(due settimane dopo)
Cassandra gettò a terra i guantoni da boxe e prese velocemente la bottiglia d'acqua che aveva lasciato sugli spalti.
La aprì con un movimento del polso e bevve avidamente la metà del contenuto.
Era abbastanza contenta dei risultati che stava ottenendo con lo sport, i muscoli in poco tempo si erano sviluppati e ora non sembrava più una bambina sperduta, piuttosto una vera donna.
E non era stata l'unica a notarlo, perfino Becca un giorno l'aveva guardata con sguardo d'approvazione e per scherzo le aveva sussurrato all'orecchio "un giorno forse riuscirai a battermi".
Cassandra aveva intuito da quelle parole che l'agente Stewart era a conoscenza del fatto che avesse ucciso quelle due spie, ma l'aveva colpita il tono con cui Becca si era rivolta a lei, non era disgustata e tanto meno spaventata, sembrava anzi essersi trasformata nell'unica vera amica che aveva lì dentro.
Becca era consapevole delle sue capacità e del fatto che Cass non le avrebbe mai fatto del male così come lei non avrebbe mai nuociuto a Cassandra.
<Abbiamo finito per oggi> esclamò il suo allenatore, Cass annuì.
<Buona giornata >
lo salutò e uscì dalla porta scorrevole.Prima di prendere l'ascensore per salire al piano desiderato (di fatti la palestra si trovava nel piano più basso, sottoterra) ebbe un sussulto interiore, una brutta sensazione la opprimeva .
Scosse la testa, i capelli si agitarono anche se racchiusi in uno chignon disordinato, così li sciolse, ormai raggiungevano quasi il sedere.
Ricordò a se stessa che li doveva tagliare. Non era difficile, aveva imparato da bambina , anche se i suoi genitori erano benestanti la madre aveva sempre insistito per svolgere da sola questi lavoretti, amava dedicarsi a Cassandra e Cass adorava il modo in cui le massaggiava la cute prima di procedere al taglio.
Avrebbe dato di tutto per poterla rivedere, sentiva la sua mancanza in modo impressionante.
Le porte dell'ascensore si aprirono e lei entrò insieme ad un'agente donna che aveva visto qualche volta camminare per i corridoi.
La giovane agente invece la guardò attentamente, non aveva fatto nessun corso con la mora che le si trovava di fronte né tantomeno aveva partecipato ad un evento mondano con lei, come le solite e noiose partite di Hockey che si organizzavano all'interno del dipartimento per alleggerire la tensione lavorativa .
Ma non si presentò,voleva evitare spiacevoli inconvenienti e poi la mora sembrava assorta in un mondo tutto suo, aveva lo sguardo perso, quasi come se sapesse quello che stava per succederle da un momento all'altro.
Non appena le porte dell'ascensore si aprirono Cass incontrò lo sguardo spiacente di Gabriel, aveva gli occhi visibilmente rossi, ma non aveva pianto.
Sapeva ormai che quando qualcosa non andava bene Gabriel aveva la brutta abitudine di stropicciarsi gli occhi con entrambe le mani, era un modo diverso di scaricare la tensione.
Lei lo invidiava perché al suo posto, si sarebbe messa a piangere in ogni occasione, avrebbe voluto tanto esser forte come Gabriel, ma non lo era.
<Cass per favore>
avvicinati.Lei lo guardò sospettosa , scuotendo la testa, e dentro aveva già capito cosa non andava bene quel giorno, ma non volle ammetterlo e anzi si rifiutò di eseguire quel comando.
<Agente Anderson ,lo dica, senza troppi preamboli>
gli ordinò.Allora fu Gabriel ad avvicinarsi, sapendo bene cosa sarebbe successo alla sua Cassandra non appena avesse udito quelle parole tanto dolorose.
Si stropicciò gli occhi ancora una volta prima di parlare.
Il respiro della ragazza era diventato agitato .
<Hanno trovato un corpo, vicino a dove doveva esserci il castello, pensano che abbiano voluto trasportarlo fin là come avvertimento>
Cass abbassò la testa, <devo identificarla , giusto?>
Gabriel socchiuse leggermente le labbra, non sapeva cosa risponderle, avrebbero fatto prima se Cass si fosse presa questo compito ma al tempo stesso sapeva che per lei sarebbe risultata peggiore di una tortura.
<Non ce n'è bisogno Cass, lo faranno quelli della scientifica.>
Lei scosse la testa, lo guardò negli occhi e pronunciò.
<no, io voglio vederla, voglio dirle addio>Quella frase fece venire la pelle d'oca ad entrambi, Cass se ne pentì nel momento stesso in cui la pronunciò.
Aveva paura di vedere.
Gabriel annuì a questo punto, le sarebbe stato vicino, sempre.
<Il corpo> , sussurrò, <è ancora in Russia ma abbiamo alcune foto.>
Le avvolse un braccio intorno alle spalle ma lei si allontanò.
<non ne ho bisogno grazie><va bene>
Cass si incamminò a passo svelto, era strana, come un prigioniero che corre verso la morte.
I capelli sottili le si erano appiccicati sul volto , grazie alla lacrime che aveva versato solo qualche secondo prima e nonostante avesse provato a toglierseli dalla faccia quelli ritornavano dispettosi e sempre più umidi.
Vide in lontananza la stanza 15, era aperta e la luce dello schermo ben visibile anche da lontano.
Il primo che vide dentro quella sala fu Kole Harris, le si avvicinò improvvisamente, anche lui avrebbe preferito che Cass non vedesse mai quell'orrendo spettacolo, ma non poté bloccare il suo sguardo a sufficienza prima che si posasse sullo schermo colorato.
Vi era un'immagine al centro, il colore e l'effetto ricordavano tanto le foto realizzate con la Polaroid, Cass adorava usare quella macchina da piccola ma ora tutto era diventato inutile e macabro.
Nello sfondo una foresta innevata, sembrava quasi magica , con tutto quel candore, Cassandra se lo ricordava bene l'ultimo giorno che aveva passato in quel posto, il giorno della sua fuga, la neve era sempre la stessa, ma stavolta era stata usata da quegli uomini come un letto funebre.
I lunghi capelli biondi contrastavano con la pelle candida e le labbra violacee, gli occhi erano ancora aperti quando il fotografo aveva colto il corpo di Sabrina.
Cass vide tutto nero per un momento, fu come prendere un pugno in pieno volto, nel momento stesso in cui realizzò che il corpo era quello della sua più cara amica perse ogni speranza di rivederla, di riabbracciare le ragazze, di dire alla sua famiglia che la amava e di avere una vita normale.
<No...>
Sussurrò.
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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...