26-Vendetta

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La porta si aprì senza preavviso e il viso di Gabriel squarciò l'atmosfera tesa.

I capelli scuri, con qualche riflesso ramato uscivano a ciuffi arruffati, alcuni pendevano verso sinistra, altri restavano un po' sollevati.

Al momento non sarebbe sembrato minimamente un agente  se non fosse stato per l'uniforme scura, la scritta gialla che troneggiava sulla giacca, anche se tirata da un lato per la posizione in avanti del suo possessore.

Si rivolse direttamente a Cassandra.
<Tutto bene?>

Le chiese , aggrottando le sopracciglia chiare, le labbra si incresparono  un poco mentre lo sguardo sembrava tutt'altro che calmo.

Cass capì che era  ansioso per lei, si chiese se avesse paura che potesse non essere d'aiuto, o che gli altri potessero  farle del male, in ogni caso non riuscì a capacitarsi della sua premura.

La dottoressa tossì in modo rauco, rompendo il legame visivo che si era creato fra i due.

<Si...>
Rammentò Gabriel.

<Mi dispiace ma dovete interrompere per oggi.
West  è pronto per le identikit>
Disse alla Hilbert, che li guardò in cagnesco.

I suoi occhi scuri a mandorla  erano  concentrati su Gabriel, e quando Cassandra cercò di sollevarsi dal lettino le riservò uno sguardo cattivo.

La ragazza non  aveva  la più pallida idea di cosa potesse  aver fatto per averlo meritato, tantomeno Gabriel.

<Va bene, ma noi ci vediamo domani>
Comandò  a Cass, la voce le uscì spigolosa e tetra.

<Si>
Sussurrò lei piano,  leggermente sovrappesiero, osservando i lineamenti aggrottati della dottoressa che ora si apprestava scrivere qualcosa di getto sul quaderno.

Tracciava  in modo netto ,  pesante, la punta della penna non scivolava  sul foglio come prima ma quasi lo torturava , lasciandogli linee marcate e piegate verso destra.

La testa della Hilbert si alzò, i suoi occhi fissarono Cass indispettiti, tutto il suo corpo  sul punto di attaccare.

<Puoi andare, ora, Cassandra >
Disse a denti stretti.

Lei la accontentò, e si diresse verso la porta ma non prima di aver letto la parola  "Rapporto" sul foglio, più calcata delle altre e anche scritta in modo più chiaro e voluminoso.

<Arrivederci>
Sussurrò Cass.

Gabriel aprì  di più la porta e le lasciò  lo spazio sufficiente per passare.

Salutò Dana con un cenno del capo ma lei non contraccambiò.

Chiuse la porta e si diressero insieme  per uscire dal corridoio biancastro, ritornando nella sala principale, dove nessuno si curò troppo di loro, tanto era numeroso e importante  il lavoro di quel giorno.

I trafficanti non riuscivano a restare quieti nemmeno per un'ora, senza scatenare vere e proprie guerre tra bande rivali e molte volte ci andavano di mezzo donne e bambini innocenti.

<Cosa ti ha chiesto la Hilbert?>
Chiese, lui, fingendosi solo leggermente interessato.

<Quello che mi state chiedendo tutti>
Rispose la mora , mettendo le mani nelle tasche dei Jeans e girandosi verso l'agente.

Lui alzò gli occhi al cielo, e si morse un angolo interno della guancia, capendo di aver fatto la domanda più stupida del mondo.

<Certo>
Sussurrò.

<E qualcosa sulla mia vita passata, prima che succedesse tutto>
Aggiunse la ragazza.

A questo punto G. socchiuse  le labbra, forse in cerca di altre informazioni, abbassò  lo sguardo, verso il pavimento.

I loro  piedi si muovevano  in una sincronia perfetta, Cassandra si ritrovò a sorridere per questo, e per tutto il resto che le era successo da quando era scappata.

Sembrava tutto così surreale.

"Se non puoi piangere", le aveva detto una volta sua nonna,

" sorridi, sorridi con tutta te stessa."

Non le importò se sarebbe sembrata psicopatica al momento ,

in ogni caso nessuno tranne Gabriel  vide quel prolungamento delle sue labbra, gli angoli arcuati verso le guance.

<Daresti tutto pur di poter ritornare indietro, vero?>

Lui lo interpretò così, il suo mutamento di emozione.

Allungò  una mano, sfregandosi il mento, coperto da un sottile strato di barba, così chiara e recente che Cassandra la vide a malapena.

G. si figurò nella sua mente la vita di quella ragazza giovane , ricca, bellissima e sicuramente popolare.

Aveva probabilmente avuto tutto e tutto aveva perso in un batter d'occhio.

Cassandra alzò le spalle, lui le Indicò un'altra stanza, sulla porta vi erano affissi un nome, un cognome ed un titolo.

<Lei..>
Rispose Cass, assottigliando le palpebre.
<...Ha detto che prima ero sola>

Gabriel si stupì.
<E tu cosa ne pensi? Lo eri veramente?>
Domandò,sempre più incuriosito.

Quella ragazza aveva una parte nascosta di sé, di cui nessuno conosceva l'esistenza.

Cassandra non sapeva cosa fosse prima, o almeno sembró dimostrare questo.

<Forse, ma no. Non tornerei indietro, nonostante tutto il dolore che provo e ho provato, sento che la soddisfazione di far marcire in galera quegli uomini sarà più forte di tutto>

Spiegò, facendosi in avanti per poter girare la maniglia.

Le dita magrissime e pallide erano ora coperte da piccoli lividi freschi e qualche abrasione, probabilmente causata dalla fuga o anche dalla sua permanenza al Castello.

Certe volte, per scaricare la rabbia accumulata dava dei pugni al muro.

Era così piena di odio, di paura, che il dolore sembrava l'unica cosa che non le facesse male interiormente.

Preferiva di gran lunga procurarselo da sola che riceverlo grazie alle punizioni dei suoi padroni.

La sua vita era nelle mani di altre persone, che la ritenevano quasi spazzatura e se l'imbruttirsi era un valido rimedio al doversi esporre in pubblico, non avrebbe esitato  a farlo.

In fin dei conti chi avrebbe mai voluto una ragazzina anoressica, con la faccia scarna, sporca, il corpo poco più sviluppato di quello di una bambina?

Gabriel annuì, lasciandosi trasportare da un senso di impotenza.

Sapeva che Cassandra stava facendo esattamente quello che non avrebbe dovuto fare, che stava percorrendo quella strada in senso unico, e ciò minacciò di distruggerlo.

<Fai solo in modo che  la vendetta  non diventi lo scopo della tua vita>
La avvertì, e vide lei storcere il muso.

<Perché no?>

<Perché quando li prenderemo tu non avresti più motivo di vivere e questo...>
si fermò , e scosse la testa.
<...non va bene >

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Vi è piaciuto il capitolo? Cosa ne pensate del passato , vorreste tornare indietro per cambiare qualcosa della vostra vita? O siete contenti del vostro presente?

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