(2 Febbraio)
Rimasero zitti per qualche secondo, non aveva più voglia di continuare.
Almeno non quel giorno.Non poteva più rivivere i ricordi, ebbe l'impressione che se avesse detto un'altra parola a proposito, sarebbe stata la fine.
Lo sentiva , era come un buco nero e mancava poco che ci cascasse dentro, la teneva dal piede, tirava verso giù, tirava verso la disperazione, e non poteva lasciarsi andare.
Doveva essere forte, doveva pensare a Sabrina.<M-mi dispiace, non riesco...>
Balbettò , lui la guardò comprensivo e annuì .Era strano, non avrebbe dovuto.
Il suo lavoro era capire non accettare, e fregarsene dei suoi sentimenti, calpestarli come la Ferguson.
<Certo>
Gabriel socchiuse gli occhi per un momento, poi sfilò il suo cellulare dalla tasca sinistra del giubbotto.Lo accese e guardò l'ora.
Rialzò lo sguardo, cercando gli occhi di Cassandra.<Dovrei andare ora, mi aspettano a lavoro>
Cass fece di sì con la testa anche se una strana tristezza le attanagliò lo stomaco.
Cercò di convincersi che stare un po' da sola le avrebbe fatto bene, ma in realtà aveva paura di cosa avrebbe potuto ricordare, di cosa sarebbe potuto succederle .
Gabriel la ispezionò ancora, in cerca di qualcosa che non trovava.
La sua faccia era una maschera di cera , non tradiva alcuna emozione.
Una parte del suo essere avrebbe voluto pregarlo di non andare via, o al massimo di portarla con sé, ma restò impassibile.
L'uomo si alzò dalla sedia e si guardò intorno, poi si rivolse nuovamente a Cass con un tono da poliziotto eppure rimaneva nella sua voce una strana nota di dolcezza.
<Mi puoi chiamare in qualsiasi momento, ricorda>
<La chiamerò>
Disse lei sovrappesiero, Gabriel abbassò le sopracciglia, sembrava più rilassato, anche se guardingo.<Se ne avrò bisogno>
Specificò, subito dopo, mordendosi le labbra, sanguinavano , ma molto meno di prima, grazie all'acqua.Rammentò solo ora di essere avvolta da un semplice asciugamano, arrossì leggermente.
Poi si ricordò del suo corpo gracile, delle sue ferite, e pensò di non essere bella.
Chiunque l'avesse vista nuda non avrebbe desiderato altro che girarsi, sarebbe stato spaventato da lei , nessuno l'avrebbe mai considerata una donna, ma un mostro.
Ritornò pallida, mentre uno strato sottile di lacrime le velò gli occhi.
<Certo>
Sussurrò Gabriel dopo un ultimo breve sorriso e scomparì, sbattendo la porta.La stanza ritornò buia, senza di lui.
-
Salutò gli agenti in auto e li ammonì di stare in guardia.Non sapeva perché ma ebbe la brutta sensazione che Cassandra non fosse al sicuro lì .
Era una paura strana la sua ,non ne provava neanche un briciolo per se stesso in confronto a quella che provava per lei.
Teneva alla sua vita, anche se facendo quel lavoro si era abituato alle morti improvvise e la sua dipartita non sembrava neanche troppo lontana.
Un proiettile non schivato, un colpo alla testa e avrebbe potuto non risvegliarsi più.Ma non gli importava , lui aveva accettato il rischio, amava il rischio e amava proteggere le persone.
Cassandra non aveva accettato nulla, il suo non era un lavoro, la sua era una dannazione.
Sperò solo che prima o poi sarebbe riuscita a vivere normalmente, che avrebbe avuto una famiglia, una vita felice e che avrebbe lasciato andare la paura di venire aggredita tra le mura della propria casa,
è orribile non sentirsi al sicuro, dovunque ci si trovi.
Cercò di non pensarci ma non potè fare a meno di considerare che il destino fosse stato crudele con lei ,
che non si fosse accontentato di portare via gli anni più belli di una ragazza, ma avesse dovuto per forza rovinare una vita intera.
Scosse la testa, e si disse che non era affare suo , che nessuno aveva una vita perfetta e che queste cose succedevano , ma non si riuscì a rassegnare.
Aveva visto persone che non resistendo a quella vita si erano sparate in testa, non avevano voglia di andare avanti.
Non poteva permettere che le succedesse , a qualsiasi costo.Chiuse la portiera dell'auto, e si guardò intorno, poi fece il numero di Hank.
Rispose al primo squillo.<Com'è andata?>Chiese, frettoloso il capo, la sua voce roca, trascinata, stanca.
Gli riferì le cose principali che gli aveva detto Cassandra, appena finì anche il suo sgomento era tangibile.
<non possiamo arrestarli così, dobbiamo incastrarli, la Ferguson ha ragione, la ragazza starà sicuramente dicendo la verità ma un buon avvocato farebbe cadere le accuse>
Sussurrò ancora, abbassando il tono, non volendosi fare sentire.Gli diede ragione.
Solo ora stava capendo quanto questo caso fosse importante, ma credette che un po' di aiuto dalla sua squadra fosse necessario, non si fidava della CIA, aveva visto come lavoravano , lui era per i metodi più veloci anche se un po' drastici.<E in più...>
Continuò .
<Chi dobbiamo accusare?
Ancora non ha fatto nessun nome>
A questo punto si alterò, Gabriel gli rispose a tono, difendendola.<È sotto shock, so che è importante ma forzarla potrebbe non essere la decisione adeguata>
Hank si zittì .
<Si forse hai ragione.
Domani la farò vedere dalla dottoressa Hilbert, e se sarà pronta chiameremo qualcuno per le identikit><Va bene, solo...>
Era quasi penoso ma non voleva che vedesse troppe facce, troppi estranei, aveva già reagito male a stare in auto, chiusa con due agenti speciali dell'FBI, si domandò cosa potesse fare vedendo un solo uomo vestito da poliziotto che bussava alla porta, gridando il suo nome.<Ormai mi conosce, si fida, verrò a prenderla io domani mattina>
Il capo rispose poco dopo.
<Certo, nessun problema, ma Gabriel...fai attenzione>"A cosa?" Stava per chiedergli ma chiuse la chiamata subito dopo tanto che le parole gli morirono in gola.
Serrò le labbra.
Gli era sembrato quasi un avvertimento personale, non gli aveva detto di fare attenzione a cosa potesse succedere a Cassandra, ma a lui in persona.
Accese l'auto e nel frattempo prese una sigaretta dalla tasca, la accese e si diresse a lavoro, rimurginando ancora su quelle parole.
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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...