27-Fenice

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(3 febbraio)

Cassandra rabbrividì sentendo quell'ammisione, e capendo che Gabriel aveva perfettamente ragione, ma qualcosa dentro di lei le impedì di reagire, forse era troppo tardi.

Aprì la porta, ed entró, anche se timorosa.

Questa volta venne seguita da Gabriel, i suoi occhi  si spostarono  velocemente sulla figura minuta,
inquadrano ogni singolo movimento del suo  corpo.

Anche il più piccolo, come la contrazione dell'anulare destro.

Lei contraccambiò lo sguardo, ma senza  pesantezza, era solo curiosa.

<Salve>
Salutò Gabriel.
Cassandra alzò lo sguardo, fino ad incontrare un cumulo di ricci biondi, maldestramente domati dal suo possessore.

<Buongiorno agente>
Annuì  il ragazzo.

Portava degli occhi scuri che rivolse presto  verso di lei  , le lentiggini non riuscirono a coprire la sua timidezza.

<Si, è lei, s...>

Cassandra rispose per sé.

<Mi chiamo Cassandra Roy>

<Io Connor, Connor Walker>

Connor  accennò un sorriso ai lati delle labbra.

Sembrava quasi un diciottenne, nei suoi comportamenti così  puerili, ma in realtà aveva superato la maggior età da qualche anno.

Lavorava saltuariamente con l'FBI, da quando aveva ideato un software che valeva miliardi, capace di fare di qualche dettaglio, anche piuttosto confuso, un volto più che umano.

Gabriel rimase in piedi a fissarli, avvicinandosi piano ad un lato della stanza.
Era venuto il momento in cui il suo servizio non sarebbe potuto servire di meno.

Cass girò lo sguardo verso quello dell'agente speciale.

<Puoi sederti >

La richiamò Connor.

<O almeno credo >

Sussurrò guardando Anderson, che quasi scoppiò a ridere a quell'affermazione.

La ragazza fece come le aveva detto, sospirando rumorosamente.
Era stanca, di sedersi, di stare ferma, voleva essere realmente d'aiuto all'FBI .
Sentì lo sguardo di G. trapassarle  le scapole.

Il ragazzo davanti a lei rimase allibito per qualche secondo studiandola, poi sembró  sbloccarsi.

<Va bene >
Sospirò perciò Walker, ricacciando un ricciolo biondo dietro l'orecchio.

<Cominciamo dal volto che più ti è familiare.
Quello di cui sei più sicura>
Propose, e si piegò sul laptop, per impostare i dati principali.

Cassandra socchiuse  le labbra, abbassò le palpebre.

Rivide i  capelli scuri, castani come i tronchi di quegli alberi che tanto le erano  stati familiari durante gli ultimi tempi, lì , al castello.

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