9-FBI

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(2 Febbraio)

L'aereo atterrò qualche minuto più tardi, le porte si aprirono.

Cassandra si aggrappò all'unica cosa  che aveva, cioè la veste strappata e sporca che si era levata per far posto a nuovi abiti, puliti e moderni.

Un pullover rosa, che le stava leggermente grande, potevano così intravedersi le clavicole pallide quando si muoveva,
e un Jeans blu scuro, oltre alla biancheria intima.

Sì sentì di nuovo a suo agio, di nuovo a casa, indossando quei vestiti.
Era come se fosse stata rapita da quell'era e fosse stata portata nel passato, mille anni prima.

Kole chiuse il PC e le chiese se fosse pronta.
Lei annuì e si alzò.

<Puoi buttarla se vuoi>
Il ragazzo guardò lo straccio che aveva in mano.

Cass aprì la bocca, sarebbe significato liberarsi di quel peso immane, di quei giorni terribili, almeno per il momento.

<Volentieri>
Ammise e la gettò nel cestino, richiudendolo subito dopo.

Kole le fece segno di scendere e la seguì.

Un fuoristrada  nero con i vetri oscurati era parcheggiato poco più in là, sulla pista d'atterraggio.

Cass camminava  passo dopo passo, e ispirava l'aria nuova, era calda , non gelida come quella russa, il cielo più sereno, non pioveva continuamente.

Gabriel era già seduto al volante.
Strano, non l'aveva visto scendere.

Kole aprì lo sportello anteriore.
Cassandra represse un moto d'orrore, ricordandosi la prigionia.

Sapeva che non le avrebbero fatto  del male, ma non ci poteva riuscire , anche a costo di sembrare una viziata.

Cercò di farsi  forza, sperando che non la prendessero male.

<Potrei sedermi davanti, è... personale>

Il mulatto non la giudicò, anzi alzò le spalle.
<Certo, nessun problema "bambolina">

Gabriel si affacciò dal finestrino.
<Kole salì, ricorda, De Vito>
Cassandra fece il giro dell'auto, poi si fermò  a guardare Gabriel, indossava degli occhiali neri abbastanza pesanti  perciò non potè vedere i suoi occhi.

Sì domandò a cosa stesse pensando.

L'uomo le fece cenno di salire, questa volta non sembrava scocciato, ma quasi sollevato.

L'auto partì , Cass chiese se si potesse  abbassare poco il finestrino, lui annuì .

Lo ringraziò , e si rilassò, guardando fuori, era così bello, grattacieli, palazzi da centinaia di stanze, appartamenti lussuosi, persone felici, la vita che le era stata tolta.

Sì alternarono diversi parchi, paesaggi verdeggianti, Cassandra prima adorava camminare sopra l'erba scalsa e sentire la pioggia fresca che le bagnava i piedi mentre le foglie solleticavano fra le dita.

Mentre osservava delle ragazze notò  che avevano  tutte delle gigantesche pochette rotonde.

Scosse la testa, ma qualche minuto dopo vide anche altre donne, tutte con lo stesso tipo di borsa.

<Si usano parecchio queste borse a cerchio>
Disse, sovrappensiero.

Kole si affacciò  da dietro, tirandosi avanti con le mani ai poggiatesta.

<Si, non sono orribili?
Da circa tre mesi non faccio che vederle dovunque>
Esclamò lui, arricciando il naso, e grattandosi la testa quasi del tutto calva.

•UNDER MY SKIN•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora