Alzò le palpebre di getto, i suoi occhioni nocciola fissarono il soffitto, quasi inebetiti dallo spavento.
Scosse la testa, non ce la poteva fare, era troppo, quella situazione, le persone, gli atteggiamenti così diversi che le riservavano ,era tutto, troppo.
<Richiudili!>
Fece una smorfia con le labbra, e il buio si sostituì nuovamente alla luce ottica della 105.
<Come si è sentita a stare in quel luogo?
descriva le sue emozioni>
Spiegò la dottoressa, più tranquillamente, scandendo bene le sillabe, quasi come se temesse che non la capisse.Non era piccola nè stupida, non avrebbero dovuto parlarle in quel modo assurdo.
<Ero completamente impotente nelle mani di uomini che non volevano altro oltre la mia condanna per le loro tasche.
Come crede che possa essermi sentita?>Quasi gridò , esasperata.
Non facevano che sminuire quello che le era successo , tutti tranne Gabriel.
La donna si risentì, non credeva che potesse serbare così tanta rabbia dentro di sé .
<Continui>
"No"
Ribbattè una grande parte della sua testa , l'altra invece avrebbe voluto che stesse inchiodata su quel lettino, che parlasse di tutto e "tutti" fino a notte fonda.Fece per alzare il volto , poi si arrese , producendo un rumore simile ad un ringhio.
<Credevo che non avrei mai rivisto la luce del giorno, che mi avrebbero ucciso prima...
Loro>
Sì bloccò , facendo un lungo respiro, cercò di mettere a fuoco nella sua mente un'immagine che potesse calmarla ma non ci riuscì.La dottoressa inarcò le sopracciglia, la incalzò a continuare.
<Loro?>
Chiese, sul punto di non ritorno.
Abbassò di nuovo il volto verso il foglio bianco, i capelli le cadevano sul volto ma non se ne preoccupò , tanto che cominciava a trascinare la penna, producendo dei rumori irritanti.Il fastidio di Cassandra era tanto ma preferì non farglielo notare, al momento aveva cose più importanti di cui preoccuparsi.
Sperò solo che le ragazze stessero bene.
Magari le avevano già trovate e ognuna era stata rispedita a casa propria.
No, impossibile, l'avrebbero già fatta andare via, nel suo paese,dai suoi genitori.
Li avrebbe visti piangere per la prima volta , ma di gioia, avrebbero saputo da lei stessa che la loro prima figlia era viva , che non era stata uccisa.
Avrebbero passato la notte a parlare, abbracciati, la piccola si sarebbe insinuata fra loro, portando quell'allegria innocente propria dei bambini della sua età.
Sì sarebbe accoccolata tra le braccia magre di Cassandra, posando la fronte sul suo petto, le avrebbe detto parole dolci, brevi e il suo cuore, forse sarebbe guarito.
La sua anima curata, con l'amore.Ma no, non era avvenuto questo, e non sarebbe mai avvenuto, non per una spontanea volontà dell'associazione.
Erano merce troppo costosa.
Come se le persone potessero essere paragonate al denaro.<Loro volevano usarmi come un giocattolo, in fin dei conti sono riusciti a rompermi dentro...>
<Nessuno è ferito permanentemente, esiste sempre la salvezza, in ogni caso>
Sussurrò Dana con voce dolce, Cassandra non riuscì a cogliere illusione nè sarcasmo , sembrava sincera.
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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...