29-Brooke

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(3 febbraio)

La stanza 15 in realtà non era differente dalle altre.

L'ambiente sterile, metteva quasi soggezione, i rumori erano pochi escluso quello provocato dalla tastiera semi-lucida di un pc della'apple , dietro il cui schermo si nascondeva Brooke.

<buongiorno Brooke>

Esordì Gabriel posandosi una mano sulla fronte, sapeva già le possibili obiezioni ed i suoi probabili commenti.

Invitò Cass ad avvicinarsi a lui, la mora fece come voleva e si accostò alla sua figura, sentendosi così sempre più esile tra quelle mura Meccaniche, quasi animate da un cuore non visibile per uno spettatore inesperto.

Strinse velocemente le mani tra loro, per frenare l'emozione , era strano, fino a quel momento aveva affrontato alcune tra le maggiori sofferenze che si potrebbero immaginare, ma questo andare "Avanti" la spaventava probabilmente con maggiore forza di tutte le altre.

Nell'aria si respirava un profumo delicato ma al tempo stesso piuttosto pungente, colpa di uno dei tanti saponi e flaconi utilizzati per pulire gli enormi macchinari.

Appena sentì la voce di Gabriel la testa china della ragazza scattò in sù.

Cassandra riuscì a sentire un mimimo borbottio, seguito dalle sue lamentele da ventenne.

<Anderson, ma dove sei stato? Ho trovato I dati che cercavamo da tempo,anzi , mi correggo , che io cercavo da tempo,  sai quelli degli spacciatori...>

Pronunciò stizzita, con la sua voce acuta e leggermente fastidiosa, poi sospirò. In fin dei conti era abbastanza abituata al comportamento da lupo solitario del collega.

Certamente i due caratteri così diversi non si erano mai trovati daccordo su nulla, tranne che durante lo volgimento di un caso.

Lì , la bravura di entrambi era ineccepibile.

<Ora sono qui>

Concluse sarcasticamente Gabriel, sollevando le sopracciglia chiare verso la fronte , mentre tendeva lo sguardo al cielo.

Ma quando Brooke si sporse per dedicargli uno dei suoi consueti e affettuosi insulti, notò Cassandra e aggrottò lo sguardo felino.

In realtà non sembrava , almeno in quel momento, molto felice della sua presenza, ma forse fu  solo una sensazione di Cass.

Prima del rapimento aveva un senso spiccatato, che le permetteva di capire la natura di una persona anche con una sola occhiata , ora tutto quell'istinto si era convertito al semplice ma pur sempre importante scopo della sopravvivenza.

-Ah si, lei è Cassandra-

Gli annuì l'uomo con fare più comprensivo verso la ragazza alla sua destra, accorto invece per quanto riguardava la sua prima interlocutrice.

<Sei nuova in questa divisione? >

Si voltò Brooke rivolgendosi direttamente a Cassandra.

Lei ingoiò un boccone amaro,

avrebbe dato qualunque cosa pur di poter smettere di essere la vittima di cui tutti provavano pena.

Le sarebbe piaciuto in realtà essere un agente dell'FBI , sarebbe stata rispettata, temuta, nessuno si sarebbe più permesso di toccarla senza il suo consenso ed in più avrebbe aiutato gli altri, proprio come Gabriel adesso stava facendo con lei.

<No , non sono dell'FBI >

Sussurrò Cass in risposta, stridendo i denti.

La ragazza raggelò, non voleva essere scortese.

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