(2 Febbraio)
Gabriel assunse un'espressione corrugata.
"Preferirei che nessuno mi compatisse"
Le parole di Cassandra gli restavano in mente, sembrando richiedere più di quello che la sua intelligenza era in grado di offrire per comprenderle.
Ardevano come fuoco, dal colore scuro, violacee come il mistero che vi era attorno.
Perché non voleva che nessuno la compatisse , e soprattutto, perché avrebbe dovuto farlo?
Era stata rapita, ma non era l'unica,e non sarebbe stata l'ultima.
La gente procurava continuamente disgrazie del genere, e le vittime più ricorrenti avevano quell'età, se non più giovane.
Quando Cassandra si girò verso Gabriel , anzi verso lo specchio, lui ebbe quasi il dubbio che riuscisse a vederlo , che gli stesse chiedendo perdono.
Poco prima, di nascosto sia a Kole sia al suo capo, si era intrufolato in quella stanza, non sapeva perché, ma l'istinto gli aveva detto di farlo.
"O la curiosità"
Rammentò a se stesso, annuendo silenziosamente.La curiosità di scoprire di più su quella ragazza aveva certamente avuto un ruolo fondamentale nella sua decisione.
<Allora? Ti decidi a dirmi qual'è la prova della tua innocenza o dovrò aspettare per l'eternità?>
La sgridò la Ferguson con finta aria melodrammatica, posandosi una mano sulla fronte.
Gabriel si avvicinó di più allo specchio, mettendo le mani nelle tasche del pantalone scuro.
Cassandra abbassò lo sguardo.
L'uomo non capiva di cosa avesse paura.
se era innocente , perché non voleva decidersi a rivelare quel piccolo importante tassello ?Avrebbe salvato la sua reputazione, e reso più sopportabile la sua vita.
Ad un punto alzò lo sguardo, e vide che Cass si stava lentamente sfilando il maglione.
Restò interdetto.
"Cosa vuole fare?"
Quando vide che continuava a spogliarsi, fece per andarsene.
Non avrebbe dovuto restare a guardare, non avrebbe potuto , ma un particolare attirò la sua attenzione , costringendolo a ritornare sui suoi passi.
Avvicinó le palpebre fra loro per mettere meglio a fuoco un segno rossastro sulla pelle di Cassandra.
"Cosa..."
Non fece in tempo a formulare la domanda che comparirono altre escoriazioni.
Scosse la testa, e fece due passi indietro, sbattendo contro il tavolo ancorato al pavimento, un PC sopra di esso minacciò di cadere.
Non se ne curò , piuttosto restò quasi stordito a guardare quella splendida pelle sfregiata.
Le sferzate partivano dalla spalla destra fino al bacino sinistro.
Una buona dose invece era orientata in senso opposto.Alcune piccole, più vecchie, erano già cicatrici, bianche ma abbastanza sopraelevate da notarsi anche da lontano.
Altre più grandi, marcate, gli ricordavano i segni freschi di una frusta.
Talmente rosse che sembravano quasi sanguinare.Spalancò la bocca, gli occhi ambrati si inumidirono debolmente.
Come aveva potuto? Era stato un mostro con lei.
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•UNDER MY SKIN•
RomanceFerita e sola, Cassandra riesce a scappare dalla prigione in cui è stata rinchiusa per mesi da un gruppo di trafficanti di persone. La voglia di riscatto è forte ma i ricordi la tormentano, non riesce più a dormire e se la sua felicità interiore di...