(4 febbraio)
Gabriel tossì per il fumo sabbioso che proveniva dal sotterraneo , cercò di nascondere il rumore ma senza effetto, poiché vide una sagoma nera accucciarsi dietro ad un pilastro di terra gialla, alto almeno sei metri.
Impugno la pistola davanti al petto, le labbra gli tremavano, era alquanto strano per una persona come lui.
Teneva sempre la situazione sotto controllo, sembrava un leone che si accinge ad azzannare il mal capitato normalmente, in questo caso no .
Forse la causa di questo strano atteggiamento la si poteva ritrovare nel fatto che prima , secondo quanto lui stesso andava dicendo , non aveva niente da perdere, ora invece,aveva una terribile paura che gli affliggeva l'anima, paura di non salvare quelle ragazze e soprattutto di non riuscire a portar via Cassandra dai suoi demoni.
Eppure sarebbe morto piuttosto che arrendersi, quella missione ormai era diventata lo scopo della sua vita.
Gabriel Anderson si avvicinò con passo felpato al presunto omicida e membro dell'associazione, ma non avrebbe mai potuto immaginare che il ragazzo lo potesse cogliere di sorpresa.
Quando infatti fece per puntargli l'arma contro si rese conto che non si trovava più lì, dietro al pilastro, ma sentì subito dolo un dolore lancinante alla schiena, cadde a terra.
Si ritrovò l'aggressore adistanza ravvicinata.
La spia si scagliò nuovamente contro l'agente con lo scopo di infliggergli la coltellata che avrebbe portato Gabriel all'oltretomba.
L'agente Anderson rotolò di lato sentendo entrare dei granelli di pietra nella ferita, ma non gridò , non poteva dimostrare la sua debolezza all'avversario, sarebbe stata la sua fine .
Come una fenicie che rinasce si rialzò dal pavimento riuscendo nel frattempo a sferrare un calcio al''avversaio, il quale si tirò indietro per riuscire a difendersi e nel frattempo scegliere una nuova letale mossa per uccidere l'agente.
Così si inginocchiò e quando Gabriel gli saltò addosso gli morse un braccio, facendolo sanguinare.
La lama che aveva ferito Gabriel pochi secondi prima era stata spinta in fondo alla stanza, stava a penzoloni tra la terra e uno spazio vuoto non delimitato che mostrava un burrone alto non meno di dieci metri.
<Fermo! Sei in arresto >
Sussultò L'agente, coprendosi il braccio ferito, ma osservo' al tempo stesso che l'occhio del ragazzo cadde sul coltellino che sembrava più simile ad una lama da cucina, viste le dimensioni.Il biondo ridacchiò e si alzò per correre verso l'arma ma Gabriel riuscì a Buttarsi su di lui e ad infliggergli una ferita alla tempia che anebbiò le sue capacità sensoriali.
Il ragazzo riuscì a sottrarsi alla presa prima che Gabriel Anderson potesse mettergli le mani dietro la schiena.
Andò a sbattere contrò un pilone ma riuscì ad afferrare il coltello ed a puntarlo verso Gabriel, correndo.
L'agente si ricordò della pistola che era caduta anch'essa da un lato, costeggiato dallo strapiombo.
Corse a prenderla e nel frattempo Aalim gli fu dietro ma prima che potesse pugnalarlo venne sbattuto a terra da un calcio.
Stava per rialzarsi quando si accorse che la mano che doveva sorreggerlo faceva leva contro il vuoto, e prima che potesse accorgersene cadde giù, lasciando che Gabriel lanciasse un urlo disperato.
Avevano bisogno di lui.
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Gabriel raggiunse il corpo, Becca era appena arrivata quando lo aveva sentito gridare ed era corsa ad aiutarlo ma non poteva sapere che la vera vittima era diventata la spia.
<È morto?>
Chiese lei, stringendo le mani in pugni solidi, non era infuriata contro Gabriel piuttosto contro Aalim, lui non doveva morire.
Era una delle fonti più importanti che potessero avere con loro.Avrebbero trovato il modo di estorcergli delle informazioni sull'associazione, prima o poi avrebbero potuto distruggerla con il suo aiuto.
Ma ora, avevano perso tutto.Gabriel le annuì alzando lo sguardo.
Becca era rimasta al terzo piano dell'edificio, lui invece dopo aver trovato una scala usata dai costruttori, era corso in aiuto del ragazzo.Ma non c'era stato nulla da fare, appena aveva avuto modo di vederlo da vicino si era accorto di non poter fare nulla.
Non aveva neanche controllato il battito dal polso, tanto era palese la morte del soggetto.
Aalim Ivanov aveva metà testa quasi liquefatta, il sangue si era sparso lungo tutto il pavimento, una pozza scura e rossastra.
Degli schizzi erano finiti perfino sul corpo di Gabriel, sul suo volto sconvolto.
<Io non volevo, lui è caduto >
Gabriel si coprì il volto con le mani, era troppo per lui, sentiva di aver fallito completamente in questa missione è se non fosse stato per Becca avrebbe abbandonato la squadra.<Gabriel non è colpa tua, stava per ucciderti, ora chiamo l'ambulanza >
Disse Becca, osservando lo sguardo perso del collega.<È morto Bec, non c'è nulla da fare >
<Ma tu non lo sei ancora, e ho visto la ferita alla schiena, è inutile che tenti di nasconderla>
Gabriel si risentì e cercò di tastare il punto in cui era penetrata la lama ma era talmente vicino alla spina dorsale che non ci riuscì.
Sentì invece le forze mancargli improvvisamente, la testa scombussolata, e un fortissimo dolore nei punti colpiti.
Non sarebbe morto ma sicuramente quelle ferite così vicine a punti vitali non gli avevano fatto bene, anzi potevano fermarlo e impedirgli di ritornare sul campo per settimane.
Ma era l'ultima cosa che voleva ora, la rabbia per quello che era successo stava diventando insopportabile e il viso triste di Cassandra era riaffiorato tra i suoi ricordi.
Non poteva deluderla.
<Becca, fai in fretta >
Le sospirò appoggiandosi alla colonna di pietra, lei annuì ma non prima di sfilare un biglietto blu dalla tasca interna del giubbotto che indossava il ragazzo prima di morire.Era piuttosto scolorito a causa del sangue ma ciò che vi era scritto prima era ancora leggibile.
<Abbiamo una traccia, non è morto per nulla >
Becca alzo lo sguardo verso Gabriel e gli sorrise.
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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...