(3 febbraio)
Gabriel si aggiustò con sguardo attento il colletto della polo blu scuro che divideva la pelle quasi marmorea del suo petto, allenato da ore e ore di duri esercizi di stampo militare, dalla giacca dell'FBI ,percorrendo indietro il corridoio.
Si sentì improvvisamente uno sciocco per aver lasciato Cassandra sola, anzi con Brooke.
In effetti la sua collega avrebbe potuto essere veramente crudele, se solo l'avesse voluto.
Avrebbe distrutto Cass in un ipotetico scontro verbale, e questo non gli piacque completamente.
La ragazza era sotto la sua protezione affettiva e non.
Sentì un moto improvviso di rabbia crescere dentro al suo petto nei confronti di Brooke ma anche nei suoi.
Come aveva potuto fare un errore così eclatante e chiaro?
Così si fermò di colpo, ormai fuori dal dedalo di gallerie bianche che rendevano quell'edicicio così famoso.
Tenne lo sguardo basso, gli occhi inchiodavano il pavimento mentre la sua mente già abituata inventava possibili situazioni in cui la povera Cassandra si sarebbe potuta trovare con Brooke alla sua sinistra.
Stava per girare il volto e tornare indietro quando Kole Harris , dall'alto del suo metro e novantacinque gli diede una pacca sulla schiena vedendo lo stato quasi cadaverico del suo compagno.
<stai bene , amico?>
Gabriel scosse la testa , stordito .
<Avvisa la squadra, dobbiamo partire>
Rispose,cominciando a massaggiarsi la mascella , lo faceva sempre quando era nervoso e questo Kole lo sapeva bene .
<Per dove?>
Gabriel non rispose , accennò solamente un -il prima possibile – e sparì percorrendo in fretta e furia la distanza dall'armamentario .
Non sapeva quanti uomini avrebbe dovuto arrestare nè se li avrebbe trovati preparati e agguerriti.
Sarebbe stato pericoloso e da incoscienti presentarsi con un'arma che non fosse stata adatta -all'assalto -.
Appena fu davanti all'ingresso prese il suo documento dalla tasca interna del giaccone e lo mostrò all'addetto , silenziosamente, senza battere ciglio.
Quello lo guardò con attenzione , annuì alla fine e aprì la porta elettronica pigiando un pulsante leggermente incrostato alla sua destra.
Non sembrò schifato per quel contatto, ma stranamente avvezzo. Gli agenti erano tanti e lo aveva fatto centinaia di volte nella sua vita.
<Mancano gli AK_47>
Sospirò l'uomo poi, appoggiandosi al bancone , era piuttosto anziano, i capelli grigiastri caduti quasi del tutto.
Gabriel si domandò come facessero ad affidare un compito così importante ad una persona che quasi non si reggeva in piedi.
Annuì comunque, e alzò le spalle .
<Non importa, non mi serve un fucile, solo una pistola più affidabile e magari anche più potente>
Consegnò la sua, vecchia e arrugginita, al controllore, che lo guardava con aria leggermente scocciata.
Gabriel, al contrario dei suoi colleghi delle forze speciali lì allFBI ,non aveva mai particolarmente amato le armi di grosso taglio, quelle troppo potenti, che , se rivolte contro qualcuno , significavano irrimediabilmente morte.

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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...