le aveva detto che lì vi abitava una famiglia trasferitasi dal Wisconsin, madre padre e tre figlie femmine, quindi nulla di cui preoccuparsi.

Erano stati molto attenti a scegliere per lei compagni di strada affidabili e con la fedina assolutamente immacolata.

Cassandra gliene era grata ma onestamente non aveva mai pensato di doversi difendere dai vicini.
in fin dei conti solo poche persone nel mondo desideravano farle veramente del male.

Un altro rumore, questa volta quasi impercettibile.
Veniva dal piano di sopra.

Cass scosse la testa, in quella stagione gli animali selvatici prolificavano e non era capitato raramente che lei si scordasse di abbassare completamente la zanzariera.

Generalmente chiamava Phil e Andy a svolgere il lavoro sporco.
Lei aveva una paura terribile degli opossum quindi preferiva non rischiare.

Cassandra si strinse nel suo maglione e aprì la porta, guardando prima distrattamente il profilo dell'auto in lontananza.

Era lì, come ogni giorno.

Cassandra si avvicinò sorridendo, già sentiva nelle orecchie la voce dell'agente più giovane che la rassicurava della normalità di quelle entrate furtive da parte degli animali e le diceva di non avere paura.

Eppure, a cinque metri dall'auto Cassandra bloccò i suoi passi.

Sentiva una puzza, che conosceva bene.

Sperò di essersi sbagliata e per un istante si diede perfino della stupida.

"Non è successo nulla, è tutto normale!"
Gridò a se stessa, continuando a muovere i piedi.

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