52-Tacos

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<Non credo che saranno molto contenti di questo ma forse per una sera lo accetteranno >
Gabriel alzò le spalle,ridendo.

Cassandra scosse la testa, i lunghi capelli mossi a causa della corsa le coprirono gli occhi.

<non è un obbligo i Tacos  sono solo una proposta >

<ho perso quindi decidi tu e se questi tacos  ti piacciono così tanto allora...>

Cassandra gli annuì.
<Sono l'ultima cosa che ho mangiato prima...>

Non completò la frase, non ce n'era bisogno.
Gabriel teneva lo sguardo fisso sulla strada, lo spostò un attimo fermandosi ad osservare i lineamenti tristi della ragazza.

<Ricomincerai da lì, come se tutto questo non fosse mai avvenuto>
Propose, anche se temette per un attimo di ricevere una risposta negativa.
Era avvenuto il passato non si può cambiare, il futuro sì.

<I tacos sono perfetti >
Ripeté Cass, alzando un angolo delle labbra, a mo' di sorriso.

<Sicura che questi siano i più buoni di tutta la città?>

La ragazza annuì guardandolo dritto negli occhi.
<Mio padre per dei meeting di lavoro veniva sempre in questo posto, io in realtà non li ho mai assaggiati ma mi fido del suo parere >

Rise, come i vecchi tempi.

Forse c'era davvero speranza.

Il ricordo del padre con lo stomaco ancora pieno del giorno prima le riaffioró in mente.
Era un brav'uomo, le sarebbe rimasto per sempre questo ricordo.
<Gabriel sei sicuro che i miei genitori stiano bene?>
L'agente si accigliò.

<Ti ha fatto pensare a lui vero?>
Si risentì, non avrebbe dovuto fare quella domanda.

Era logico che le mancassero e nominarli non faceva che accrescere la distanza che divideva due genitori dalla propria figlia.

<Sono sicuro.
Sai, dopo quello che è successo, mi sembra chiaro che vogliano intimidirci ma arrivare a tuo padre è troppo rischioso, potrebbero farsi scoprire, soprattutto dalla scorta >
Cassandra non poteva credere alle sue orecchie.

Suo padre aveva una scorta?
Eppure aveva sempre rifiutato anche di farsi accomopagnare a lavoro da un auto per politici.

Quella faccenda aveva cambiato tutti.

<Sono tutti dentro >
Sospirò Gabriel, guardando la finestra illuminata da cui si potevano scorgere i volti di molti membri della squadra.

Entró prima lui, Becca lo salutò immediatamente, alzandosi dalla sedia su cui stava gustando una bibita al limone.
<Finalmente, abbiamo fame!>

Gabriel rise e alzò la mano contenente i sacchetti di cibo.
<Tacos >

Cassandra si fece spazio per passare.

<Ah >
Becca non disse altro.

Si sedettero tutti a tavola, Chloe e Alexandre scherzavano sul fatto che non si fosse mai mangiato in piatto del genere a casa di Gabriel.

<È un bel cambiamento >
Affermò Alexandre di nascosto.
<Mi ero stufato della solita pozza di Da Vito, seriamente, avrei dato fuoco a quel locale tra pochi giorni se solo avessi sentito il profumo di una Margherita con salame >

Chloe stava piangendo dal ridere, pensava la stessa cosa del collega.

____

<Sono davvero buoni!>
Si complimentó Brooke leccandosi ciò che le era rimasto sul labbro.

<Concordo >
Annuì Gabriel, osservando Cassandra che non lo vide.

Stava addentando una piccola parte del tacos ma ciò che vi era dentro cadde rovinosamente nel piatto.

Cass scosse la testa, sorridendo, era un mostro di sbadataggine.

Gabriel sarebbe potuto rimanere a guardarla ridere per giorni.
Il suo viso era diventato una droga, amava il modo in cui la pelle su diradava mostrando una piccola fossetta.
Avrebbe voluto baciarlo per ore.

<Gabriel, tu hai mai fatto sesso in auto?>
Domandò Becca, irrompendo nelle sue fantasie.

Lui la guardò male.
<No, assolutamente no.
Perché tu si?>

La donna alzò le spalle, non era una santa e sicuramente non odiava gli spazi ristretti.

<Non è scomodo?>
Chiese Chloe, Becca scosse la testa.

<È più coinvolgente, sai il calore del corpo non evapora come in una stanza resta chiuso a lungo fra quelle pareti metalliche, coinvolgendo anche il più intenso e nascosto dei sensi umani>
Sussurró,avvicinandosi al viso spaventato della rossa.
Becca le aveva sempre fatto paura ma in quel momento c'era un altro sentimento contro cui combattere.

Le labbra della mora erano sempre più vicine, i nasi si sfioravano.
<Io non credo che ci proverei mai >
Ammise Kole, per spezzare la strana attrazione.

<Fai male >
Becca alzò le spalle.

Cassandra guardava la scena divertita ma non parlò neanche una volta, non voleva turbare quell'equilibrio così perfetto.

Le sembrava quasi di essere un terzo incomodo in quella squadra.
Ogni elemento combaciava alla perfezione, lei invece era solo una vittima.

<Discorsi futili >
Ammise Gabriel.

Becca po' guardó male, quell'uomo non si divertiva da troppo tempo a suo avviso.

La luce fioca illuminava i i capelli arruffati del collega che davano sul rossiccio, era sexy secondo lei, ma troppo riservato.

C'era stato un tempo in cui aveva creduto di poterlo amare, ma presto si era resa conto di non essere abbastanza per Gabriel Anderson.

Lei era esuberante, divertente, amava trascorrere la vita come se ogni giorno fosse l'ultimo, l'uomo invece era un pensatore, non facevano la senza aver prima cercato di prevedere come sarebbe finita.

"Incompatibilità "
Pensó Becca.

Poi guardó Chloe, non erano mai state amiche, la piccola sicuramente aveva qualcosa da nasconderle, lo poteva vedere dal suo sguardo.

Ogni cosa in quella ragazza era un mistero anche se poteva sembrare la persona più sincera al mondo in realtà aveva molti lati nascosti dentro di sé.

Ammirava il suo coraggio d'agente ma un po' le dava fastidio che abbassasse lo sguardo ogni qual volta lei la osservava, come colpita da un fulmine.
Era la forma di timidezza più forte che aveva mai potuto osservare in una persona.

Eppure le piaceva, forse perché conquistarla poteva rappresentare la sfida più grande che aveva mai accettato.

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