(4 febbraio)
La brezza fresca solleticò improvvisamente il viso di Cassandra .
Non le sembrò un buon segnale,ma incurante dei suoi sospetti continuò a camminare vicino a Gabriel.
Doveva ammettere che quel museo era stupefacente, avevano già vistole due sale principali e ora entrambi si apprestavano a vedere un missile spaziale progettato dalla nasa.
Cass era febbricitante, malo stomaco , forse complice il pasto di qualche ora prima, le dava fastidio.
Improvvisamente il cellulare di Gabriel squillò, rendendo i turisti furiosi per quel frastuono che si propagava tra le mura del museo, una guida indicò un cartello che recava stampato il divieto all'uso di apparecchi tecnologici. Gabriel accennò il distintivo, spostando di poco la giacca, all'altezza del fianco, la signora si zittì immediatamente.
L'agente , comunque, prese il cellulare dal taschino e rispose pigiando un tasto.
la sua espressione mutò nell'arco di qualche secondo.
<Cass, dobbiamo andare >disse solamente.
<cosa è successo?>
domandò la ragazza, sentendo l'ansia e il panico , crescere dentro di lei.
Gabriel intanto continuava a tenere l'apparecchio vicino all'orecchio, ascoltando meticolosamente le informazione sull'avvenimento di quella giornata.
<va bene, stiamo arrivando>
concluse il dialogo con l'interlocutore, osservando gli occhi tristi di Cass velarsi , le sue guance diventare di colpo più pallide e smunte.Cass non ripetè la domanda, un po' perché la stessa paura che le attanagliava le viscere era quella riguardo la vita della su cara amica Sabrina, aveva paura che fosse morta, o che fosse stato trovato il corpo di un'altra delle sue compagne di agonia,e visto lo stranissimo comportamento di Gabriel era sempre più certa di quest' ipotesi.
In ogni caso avrebbe saputo tutto una volta che fossero arrivati alla sede dell'FBI.
Gabriel invece,fremeva, aveva capito la gravità di quanto era accaduto, e che la speranza di trovare la sede dell'associazione sembrava sempre più lontana e la colpa di questo era sua e della sua dannatissima imprudenza , di ciò che gli faceva provare Cassandra.
<ho sbagliato Cass, ho sbagliato>
Disse improvvisamente, una volta che furono arrivati a destinazione.
Cass si fermò, stava per scendere dall'auto.
<A far cosa?>
Gabriel non rispose, guardava dritto il vetro davanti a se, entrambe le mani stringevano ancora il volante.
<per favore, promettimi che mi perdonerai>
sussurrò in tono supplichevole, ma non melenso.Cass ci pensò per un momento.
<Qualunque cosa tu abbia fatto non mi importa, resterò al tuo fianco>
<anche se ciò ha compromesso l'esito della missione?>
<si>
Non poteva minimamente dare la colpa a Gabriel , lui cercava solo di fare del bene e lo aveva ampiamente dimostrato, gli unici ad essere colpevoli erano i membri sessi dell'associazione ed i loro terribili clienti.
Salirono in modo svelto, usando le scale, non vi era tempo per l'ascensore , appena arrivarono al loro piano Gabriel si precipitò, seguito prontamente dalla ragazza verso la stanza 105, dove si erano riuniti tutti i membri della squadra, mancava solo lui.
Lo spettacolo era agghiacciante.
Su uno schermo posto dietro la piccola scrivania di Brooke si vedeva chiaramente il corpo di un uomo a cui era stato sparato in testa, la faccia era riversa sul pavimento, il sangue colava da una ferita profonda che gli aveva martoriato il cranio, i capelli corti e scuri erano intrisi di sangue.
Tutti restavano zitti forse in segno di pietà, anche se Brooke continuava a nascondere un riso un po' macabro.
<evidentemente le piace vedere i cadaveri>pensò Cass , lontana dall'identificare di chi fosse il corpo di quell'uomo .
L'agente Dumas si rivolse a Gabriel.
<chi è lei?>domandò a voce bassa indicando Cass, ma tutti lo sentirono grazie all'assenza completa di rumori di fondo, e si girarono a guardarla.
<Cassandra Roy>
<Ah>sospirò l'agente, tirandosi indietro i capelli scuri più lunghi sul davanti.
<Mi dispiace per quello che ti è successo>Sussurrò poi a Cass.
Lei si irrigidì, aveva tutti gli sguardi puntati su di se, compresi quelli di diverse donne , e alcune la guardavano in cagnesco, soprattutto Becca.
<chi è? >
Chiese innocente Cassandra.<Non credo che lo debba sapere>
Sussurrò Becca all'orecchio di Gabriel, ma Cass sentì lo stesso le sue parole.<Non sono una bambina e se è importante affinché vengano ritrovate, lo devo sapere >
Disse, sospirando alla fine, non tanto perché la faccenda le sembrasse seccante ma perché non sopportava più che la trattassero come la bambina del re.<Cass>
La richiamò Gabriel, che quasi non riusciva a pronunciare il nome di quell'uomo.
<È Chao >La ragazza sbiancò immediatamente, gli occhi le si riempivano di lacrime mentre osservava la tempia aperta dell'uomo, gli anelli in effetti erano proprio quelli dell'uomo che aveva violentato molte delle sue amiche.
Il respiro le venne meno e per un momento la probabilità che svenisse fu reale.
<Non è stata colpa tua>
Gabriel la strinse à se, e le posò un bacio delicato sulla fronte.Becca rimase a bocca aperta, era sconcertata, e gli altri non poterono fare a meno di spalancare gli occhi.
Gabriel non è mai stato così così, era questo il pensiero che aleggiava nelle menti di tutto il gruppo.
<I-io non sto piangendo per l-lui>
Disse Cassandra, allontanandosi dal caldo abbraccio,anche se non ne era del tutto convinta.Gabriel aggrottò le sopracciglia, i due si guardarono negli occhi.
<ma per le mie compagne, loro non possono continuare così, e io ho sbagliato tutto, avrei dovuto...>
Sì prese la testa fra le mani.<Le devo salvare >
Sussurrò tra se e se.
Avrebbe affrontato qualunque pericolo, non le importava se sarebbe sopravvissuta, anzi in realtà non pensava di meritare una vita lontano dall'Associazione .<Noi le salveremo>
Becca si fece spazio fra i presenti.
Per quanto fosse gelosa di quelle attenzioni che Gabriel dava solamente a Cass, capì che questa età la cosa giusta da dire.
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•UNDER MY SKIN•
Roman d'amourFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...