31-Azione

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(3 febbraio)

Kole si massaggiava i palmi delle mani , mentre con sguardo da lince osservava Chloe.

Era contento di lei , della sua risposta nella discussione. Solo poco tempo prima non aveva mai osato ribattere contro Becca.

In un certo senso , la mora le faceva paura.

Era determinata, talmente tanto che Chloe la definiva spesso  una donna senza scrupoli.

Al contrario la piccola rossa non aveva mai voluto ostacolare nessuno e pochissime volte in tutta la sua vita era stata costretta a farlo per una gratificazione personale ,

ma quando si parlava del suo capo in maniera malevola, era pronta a proteggerlo con gli artigli.

E questo non solo per lui, Chloe adorava tutta la sua squadra, ognuno era speciale per lei e rappresentava un membro irrinunciabile all'interno di quello stranissimo Sistema perfetto.

Il motto secondo il quale nessuno è necessario non poteva affatto valere in quel caso.

Kole Harris la adorava , adorava il carattere della ragazza , forse anche in modo strettamente personale, al limite della pura e semplice amicizia , da tempo, ma nessuno , inclusa Chloe , sembrava averlo notato.

A lui non importava, e quasi come il famoso scrittore della corte di Federico II,gli  bastava osservare l'immagine della donna amata per essere felice, nonostante fosse una semplice effigie, privata di tutta l'anima della persona.

La osservò mentre controllava la sua glock 40 S&W, accarezzando lentamente il metallo nero come il carbone. Sembrava quasi assoggettata da quell'arma.

Sentiva tutto il potere che dava un oggetto del genere ma in modo quasi perfetto riusciva a bilanciarlo con il senso di colpa che si scatenava ogni qual volta questa ferisse qualcuno, criminale o avanzo di galera che fosse.

Lo sguardo di Chloe era perciò competamente assorbito dalla pistola, quello di Kole da Chloe, mentre Gabriel , seduto da ormai almeno mezz'ora non faceva che ripetersi mentalmente che sarebbe andato tutto bene , che avrebbe sbattuto dentro una galera umida e inospitale quei pezzi di merda, e che li avrebbe fatti sentire come degli animali.

Il suo pensiero si rivolse immediatamente a Cassandra.Si, li avrebbe fatti sentire per tutta la vita come Cassandra si era sentita solo per 4 mesi.

Nel momento in cui, quello stesso giorno aveva suggerito a Cass di lasciare andare la sete di vendetta , doveva diro anche a se stesso o almeno, alla parte più oscura e animalesca della sua persona.

Gabriel si era sempre dato, almeno fino a quel momento , una risposta per tutto, la vita non andava bene?
Forse era arrivato il momento di cambiare qualcosa, non riusciva a superare un determinato ostacolo? Magari non era fatto per quella missione.

Ma in quel momento della sua vita , cominciò a domandarsi il perchè di certe situazioni, e se la giustizia divina esistesse per davvero.

Fece spallucce e si consolò seppur amaramente, in ogni caso, lì , sulla terra , quelle persone orribili avrebbero dovuto rispondere alla giustizia Americana e a lui in persona.

Ma Cassandra, il cui nome aveva una relazione tanto grande con le sventure e le tragedie, come si era potuta meritare questo? Del resto , anche la sua famosissima omonima , non aveva fatto nulla di male nella sua vita, era bastato il desiderio malato di un così potente pretendente ,per rovinare tutto ciò che fino a quel momento aveva guadagnato.

La scena sull'aereo , proprio lì , dove ci si fonde con l'irrealtà di una volta celeste quasi completamente inesplorata , era tragicomica, Becca infatti , contrariamente ai suoi colleghi, non faceva che inveire contro il proprio telefono cellulare.

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