(2 Febbraio)
Hank Taylor avanzò fra i presenti, nel suo completo blu chiaro.
Se si dovesse immaginare il volto, il portamento, e la figura di per se del capo dell'FBI ,
comparirebbe Taylor , con i suoi capelli corti e brizzolati, occhi blu come il mare,vigili ma affaticati per l'età avanzata.Annuì ai due agenti, poi indicò la sala degli interrogatori.
Kole e Gabriel la accompagnarono silenziosamente, senza fiatare, e d'altra parte Cassandra non domandò nulla.
In fin dei conti sapeva quello che le sarebbe successo , o almeno sperava di saperlo , le avrebbero chiesto le sue generalità, almeno se non le conoscevano già, dopo l'avrebbero spinta a dire tutto.
Avrebbero salvato quelle ragazze e incarcerato dei criminali.
"Finirà tutto nel miglior modo possibile"
Cercò di convincersi , ma una brutta sensazione la fece sentire più agitata del dovuto.Kole, davanti a lei, aprì una porta.
Cassandra entró dentro una stanza, completamente bianca, un tavolo di vetro al centro, e due sedie.
Si voltò , al muro alla sua destra vi era un grande pannello a specchio, guardò il suo riflesso, e quasi si sentì mancare.
Il viso scarno, le labbra spaccate, gli occhi scavati, circondati da due aloni viola, due chiazze rosse sulle guance, che contrastavano con la pelle pallida.
I capelli invece, le scendevano secchi e spenti fino alla fine delle spalle, terminando poco sopra il bacino, erano sporchi, orribili, proprio come si sentiva interiormente.
<Buongiorno>
La salutò una voce fredda, rabbrividì a sentirla, sembrava quella di un robot.<Mi chiamo Dalia Ferguson>
La signora avanzò , e Cassandra indietreggiò quasi senza accorgersene, tenendo le mani dietro le spalle.
La sua altezza la spiazzava così come il suo volto.
Bionda, con occhi di ghiaccio, si sarebbe potuta definire una bellissima donna, ma il portamento la rendeva più simile ad un ghepardo pronto ad attaccare.
Non rispose.
Lei si sedette in una delle due sedie.
<Si accomodi>
Disse gelida, osservando la piccola figura scura davanti a sé.Cass lo fece, ma continuò a non incrociare il suo sguardo .
<Sono il capo dei servizi segreti, e il mio dovere è vigilare affinché la popolazione sia al sicuro>
Sì fermò di colpo, come se si aspettase una sua reazione improvvisa.<Certo>
Sussurrò Cass, e annuì.<Lei "sostiene di essere stata rapita, giusto?>
<Giusto>
<E da chi in particolare?>
Strinse i denti.
<Non. Lo. So>
Scandì bene le parole, una ad una, quasi le costasse una fatica immane pronunciarle.
La Ferguson incrociò le braccia al petto, e si leccò le labbra di un rosso acceso, da destra a sinistra.
<Non lo sa, e dove è stata rinchiusa? Ah giusto, in un posto che non esiste>
La ragazza strinse i pugni da sotto il tavolo, le unghie le scorticavano la pelle dei palmi delle mani, ma non le importò.
STAI LEGGENDO
•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...