51-Aria di festa

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2 settimane dopo

Gabriel si sedette fuori dallo stanza bianca, sfinito.
Erano passate due settimane dagli ultimi avvenimenti importanti e niente era cambiato.

Pensò a Cassandra, chiusa in quella piccola sala dal colore folgorante, che parlava con la dottoressa, lui non poteva sentire cosa stesse dicendo.

In un certo senso, avrebbe voluto sapere qualcosa in più su Cass.
Sarebbe bastato chiederglielo in realtà è lei avrebbe detto tutto ciò che sapeva eppure Gabriel non sapeva da dove cominciare.

Quali incubi infestavano i suoi sogni?
Per quanto tempo si era sentita come un animale?
Avrebbe riacquistato la speranza o man mano avrebbe cessato di vivere, senza mai ricongiumgersi alle sue compagne di sventura?

Sarebbe morta con il rimpianto?
Gabriel scosse la testa.

Le avrebbero trovate, se li sentiva, ma al tempo stesso guardava ciò che avevano in mano e non poteva fare a meno di disperarsi.

Subito dopo l'incontro con la psicologa Cassandra veniva accompagnata personalmente da Gabriel nella stanza sotterranea adibita a rifugio personale di Adrian, nella speranza che il militare dell'associazione facesse dei nomi.

Eppure sembrava non conoscere nessuno lì dentro.

Tutti usavano una maschera, quasi sapessero che il loro impero fosse destinato a crollare e intendessero così salvaguardarsi.
Lo stavano facendo bene, pensò Gabriel, quasi ridendo.

Non poteva credere che una cosa così illegale, paragonabile quasi alla mafia italiana potesse non avere crepe.

L'Associazione doveva aver fatto un passo falso.

Nulla è perfetto.

Adrian aveva parlato molto con Cass in quei giorni, talmente tanto che Gabriel pensava che fosse cambiato qualcosa nel loro rapporto.

Tutte quelle ore, da soli, in una stanza, mentre si lasciavano andare entrambi ai ricordi più orribili.

Condividevano in un certo senso la stessa prigionia.

Quella di Adrian era diventata l'FBI, la stanza fredda on cui lo avevano costretto a vivere.
Cassandra godeva di un alloggio migliore ma una Safe House è e sempre sarà un luogo fuori dal mondo, sorvegliato.

Tutti vorrebbero essere liberi ma pochi sanno cosa sia veramente la libertà.

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Cassandra prese il solito maglione nero di lana e lo indossò, facendo fuoriuscire testa dal buco più grande, le maniche le stavano ancora  larghe nonostante avesse preso peso rispetto al mese prima.

Il suo pensiero andò a Sabrina.
Si chiese stupidamente se anche lei avesse preso peso, e se commossi dal suo stato l'avessero liberata.

Lei lo sperava veramente ma non c'era nessuna prova che le ragazze che normalmente andavano via fossero state liberate.

La maggior parte veniva venduta, ma con il resto cosa facevano, le ammalate che destinazione avevano?

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